Tratto da gazzetta.it
Milano soffre, ma vince
Malaga castiga Roma
Contro l'Olympiakos, l'Armani parte forte e tiene sotto controllo gran parte del match, arrivando a +18. Poi la rimonta greca fino al 65-64, con un finale combattutissimo che si chiude col liberante 76-74. La Lottomatica regge solo in avvio, poi Malaga dilaga: finisce 75-88
MILANO, 29 gennaio 2009 - Inizia molto bene la Top 16 di Milano, con un successo prestigioso contro l’Olympiakos (76-74), formazione di grandi ambizioni e, alla luce dei fatti, sostanza rivedibile. Vittoria lombarda molto sofferta, dopo che a lungo era sembrata quasi una passeggiata: peccato in virtù dei possibili scontri diretti, ma è lo stesso un successo assai prezioso. L’Armani Jeans parte in quinta, muove l’attacco bene (sia con palla sia senza) e induce immediatamente a pensare se i ritmi alti in talune configurazioni non le siano più congeniali. Sow è servito con regolarità e segna 7 punti in 200 secondi, concedendo qualcosa a Vujcic in difesa ma offrendo nel complesso più dell’illustre avversario. Al 5’ è 16-11, Vitali infila i suoi primi tre tiri e nella rumba dei cambi i greci recuperano qualcosa anche perché il loro secondo quintetto, con Papaloukas, vale tranquillamente uno starting five da Final Four. A fine primo quarto è 23-20 per Milano con una tripla di Hawkins, più caldo dell’ex compagno di college ed ex capocannoniere di A Lynn Greer. I primi due minuti in campo di Price sono da comparsa, usato soprattutto da guardia. L’ex canturino Sofoclis Schortsanitis muove i suoi 160 kg, stima approssimativa, con la solita eleganza, ma il suo secondo fallo in attacco (invero sospetto) costa anche un tecnico a Papaloukas e, a ruota, i primi punti italiani di Price valgono il 31-20 dopo 13’. Il parziale interno di 11-0 è interrotto da Jannero Pargo, un discreto passato Nba e compagno per la prima parte di stagione di Price alla Dinamo Mosca. Rocca fa un lavoro immenso in difesa contro avversari di tonnellaggio ampiamente superiore, ma poco abituati ad avversari col suo cuore e alla sua intelligenza cestistica. Price va a sedersi dopo 10 minuti filati e lascia i suoi, presi sul +3, avanti 39-30. Al riposo, dopo un’escursione a +12 dell’AJ, il tabellone recita 42-32.
GRECI SPUNTATI - Se Milano ha fatto il suo compito, inquieta la pochezza offensiva dei greci, alla faccia di un budget da almeno 25 milioni di euro: il 35% dal campo è salvato solo dall’11/21 da sotto, frutto di diversi scarichi, ma l’1/9 da 3 e l’incapacità di sviluppare il contropiede hanno ben poche giustificazioni. L’Armani Jeans riparte subito forte, trova due triple, ma Printezis, il migliore tra gli ospiti, sfrutta più volte la scarsa predisposizione difensiva di Hall. Vitali è micidiale dall’angolo e al 15’ firma il 55-40. Thomas sbaglia, da libero, la tripla del +18 e ancora Printezis schiaccia il 55-44. Due canestri di Thomas dalla distanza valgono il 61-45, ma sempre Printezis (6/7 al tiro nel quarto) e l’immensa classe di Papaloukas riportano i greci al 62-53 del 30’. Milano insiste esasperatamente sul tiro da fuori e non segna, anzi non tira (eccetto un tentativo su cui Hawkins subisce fallo) mai da 2 nella ripresa (15’ senza provarci sono un delitto di lesa pallacanestro) e alla lunga lo scarso equilibrio offensivo è il miglior alleato dell’Olympiacos che rientra 65-61 al 34’.
L'AGGANCIO - Dopo un 1/12 i greci trovano la tripla di Pargo ed è aggancio (65-64), Hall è l’unico a segnare (da fuori, ovviamente) e con 1’20” dalla fine fa anche un tap-in prezioso che è l’unico canestro da 2 dell’AJ nella ripresa. Papaloukas accorcia a 73-72 con 45”, Sow fa 2/2 dalla lunetta a 21” dalla fine (75-72), Greer risponde con 2 liberi (75-74) a 13”, Thomas fa 1/2 con 6” (76-74) e la beffa + dietro l’angolo: Greer si invola sulla stessa fascia di campo da cui Douglas regalò lo scudetto 2005 a Bologna, ma va lungo, lunghissimo, e scivola senza riuscire andare al tiro. Giannakis alza gli occhi al cielo, per lui da giocatore o da allenatore è proprio stregata Milano.
Milano: Hawkins 15, Vitali 15, Thomas 14
Pireo: Printezis 22, Vujcic 10, Halperin 7, Papaloukas 7
ROMA – Finisce come era iniziata, con Malaga che non scende mai d’intensità, che non arretra mai di un solo millimetro la sua ferocia difensiva. E Roma che proprio sul finale si sveglia, o almeno sembra trovare una piccola falla, dopo una gara nella quale raramente è riuscita a raccapezzarsi di fronte al muro spagnolo. Becirovic spaesato, Jennings inconcludente e lo stesso Jaaber, quasi solo nella marea. Al fischio d’inizio, gli spagnoli segnano subito la via: un’intensità pazzesca, con una difesa che non permette a Roma il minimo pertugio a canestro. Una difesa che col passare dei minuti non calerà di un solo centimetro. Di fronte, una Virtus Roma incredula, forse sorpresa da una tale veemenza fisica e mentale. I padroni di casa resistono nemmeno cinque minuti, poi, sull’11-11, Haislip inizia la sua personale passione col canestro e per Roma sarà buoi pesto. Maggiore freschezza fisica, maggiore concentrazione e un gioco che bracca Roma già sulle rimesse in campo. Il vantaggio oscilla sempre sopra i 15 per Malaga, e al riposo si chiude sul 34-48 per gli ospiti. Al rientro in campo, Gentile prova anche la carta Tonolli, ma non è proprio serata. Si salva il solo Giglivcuore di Roma. Tra stoppate subite e un Ndong che sembra il fratello gemello di Kevin Garnett, Roma fallisce la prima e adesso è attesa da due trasferte. Finisce 75-88.
Lottomatica Roma: Jaaber 12, De La Fuente e Brezec 11.
Unicaja Malaga: Haislip 22, Ndong 15, Kelati 13.
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Il colonnello Van Bommel 
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