Milos Sarcev articolo apparso sulla Repubblica.
" Sarcev, nutrizionista dei recordmen: 'Prendere tutto ciò che aiuta'
La legge del guru dei campioni Credetemi, il doping fa bene
Viaggio nello sport Usa sotto inchiesta per lo scandalo Thg: dopo anni di tolleranza, si è squarciato il velo sulla cultura dei farmaci Parla il culturista serbo che ha aiutato Marion Jones, Montgomery e tanti assi a sfondare E che ha le idee chiare su steroidi e ormoni la ricetta L' importante è usare senza abusare, gli eroi olimpici sono come me Ma non volete vederlo l' esperienza Mi sono iniettato di tutto, stavo anche per morire. Ma un n. 1 non può essere 'drug free'
DAL NOSTRO INVIATO EMANUELA AUDISIO
FULLERTON - «Avanti, spari. Faccia la lista», dice Milos Sarcev. Ormone della crescita? «Fatto». Epo? «Oh yes». Ormoni tiroidei? «Pure». Betabloccanti? «Certo». Insulina? «Fatta». Steroidi? «A valanga». Amminoacidi? «E dai, sì». Beh, continui lei. «Mi sono sparato in vena anche il synthol, un olio che espande i muscoli. Ma mia moglie si è sbagliata a fare il buco. Mi ha iniettato la sostanza in una vena che è andata dritta al cuore. Sono morto, quasi. Per 24 ore. Non avevo più reazioni vitali». Sarcev lei ha 39 anni, è serbo. «Sì, sono nato in un paese, Beceg, a cento chilometri da Belgrado, quasi al confine con l' Ungheria. Mio padre è psichiatra, mia madre dottore, mia sorella chirurga. Dovevo anch' io fare medicina, ma svenivo alla vista del sangue». Allora? «Ho studiato nutrizione. Da ragazzo ho giocato a pallone, fatto karate e judo, sono stato cintura marrone, infine il culturismo. Ero fissato con i gladiatori, volevo avere quel fisico lì. Mio padre era contrario. Diceva che i culturisti sono solo dei grossi narcisi, sosteneva che un uomo deve guardarsi davanti allo specchio solo per farsi la barba. Mi prendevano in giro anche sotto il servizio militare, poi però di nascosto i colleghi venivano a chiedermi: come fai, cosa prendi?, potrei anch' io?». Ipocriti? «Sì. Come tutti. Non c' è uomo che non voglia essere grosso, muscoloso, virile. Piace anche alle donne. Mia sorella era critica, ora dice che mi preferisce a suo marito. Il problema è che si guarda ai culturisti come a degli stupidi che non sanno parlare». Invece? «Invece ho studiato i prodotti, la nutrizione, sono un consigliere di molti campioni: atletica, baseball, football, tennis. Curo la crescita dei loro muscoli. Guardi qui, la dedica di Tim Montgomery sul poster del record mondiale dei cento metri. Il programma glielo ho fatto io. E guardi quest' altro, è David Boston, receiver di San Diego. Siamo amici, ho fatto il suo profilo nutritivo». Montgomery ha appena testimoniato davanti al Grand Jury. «Cosa vuole che le dica? Si serviva alla Balco di Victor Conte. Quando è venuto da me era ridicolo. Gli ho fatto sollevare un attrezzo, si è messo così, con il sedere in fuori, come un signorino. Con lui lavoravo cinque giorni a settimana. Non aveva mai fatto pesi seriamente, né aveva mai curato la sua alimentazione. Figurarsi l' allenamento sulla forza esplosiva. Niente, era a digiuno di tutto. Infatti da Maurice Greene aveva sempre perso. E anche Marion Jones, ineducata sul cibo. Mangiava donuts, ciambelle. E la Gaines? Un' altra che andava avanti a carboidrati. Non è che con petti di pollo, patate e formaggio magro si va molto lontano. Anche se è tutta gente di talento». Tutta gente chiamata a testimoniare in aula. La Gaines è risultata positiva al Thg». «Conosce il mio motto?» Gli steroidi sono un modo di vivere? «Sì, appunto. Il loro uso aiuta, l' abuso no. Se vuoi stare in alto, più in alto di tutti, non puoi essere drug free. Se ti accontenti di arrivare ad un buon livello sì. Gli steroidi aiutano a combattere l' invecchiamento, l' andropausa, l' anemia, il