Tratti da gazzetta.it
Vale-Ducati, la sfida più dura
Honda in pole, Lorenzo indietro
In Qatar scatta la stagione 2011 più incerta di sempre con 13 iridati al via su 17 piloti: la casa di Tokyo fa paura con il tridente Stoner-Pedrosa-Dovizioso, il campione del mondo e la Yamaha a inseguono e il binomio Rossi-Desmosedici è in affanno, ma pronto a lanciare la sfida. Inoltre, l'incertezza della Moto2 e l'"ultima" della 125
ROMA, 16 marzo 2011 - Più è difficile, più è bella. Parliamo della Sfida, con la “S” maiuscola, che accompagnerà tutta la stagione 2011 della MotoGP. Rossi sulla Rossa o se preferite Valentino sulla Ducati, due miti che si sono – finalmente?- uniti per rafforzarsi, se possibile, a vicenda. Un binomio unico, leggendario e suggestivo, che si spera possa far sventolare in altro il tricolore delle due ruote. Sfida tripartita quella di Rossi e proprio per questo particolarmente dura: dovrà, infatti, battere gli avversari, sempre più agguerriti e incalzanti; la Desmosedici, un cavallo selvaggio che fin qui è riuscito a domare con successo solo Stoner; e quella spalla operata a novembre, che dopo aver condizionato la preparazione invernale, può incidere in negativo pure sulla prima parte di stagione.
avversari — Le nuove generazioni braccano Valentino: lui ha 32 anni e sarà sempre il punto di riferimento, ma la triade Lorenzo-Stoner-Pedrosa, più giovane in media di circa 7 anni, è già riuscita, con due elementi su tre, a spodestare il re, nel 2007 e 2010. È questo il terzetto che dovrebbe giocarsi il titolo, con Dovizioso, Rossi, Simoncelli e Spies, in ordine alfabetico, a inseguire. I test invernali hanno detto che la Honda è finalmente lepre e non parte più di rincorsa: a Tokyo – al netto delle non trascurabili complicazioni legate al terribile terremoto, che ha già fatto slittare il GP di Motegi dal 24 aprile al 2 ottobre - vogliono il titolo nell’ultima annata delle 800 (dal 2012 di tornerà alle 1.000 cc) e sono in vantaggio sulla concorrenza. Hanno un team ufficiale a tre punte, Dovizioso-Pedrosa-Stoner, con un “trequartista” offensivo come Simoncelli, nel team Gresini, ma con la identica moto. È un cocktail che fa paura: Stoner ha già confermato che come velocità pura è il numero 1 e su una moto più “facile” della Desmosedici va a nozze; Pedrosa crede ciecamente in se stesso, è veloce, deve osare di più nel corpo a corpo, ma potrebbe capitalizzare le amnesie dell’australiano; Dovizioso ha fatto crescere la RC212V - ed è cresciuto insieme a lei -, e potrà avvantaggiarsi alla voce costanza. Simoncelli è il giovane italiano di maggiori prospettive e “rischierà” di stare spesso davanti al suo amico Rossi. E il campione del mondo Lorenzo? Sul giro secco non pare al livello di Stoner-Pedrosa, ma nel passo di gara può recuperare. Lo spagnolo, in un team iridato clamorosamente senza lo sponsor principale – indicativo della crisi che aleggia – lamenta potenza di motore e… Spies. Il suo nuovo compagno è silenzioso, solido e veloce: nel box Yamaha è caduto il muro dell'era-Rossi, ma lo statunitense nelle vesti di pilota ufficiale non ha certo intenzione di fare la seconda guida.
pochi ma buoni — Il parterre della MotoGP consta di soli 17 piloti, ma 13 di loro (11 nel Motomondiale e 2 in Superbike) vantano in bacheca almeno un titolo iridato, segnale di alta qualità in pista. L’equilibrio regnerà sovrano: in molti lotteranno per le vittorie e i podi di tappa e ogni “x” nella classifica finale dei 18 GP peserà come un macigno. Rossi parte ad handicap, fisico e tecnico, non riesce a far curvare la Desmosedici e a tracciare le linee che gli piacciono e le difficoltà comuni agli altri ducatisti, dal compagno Hayden, in linea con i tempi di Vale, al cavallo di ritorno e quasi 38enne Loris Capirossi, non sono di conforto. Ma nel vocabolario di Vale non c’è la parola scoraggiamento: le difficoltà della sfida sono la linfa della sua voglia di superarle. E di stupire tutti. Non sarà facile e l’inizio sarà terribile, ma lui ce la metterà tutta. Anche perché così è più bello.
