Egitto e Ghana: i due volti profondamente diversi della Coppa d'Africa
Due squadre profondamente diverse a rappresentare un continente pieno di sfaccettature e a volte incomprensibile nella sua complessità.
La sfida tra Ghana ed Egitto rappresenterà l'Africa nella finale di questa 27esima edizione di African Cup of Nations (diretta esclusiva domenica pomeriggio dalle 16.45 su Eurosport): una squadra equatoriale, costruita intorno ad alcune individualità e all'ossatura giovane di chi solo pochi mesi fa ha vinto il mondiale Under20. Il Ghana, arrivato a questa finale con qualche colpo a vuoto e qualche botta di fortuna, ha saputo resistere in semifinale a una Nigeria che ha dominato la gara. E' bastato sfruttare una palla gol, l'unica di tutta la gara, e difendersi affidandosi a Kingson,
un portiere magari poco ortodosso ma estremamente attento e concreto. Altra nota a margine significativa nelle differenze tra le due squadre e i due paesi: la stragrande maggioranza dei giocatori ghanesi vive all'estero, e gioca in Europa.
L'Egitto rappresenta se possibile l'esatto contrario: è una rappresentativa solidissima, collaudata, età media piuttosto alta, che punta tutto sul collettivo e su un paio di individualità che hanno deciso di mettersi al servizio della squadra per il bene comune. Se i ghanesi giocano tutti in Europa, il CT Shehaata ha puntato su giocatori profondamente radicati al paese e alla cultura musulmana: solo 4 giocatori su 23 dell'Egitto attuale giocano lontano dal Cairo e solo uno di loro (Zidan) gioca tra i cattolici, mentre gli altri tre (El Sakka, Hosny e Ghaly) hanno contratti in Turchia, Dubai e Arabia.
L'Egitto non solo è imbattuto in questa competizione (cinque partite, 14 i gol segnati e 2 soli quelli subiti) ma è anche la squadra che dopo la vittoria in semifinale con l'Algeria (4-0) ha allungato la propria striscia di imbattibilità in Coppa d'Africa a 18 partite e sei anni. L'ultima sconfitta fu proprio contro l'Algeria, nel 2006. Da allora 15 vittorie (una ai rigori) e tre pareggi. L'Egitto vanta anche altri primati: è la squadra che ha partecipato al maggior numero di edizioni, ben 22 su 27, e condivide con il Ghana il maggior numero di finali disputate che per entrambe con quella di quest'anno diventano ben otto. Ma rispetto al Ghana, che di finali ne ha vinte solo quattro (l'ultima nel 1982), l'Egitto ne ha conquistate ben sei su sette. Nessun'altra squadra africana vanta così tanti trofei continentali. E potrebbe anche essere la prima a vincerne tre di fila dopo quello conquistato in casa nel 2006 e quello del 2008, vinto in Ghana a spese del Camerun.
Sulla carta non c'è pronostico: in Italia la vittoria del Ghana è pagata 4, quella dell'Egitto 1.90 (quote Better) e anche all'estero le differenze sono poche. William Hill per ogni sterlina paga 4.33 sul Ghana vincente, 1.91 sulla vittoria dell'Egitto e 3.20 in caso di pareggio e ricorso ai supplementari.
I giocatori da seguire in queste due squadre: nel Ghana sicuramente Asamoah Gyan, tre gol (uno nei quarti e uno in semifinale dopo quello inutile marcato alla Costa d'Avorio) che gioca di fatto da unica punta con l'assistenza di Kwadwo Asamoah (Udinese) e, se arrivano, con l'appoggio di due laterali molto aggressivi il più interessante dei quali è sicuramente Inkoom (Basilea), terzino destro della nazionale Under devastante quanto trova spazi. L'assenza dell'infortunato Essien è un peso sostanziale in un centrocampo che fino a questo momento ha dovuto vivere di adattamento.
L'Egitto oltre che su una coppia offensiva straordinariamente versatile e assortita come quella composta da Meteeb e Zidan può contare su un centrocampo aggressivo e di grande qualità con Hosny e Fathy e su un esterno di straordinaria efficacia come El Muhammady che è stato la principale chiave tattica della netta vittoria contro l'Algeria. Il resto lo portano l'esperienza di El Hadary, 37 anni, Ahmed Hassam, capitano di 34 anni e 171 presenze, Gomaa, 34 anni e uno spirito di squadra inviadibile.
eurosport.yahoo.com
Egitto nettamente favorito secondo i bookmakers quindi... non me l'aspettavo.