metabolismo che non funziona più. Vanno presi, sotto controllo, senza esagerare. Servono a riparare il tessuto muscolare a recuperare prima, a non sentirsi troppo stanchi». Conosce C.J. Hunter, ex marito di Marion Jones? «Certo, il lanciatore di peso. Anche lui si serviva da Conte, prendeva integratori a base di ferro. Fu trovato positivo prima dei Giochi di Sydney nel 2000». Un livello di positività pazzesco, mille volte fuori norma. «Bè, se uno sceglie un certo tipo di steroidi, ad esempio quelli che hanno la parola deca, restano nel corpo a lungo. O forse aveva preso un prodotto con il ferro contaminato. Il mondo è pieno di invidia per chi arriva in cima». Lei è amico di Charlie Francis, ex allenatore di Ben Johnson. «Sì. Ben era un mostro di forza, di aggressività. Tirava su 200 chili come se niente fosse. Ma bastava guardargli le mammelle. Dure, turgide, rigonfie. Tutti ormoni che si fermavano lì. Chissà cosa si era messo in testa, così l' hanno beccato. Ci sono dilettanti che arrivano da me per un consiglio, gli dico: prendi dieci di queste pasticche. Loro vanno a casa e ne prendono cento. Certo che stanno male, s' intossicano». Nella sua palestra Gold' s Gym vende di tutto. «Mi occupo di macro-nutrizione. Le posso consigliare il proglycosyn per il recupero, il phenylalanine e il tyrosine per la reattività. Noi mangiamo o troppo o poco o male. I bambini americani fanno schifo tanto sono grassi. Vorrei venire in Italia e occuparmi della preparazione delle squadre di calcio». Lasci stare, c' è già chi ci pensa. A finire in tribunale. «Questa storia del Thg che ora scuote l' America per me nasce dalla vendetta di qualche allenatore che ha mandato la provetta anonima in laboratorio. A me però devono ancora dimostrare che il Thg è uno steroide e dà vantaggi. Conte, che lo produceva insieme ad altri integratori alimentari, andava ai campionati americani ad offrire pillole agli atleti. Lo faceva davanti a tutti, non c' era nulla di illegale». Contatti con il gruppo di John Smith? «Io vivo lavoro a un' ora da Los Angeles, anche se vado molto in giro per seminari. Sono andato a Ucla ad osservare i suoi allenamenti, stimo Maurice Greene, ma francamente quello che fanno in allenamento è pochino. Non vedo mai nessuno fare serie ripetute, lavorare duramente sui pesi. Mi sembrano tutti un po' leggerini». Cosa pensa degli atleti che ha seguito? «Che dopo due allenamenti al giorno erano sempre stanchi. E gli amminoacidi aiutano a ricompensare. Penso che sono persone dotate, ma ignoranti da un punto di vista farmacologico e nutrizionale. Gli ormoni fanno stare meglio». Si sente bene? «Sì. Peso 110 chili, sono alto 1,79. Sono in America dall' 87 e non ho mai avuto dubbi». Ma se stava per crepare di doping. «Non sono fiero di quell' episodio. Me la sono veramente vista brutta all' ospedale, tre anni fa. E sono stato fortunato a sopravvivere. Tutto è nato da uno sbaglio, mia moglie, anche lei culturista, ha sbagliato vena. E anche da un eccesso, di cui mi pento». Si difenda, almeno. «Sogno la sincerità. Di andare davanti ai signori del Cio e agli spettatori di tutto il mondo per dire: I take it. So what? Li prendo, e allora? Prendo integratori, steroidi, tutte il doping che mi può aiutare. Sotto controllo. E non sono solo. Anche i vostri grandi eroi olimpici fanno come me. Ma voi volete chiudere gli occhi, non ne volete sapere. In cambio dello spettacolo. Chi è più colpevole?».
_________________ GULLIT:"Quando vedo Messi penso che è un grande calciatore ma è protetto: dagli arbitri, dalle telecamere, dal regolamento. Messi può limitarsi a dribblare. Diego doveva saltare alto così, non per fare dribbling ma perché volevano spezzargli le gambe".
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