Us Open: e il tetto dove lo metto?
TENNIS - L’Ashe resterà lo stadio principale per i prossimi 30 anni. E un nuovo stadio coperto con 8.000 posti in meno lascerà …scoperti 8.000 spettatori provvisti di biglietto per l’Ashe. Ma la programmazione potrebbe cambiare dal 2012 se organizzatori e giocatori si decideranno di non subire il diktat della tv.
Nadal e Murray infuriati: "per voi è questione di soldi, ma noi rischiamo di farci male".
NEW YORK _ Se ne parla da anni, ma io credo che
uno stadio coperto all’US open non lo vedremo mai. Anche se settembre a New York è il mese delle pioggie, e in Florida degli uragani.
Anche se, dopo 3 finali consecutive rinviate al lunedì, è abbastanza probabile che questo accada per la quarta volta quest’anno, sebbene ieri il capo della comunicazione dell’USTA Chris Widmaier mi abbia detto essere forte intenzione della direzione del torneo di concludere il torneo entro domenica “perché l’audience tv del lunedì ho registrato mediamente cali del 45% rispetto a quelli della finale disputata alla domenica 
.
Questo voleva dire, prima che Nadal e Murray entrassero in campo oggi contemporaneamente approfittando di un break a Giove Pluvio, che
chi sta nella stessa metà tabellone dello spagnolo e dello scozzese potrebbe anche dover giocare quattro match consecutivi in quattro giorni (se non riescono a portare a termine quello di oggi).
L’US Open è il solo torneo nel quale non tutti i match del primo turno vengono programmati nei primi due giorni.Diversi giocano il primo round al mercoledì.
Considerata l’instabilità del tempo mi pare una follia.
E un’ingiustizia tecnica che si accompagna a quella del SuperSaturday, instaurato se non sbaglio nel 1981 (cito a memoria, ma ricordo bene il SuperSaturday del 1984 con le due semifinali al quinto set e la finale femminile in tre fra Navratilova e Evert nel mezzo fra le due) e
imposto dalla CBS “investe” 24 milioni di dollari l’anno nel torneo e quindi detta legge senza che nessun giocatori vi si opponga. Chi gioca il primo turno mercoledì, poi deve giocare sei match (eventualmente) con 2 giorni meno di riposo, rispetto a chi avesse giocato il primo turno al lunedì.
I più scarsi se ne fregano (tanto per loro non cambia nulla), mentre i più forti sanno che così hanno più chances di incamerare più soldi (considerato che il montepremi cresce notevolmente ogni anno e la gratificazione economica per chi arriva in fondo è sempre più sproporzionata nei confronti di chi perde nei primi turni).
Chissà che ora finalmente, dopo l’ esperienza di questi giorni, non si decidano a far qualcosa.
I vari Federer e Nadal, che da anni fanno parte del gruppo di coloro che possono prendere decisioni o comunque posizioni, su questo aspetto non hanno mai fatto vere pressioni perché ciò cambiasse. Le avessero fatte tutti insieme avrebbero potuto costringere l’US Open a cambiare, qualunque cosa avesse preteso la CBS.
Guarda caso appena i grandi campioni diventano …commentatori televisivi, ecco che tutti sono d’accordo nel sottolineare l’ingiustizia tecnica che un tipo di programmazione del genere rappresenta. Federer magari lo farà presente fra un paio d’anni o tre. Ma sarà troppo tardi perché non sarà più uno che avrà una posizione rappresentativa nell’ATP. E’ sempre la stessa storia.
Questa programmazione è, oltre che tecnicamente ingiusta _ i giocatori più anziani ne sono svantaggiati, così come quelli che hanno dovuto lottare in semifinali più combattute e prolungate _
incongrua perché basta che piova un solo giorno ma di sabato, perché il torneo non possa finire che di lunedì. Strano che la CBS non lo capisca, visto che chi ci rimette alla fine per quel 45% di audience in meno è lei. I suoi “advertisers” _ cioè chi compra spot pubblicitari _ hanno imparato a contrattarne importi diversi a seconda che li si vedano alla domenica oppure al lunedì. Quello che perderebbero con le semifinali giocate al venerdì sarebbe meno.
Se gli organizzatori fossero obbligati a pensare alle semifinali al venerdì probabilmente non si permetterebbero più di spalmare il primo turno in tre giorni e soprattutto starebbero più attenti nelle programmazioni dei giorni successivi, a volte assolutamente risibili.
Se l’altra sera Federer non finiva il suo match in un’oretta e poco più con Monaco, pur entrando in campo alle 23,50, si sarebbe creato un altro ingorgo di match. Pazzesco.
