Tratto da gazzetta.it
I Lakers ritrovano Odom
e tornano in vantaggio: 3-2
In gara 5 della finale Ovest il giocatore di Los Angeles, perseguitato dal mal di schiena, ritrova la forma migliore e trascina la squadra insieme a Kobe Bryant. Denver comunque si conferma un osso duro
NEW YORK, 28 maggio 2009 – Ritrovando il miglior Lamar Odom (19 punti, 14 rimbalzi e 4 stoppate), i Lakers vincono gara-5 e tornano in vantaggio nella serie che conducono 3-2.
L.A. Lakers- Denver Nuggets 103-94
I Lakers proteggono il campo di casa in gara-5 e la notizia migliore è aver recuperato in pieno Lamar Odom, giocatore chiave per i successi della squadra che risponde alle (giuste) recenti critiche con una prestazione totale tornando finalmente ai livelli che gli competono. Giocando con il mal di schiena da tempo (e diamogli atto per non aver mai cercato scuse per le ultime prove opache), Odom veniva da una media di soli 7.5 punti e il 34% al tiro nella serie con Denver, ma in gara-5 ritrova la convinzione di essere un giocatore in grado di fare la differenza e termina la sua miglior partita della post season con 19 punti, 14 rimbalzi, 3 assist e 4 stoppate. Un Odom al massimo permette a Kobe Bryant di conservare energie importanti e ai Lakers di sfruttare meglio tutte le armi a disposizione. Ancora una volta Denver si rivela comunque un avversario duro da battere.
la svolta — La svolta avviene da un parziale di 10-3 con cui i Lakers chiudono il terzo quarto e che vede un’esplosiva schiacciata in contropiede di Brown (70-73) in faccia a Chris Andersen cambiare l’inerzia della partita. Il super impatto di Shannon Brown sul match va al di là delle cifre (6 punti in 14’). La sua difesa aggressiva ma anche intelligente contro Billups e il suo coraggio in attacco sono una manna dal cielo per Phil Jackson, che scommette sulla guardia ultima arrivata in casa Lakers lanciandolo in campo in una gara così importante dopo un primo tempo da spettatore.
Probabilmente il primo a meravigliarsi della chiamata è Brown, ma gli occhi vispi che ricordano quelli di Allen Iverson segnalano che Brown è pronto a mettere la sua impronta su un successo obbligatorio. Dalla schiacciata del piccolo Brown che posterizza Birdman (4 stoppate alla fine), i gialloviola raddoppiano l’intensità e cambiano marcia spinti dal calore del pubblico risvegliato dalla spavalderia di Brown. Dopo tre quarti di estremo equilibrio (con 25, 31 e 20 punti per entrambe le squadre nei tre periodi), l’ultimo quarto è una marcia trionfale per Odom e compagni. Si inizia con un altro parziale di 11-0 e i Lakers raggiungono il massimo vantaggio di 11 punti (87-76) ancora con un grande canestro di Brown, mentre Denver commette tanti errori al tiro e diventa troppo frenetica (vedi JR Smith). I Lakers invece, in particolare Bryant, cercano sempre le scelte migliori in attacco. I raddoppi sul pick and roll consigliano a Kobe di liberarsi in fretta del pallone e la palla gira velocemente consentendo ai Lakers di trovare buone soluzioni.
il finale — Negli ultimi minuti, Jackson dimentica i giochi a due, e varia l’attacco puntando su Gasol in post basso. I Nuggets tentano la carta del quintetto piccolo con Kleiza ala grande e se in attacco funziona in difesa vengono trafitti sotto canestro da Gasol e Odom (16 punti in due nell’ultimo quarto). Due liberi di Anthony portano Denver a -4 a 3’47” dal termine, ma Gasol risponde servendo uno splendido assist per un gioco da tre punti di Ariza. Quindi non si segna più per oltre due minuti con gli arbitri che lasciano correre ogni contatto (ma sempre coerenti con i loro fischi) e il momento di caos avvantaggia i Lakers, che nell’ultimo minuto affossano Denver con un altro grande assist di Bryant per Odom (2+1 anche per il ‘jolly’ di Phil Jackson). Bryant si limita a tre tiri nei dodici minuti finali, e i suoi 4 punti arrivano solo dalla lunetta. A parte qualche palla persa evitabile (la stanchezza per i 45’ in campo e la difesa aggressiva di Smith non aiutano Kobe), la stella dei Lakers chiude una gara giudiziosa con 22 punti, appena 13 tiri effettuati e 9/10 dalla lunetta. Da giocatore intelligente com’è, Bryant deve aver studiato la gara dei Cavs di 24 ore prima e si deve essere ricordato che con un one-man-show non si vincono i campionati. I Lakers non sono un’eccezione. Con Odom protagonista in ogni parte del campo, Gasol più coinvolto nel gioco e grande presenza come Odom sotto canestro (5 stoppate e 10 rimbalzi per lo spagnolo), e con le iniziative positive di Fisher e Bynum nel primo tempo, lo sprazzo importante di Shannon Brown nel secondo, e l’utilità di Walton nelle piccole cose, i Lakers tornano a ricordarci di avere giustificate aspirazioni al titolo.
approccio diverso — “Ho voluto giocare con un approccio diverso e anche se è rischioso cambiare strategia in questo momento, ho voluto sforzarmi di fare da esca per gli avversari - decoy è la parola usata da Bryant -. Nelle ultime due partite, flottavano sempre dalla mia parte, e allora ho pensato di fare da esca e creare opportunità per i miei compagni”. Pessima la prova al tiro di JR Smith (1/10 da tre), impreciso sia nelle forzature che con ampio spazio per tirare. Anthony ha giocato la sua partita (31 punti) e Billups ha chiuso con 3/6 nelle triple, mentre i Nuggets hanno tirato male da tre (7/24) e nel complesso (39%). Quindici tiri per Kenyon Martin sono forse un po’ troppi per le sue limitate capacità, ma i Lakers lo hanno spesso sfidato al tiro e Martin non si è fatto pregare.
L.A. Lakers: Bryant 22 (9/23, 12/13 tl), Odom 19 (7/15), Gasol 14, Ariza e Fisher 12. Rimbalzi: Odom 14. Assist: Bryant 8.
Denver: Anthony 31 (12/29, 10/14 tl), Martin e Billups 12, Kleiza 10. Rimbalzi: Andersen e Nene 8. Assist: Billups 5.
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Il colonnello Van Bommel 
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