moto2 — La classe di mezzo è la più ricca numericamente, 40 gli iscritti, è la più equilibrata. Almeno sulla carta. Senza il detentore, lo spagnolo Toni Elias, ritornato in MotoGP, il titolo della Moto2 può essere alla portata di una decina di piloti, con gli italiani protagonisti. Tanto il romano Simone Corsi, con la FTR del team Ioda di Giampiero Sacchi, quanto l’abruzzese Andrea Iannone, passato alla Suter del Team Speed Master, nel cui progetto è coinvolto pure l’amico di Valentino Rossi “Uccio” Salucci, per non dire del sammarinese Alex De Angelis, con la Motobi del Team Jir, hanno ambizioni di iride. Per loro sarà impossibile, però, non fare i conti con gli spagnoli Julian Simon (Suter), vice iridato in carica, e l’emergente Marc Marquez (Suter), reduce dal titolo in 125 e per niente a disagio dopo il salto di categoria. Occhio pure alle Moriwaki del Team Gresini, scuderia campione del mondo in carica, la cui grandissima organizzazione può portare in alto Takahashi e Pirro, all’inglese Scott Redding (Suter) e ai fratelli Espargaro, Aleix (Kalex) e Pol (FTR).
addio 125 — La stagione 2011 segnerà pure il congedo della classe 125, che è in pista dal 1949. Addio all’inarrivabile palestra di tanti campioni, con commiato dell’ultima categoria del motomondiale dotata di motori a due tempi: dal 2012, infatti, spazio alla Moto3 con i suoi quattro tempi. La più iberica delle classi - l’anno scorso tripletta nella classifica finale con Marquez, Terol, Pol Espargaro ai primi tre posti e ben 5 spagnoli fra i primi 6 – non dovrebbe cambiare lingua. I favoriti sono i piloti dell’Aprilia del Team Aspar, Nico Terol ed Hector Faubel; fra gli outsider, il tedesco di origini italiane, Sandro Cortese (Aprilia) e gli altri spagnoli Sergio Gadea (Aprilia) ed Efren Vazquez (Derbi). Le (poche) speranze italiane sono puntate su Simone Grotzkyj (Aprilia) e sui giovani del Team Italia di Roberto Locatelli, Alessandro Tonucci e Luigi Morciano, entrambi al primo mondiale e principalmente bisognosi di farsi le ossa.
Rossi pregusta l'esordio
"Ma in Qatar non sarò al top"
Valentino si appresta al debutto ufficiale con la Ducati: "Daremo il massimo, ma sappiamo di dover crescere ed essere più veloci". Poi il Dottore dedica un pensiero speciale al Giappone e all'anniversario dell'Unità d'Italia
MILANO, 16 marzo 2011 - "L'esordio con la Ducati porterà tante motivazioni e sicuramente domenica sarà una grande emozione". Valentino Rossi si appresta ad iniziare la sua avventura in Ducati. Il Mondiale MotoGP inizierà giovedì a Losail, con le prime prove libere del GP del Qatar. "Per il primo turno di prove partiremo con i setting che abbiamo trovato l'ultimo giorno di test dato che, nonostante il nostro tempo finale, non erano male. Penso che avrei potuto girare più forte se la forza nella spalla non mi avesse mollato quasi all'improvviso, ancora prima di provare le gomme morbide. Il fine settimana, con turni di 45 minuti e un'ora, dovrebbe essere più facile da quel punto di vista - spiega il campione di Tavullia -. Naturalmente non è solo una questione di spalla: se vogliamo fare una bella gara sappiamo che dobbiamo cercare di essere in forma, ma anche trovare delle soluzioni per migliorare il nostro passo ed essere più veloci".
CELEBRATIVO — Il 17 marzo si celebra anche il 150° anniversario dell'Unità d'Italia. Sin da gennaio le Ducati Desmosedici GP11 di Valentino Rossi e Nicky Hayden portano sulla carena il logo ufficiale realizzato per questa ricorrenza: tre bandiere italiane che sventolano a rappresentare i tre giubilei del 1911, 1961, 2011, in un collegamento ideale tra le generazioni. Rossi ha voluto inviare "un saluto a tutti gli italiani che domani festeggiano il 150° anniversario dell'Unità d'Italia: sappiamo che siete in tanti a fare il tifo per noi e anche se forse domenica non saremo ancora al massimo comunque daremo tutto". Il numero 46 ha mandato anche "un pensiero particolare al Giappone che sta vivendo un momento molto difficile. Quello che è successo è spaventoso, ma è un popolo molto forte e capace di reagire, siamo tutti con loro".
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Il colonnello Van Bommel 
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