Nazionale, Balotelli-De Rossi esclusi
Non è un'Italia per cattivi ragazzi
ROMA
Quando, lo scorso luglio, Cesare Prandelli annunciò un codice di comportamento per gli aspiranti azzurri mai avrebbe pensato di trovarsi, otto mesi dopo, con una non Nazionale di cattivi ragazzi. Fuori De Rossi, stessa sorte per Balotelli: colpi proibiti e niente convocazione per il viaggio in Slovenia di venerdì prossimo con in gioco Euro 2012 e per la tappa in Ucraina (sfida amichevole) del martedì successivo. De Rossi paga le tre giornate di squalifica (così ha deciso l'Uefa) per la gomitata sul volto di Srna, capitano dello Shakhtar Donetsk nella notte dei nervi tesi della Roma, sbattuta ai margini della Champions League. «Se non mi chiamano dalla Figc, vorrà dire che la prenderò come una pausa premio...», ha detto il giallorosso non appena gli hanno ricordato come in Nazionale non si può andare se «si dà un pugno in campionato o in coppa» (Prandelli dixit). E quel «premio» evocato, ironicamente, da De Rossi ha avuto anche l'effetto di infastidire la Figc e lo stesso ct azzurro tanto che, contrariamente a quanto preannunciato, nessuno ha telefonato al ragazzo di Ostia per spiegargli i motivi del no all'Italia.
De Rossi resta a casa. E da Manchester non partirà Mario Balotelli, colpevole di un calcio a gamba tesa sul petto di Popov, difensore della Dinamo Kiev. Apriti cielo! Se a Prandelli sono improvvisamente cadute le braccia a terra per quanto stava vedendo in tv, Oltremanica è cominciata la crocifissione di un giovane definito dai tabloid «#@*§» o addirittura «codardo». Balotelli ha perso tutto il credito che per primo Mancini, allenatore del City, gli aveva consegnato e, a voltargli le spalle, sono gli stessi compagni. «Se Mario pensasse, sarebbe un giocatore fantastico. Ma questo è il suo problema...», così Mancini che lo lascerà in castigo ed in panchina nella sfida con il Chelsea. «Deve capire che a certi livelli è indispensabile cambiare atteggiamento», rincara De Jong, uno dei leader nello spogliatoio dei Citizens.
Questione di atteggiamenti, dunque. De Rossi e Balotelli sono le prime vittime del codice etico azzurro perché se è vero che il primo a non essere convocato da Prandelli per motivi disciplinari è stato Cassano, è opportuno ricordare che il Peter Pan barese non giocava in Nazionale come conseguenza dell'esclusione dalla rosa della Sampdoria dopo il duello verbale con il patron doriano Garrone. L'Italia continua ad esportare immagini di ragazzi alle prese con raptus da saloon e, se il campione del mondo Gattuso fosse ancora nei desideri di Prandelli, la lista delle teste calde sarebbe più lunga (ricordate il testa contro testa fra Ringhio e Joe Jordan?).
Per tener fede senza strappi al suo progetto di costruire un'Italia dal volto leale, adesso il ct azzurro dovrà rinunciare ancora una volta al tandem d'attacco Cassano-Balotelli (insieme, fino ad ora, hanno giocato solo 58 minuti contro la Costa d'Avorio a Londra in agosto) perché se c'è uno, manca all'appello l'altro. Imperfezioni tattiche e di prestigio che finiscono per penalizzare la nostra Nazionale proprio alla vigilia di uno degli appuntamenti più insidiosi sul cammino delle qualificazioni agli Europei perché affrontare la Slovenia a Lubiana è incrocio di tutto rispetto. Ma indietro non si torna, altrimenti la figuraccia sarebbe superiore al danno. Supermario, tra l'altro, fu già graziato dopo le tre giornate di squalifica ricevute a metà novembre per un diverbio con Mulumbu del West Bromwich.
lastampa.it
---------------------
Ora vorrei porvi una domanda: perché il signor Antonio Cassano dopo che ha litigato con Garrone non era convocato per questo codice etico e appena è passato al Milan ha ripreso il suo posto in nazionale?
Questo codice etico vi sembra una dimostrazione di coerenza? A me no.
|