“Oggi giorno lo svantaggio per chi dovesse giocare quattro giorni di fila è molto più pesante che non anni fa. Il tennis di oggi è molto più fisico” ho appena sentito dire da Justin Gimelstob, che avrebbe potuto anche ricordare l’episodio di Nadal colto dai crampi dopo un match combattutissimo con Nalbandian ma di soli tre set. Mentre, al momento in cui scrivo queste righe, i match di Nadal, Roddick e Murray sono stati sospesi dopo pochi giochi. E Pam Shriver, che lavora per ESPN _ costretta ora a trasmettere una replica di Serena Williams-Ivanovic _ ha appena detto che Nadal e Roddick sono andati furibondi dagli organizzatori per essere stati messi in campo in condizioni di umidità pericolosissime. “Per voi è solo una questione di soldi!” avrebbe detto finalmente Nadal _ ma noi qui rischiamo di farci male per chissà quanto! E’ intollerabile questa situazione.”
Roddick gli avrebbe fatto eco. Sarà interessante scambiare qualche parola con loro, più tardi…solo che sarà difficile ottenere di parlarci fino a che non avranno finito (chissà quando?) di giocare questa partita dal coitus interruptus.
La pioggia odierna delle 13 circa (19 vostre) ha costretto gli organizzatori intanto a cambiare la programmazione prevista originariamente.
Se le donne non riuscissero a giocare i quarti oggi, dovrebbero giocare _ cielo permettendo _ tre giorni consecutivi per portare a termine entro sabato il loor torneo.
Insomma l’US Open, forse già il più duro degli Slam a prescindere (anche perché arriva a fine stagione quando i giocatori sono già abbastanza provati), aggiunge a mille stress anche questo. Alla fine viene richiesto un impegno “mentale” in più ai giocatori. Però a certi giocatori più che ad altri in funzione della programmazione.
Immaginate che qualcuno avesse piacere a giocare anche il doppio! Vabbè, sarebbe folle. Però l’ATP che vuol tenere in vita il doppio (spinta dai “doppisti” suoi associati) questo problema non se lo pone minimamente?
Come scrivevo all’inizio il tetto qua non credo lo vedremo mai. L’Ashe Stadium, che fa sedere 23.771 spettatori, è così largo che non sopporterebbe mai un tetto tradizionale. Mancano i supporti architettonici per attaccarcelo sopra. Costerebbe 300 milioni di dollari e al momento nessuno ne garantirebbe la completa sicurezza…perché oltretutto dovrebbe essere retrattile. Insomma l’Ashe, da quel che mi hanno detto qui, resisterà dov’è almeno 20-30 anni ancora. Complimenti, rinnovati, agli architetti e a chi approvò il loro progetto. Le federazioni, come i poliitici, hanno raramente l’occhio lungo. Tutti affetti da miopia…legata al consenso immediato degli elettori. Il mal di democrazia (il meno peggiore dei mali, tuttavia).
Tutto ciò a meno che una più moderna tecnologia non venga in soccorso in tempi brevi. Al momento non è all’orizzonte. Se c’è uno studio d’architettura all’avanguardia…che si faccia avanti. Spargete la voce, potrebbe essere un business comunque colossale. “Oggi è ancora un problema tecnicamente e finanziariamente troppo complesso _ ha detto ancora Chris Widmaier, il Baccini (ma un po’ più capace, per non parlare della diversa disponibilità e simpatia!) dell’US open _ Dobbiamo intanto preoccuparci di mantenere questa ‘facility’ come un impianto di classe comunque mondiale. Nessuno stadio di tennis degli Slam può ospitare 23.771 spettatori al mondo, consentendo a quasi tutti quelli che si prenotano in tempo di vedere le finali anno dopo anno…”.
In effetti a Wimbledon è impossibile. (o quasi). “L’USTA continuerà ad esplorare tutte le opzioni possibili giorno dopo giorno” ha concluso Widmaier, ma questa sa di dichiarazione politica. L’USTA vorrebbe buttar giù l’Armstrong Stadium e il Grand Stands e rimpiazzarli con uno stadio coperto da 15.000 spettatori. Ma questo nuovo stadio, comunque non fattibile credo d’aver capito prima di 7-8 anni, non risolverebbe il problema degli 8.000 spettatori muniti di biglietto per l’Ashe Stadium, nel caso un match del campo principale fosse trasferito nello nuovo stadio più piccolo. Il problema, insomma, è questo.
Ma intanto una programmazione meno dettata dalla CBS già aiuterebbe a risolvere una discreta parte dei problemi.
Ubaldo Scanagatta
http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2 ... etto.shtml[/b]