No no, proprio in assoluto tra tutti quelli che ho letto.

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Sono bella, o mortali, come un sogno di pietra e il mio seno, cui volta a volta ciascuno s'è scontrato, è fatto per ispirare al poeta un amore eterno e muto come la materia.

Poirot e il mistero di Styles Court di Agatha Christie

Primo libro di Agatha Christie nato da una scommessa della scrittrice con la sorella maggiore, un ottimo romanzo per me, certamente degno di elogi ma non ai livelli superlativi di "dieci piccoli indiani", una storia senza pause, scritta tutta d’impeto e che quasi ti costringe a leggerlo tutto d’un fiato fino alla fine senza rilassarti neanche un attimo(notevole poi il giochino che fa Agatha con i presunti colpevoli).
È anche la prima apparizione in assoluto del suo pupillo Poirot, uomo geniale ma a tratti un po' detestabile per la sua saccenza(mi piace molto invece il personaggio di Hastings, uomo dotato di una certa sensibilità e passionalità).
Agatha ne ha scritti di romanzi più belli per me ma questo rimane, dopo dieci piccoli indiani, quello a cui sono maggiormente affezionata.

Le avventure di Gordon Pym di Edgar Allan Poe

L’unico romanzo scritto da Edgar Allan Poe è un capolavoro di angoscia, avvincente, tragico, cinico, pagina dopo pagina si assapora una sensazione di svariate emozioni e sensazioni, dalla incredulità alla paura più latente(per me poi Poe ha sempre avuto un tocco magico nello scrivere).
Unico neo è rappresentato dalle dettagliatissime descrizioni che appesantiscono un po’ la storia ma per me si tratta come ho scritto prima di un capolavoro di mistero e avventura.

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Assassinio sull'Orient Express di Agatha Christie

Romanzo a mio parere più geniale e coinvolgente di tutta la produzione della signora Christie, gli ingredienti di base sono succulenti, un treno bloccato dalla neve nelle pianure della Jugoslavia, un americano trovato nel suo alloggio morto con dodici pugnalate, i dodici sospettati che hanno ognuno un passato da nascondere e da dimenticare e una serie di indizi incoerenti e fuorvianti, tra cui un kimono scarlatto.
Con questi elementi a sua disposizione Poirot risolverà il delitto in maniera teatrale come è tipico del suo stile, facendo riemergere i dolori e i fantasmi del passato di tutti i suoi passeggeri con una conclusione del romanzo che lascia un po’ senza fiato.
Un’opera di assoluto spessore che consiglio di leggere a tutti, appassionati e non.

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Molto dopo mezzanotte di Ray Bradbury

In questa raccolta di ventidue racconti Bradbury compie una sorta di viaggio nel passato, nel presente e nel futuro, scandagliando i misteri della vita umana.
Protagonisti sono personaggi comuni che si imbattono in storie fantastiche o grottesche, in situazioni impreviste e paradossali.
Sono racconti curiosi e intriganti fin dalla prima riga, che scorrono via velocemente come l’acqua di un ruscello a primavera.
In men che non si dica ci si ritrova all’ultima pagina, in un clima di suspense e di poesia che si dipana per tutta la lettura.
In ognuno di loro c’è la maestria e la vena creativa di Bradbury, si va da toccanti riflessioni sulla vita e la morte(“La vera saggezza” e lo splendido “I miracoli di Jamie”) ad allucinanti incubi demoniaci(L'uomo che bruciava) a profonde discese negli inferi della mente umana(“Delitto senza castigo” e “castigo senza delitto”), a raccapriccianti risvolti horror(“Gioco d’Ottobre”).
Una raccolta che fa commuovere riflettere ed emozionare.

L'estate incantata di Ray Bradbury

Il passaggio dall’infanzia all’adolescenza è un tema ricorrente in letteratura, basti pensare a capolavori come “Piccole donne” di Louisa May Alcott o "Il giovane Holden” di Salinger ma nessuno di questi autori è riuscito a descrivere questo delicato periodo della vita di ognuno di noi con tale delicatezza e malinconia come Ray Bradbury.
Non ci sono quei mondi irreali a cui Bradbury è molto legato(basta leggere alcune sue opere come la raccolta di racconti “Molto dopo mezzanotte” o il suo capolavoro assoluto, “Fahrenheit 451” o ancora “Cronache marziane”) in questo romanzo è presente solo la realtà, una realtà magica, misteriosa, affascinante così come può solo apparire agli occhi innocenti di un bambino.
La fantascienza ricopre solo un ruolo marginale, Bradbury ha preferito concentrarsi su una delle più delicate fasi che ogni essere umano si trova ad affrontare nel corso della propria vita, il passaggio dall’età fanciulla all’età adulta e lo fa con un ritratto delizioso di un bambino e dei suoi coetanei alla continua ricerca di una macchina che li porti indietro nel tempo e che li porti a vivere avventure strabilianti, quelle stesse avventure che sentono raccontare dalla bocca degli anziani.
L’atmosfera che pervade il romanzo è ovattata, onirica, dolce, struggente e che sembra quasi voglia dare allo spettatore quella sensazione di rimpianto, di nostalgia nei confronti di un passato ormai perduto ma che può rappresentare un punto d’inizio per il futuro.
Una lettura che è stata una rivelazione per me, che mi ha appassionato e mi ha commossa, che mi ha riportato alla mente un film che ho amato molto, “Stand by me-ricordo di un’estate” di Rob Reiner, che mi ha lasciato dentro un senso di malinconia e di tristezza che non riesco ancora ad allontanare ma soprattutto che mi ha permesso di conoscere e apprezzare ancor di più un autore che qualcuno ha giustamente definito l’indiscusso “poeta della fantascienza”.

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Lo strano caso del dottor Jekyll e di Mr Hyde di Robert Louis Stevenson.

Ho sempre ritenuto che Stevenson soffrisse della sindrome del dottor Jekyll.
Paragonandolo al suo romanzo più celebre, "l'isola del tesoro" mi ha sempre colpito la diversità dello stile, quasi come se a scriverlo fosse stata un’altra mano e a concepirlo fosse stata un’altra testa e non la sua.
Questo strano caso del dottor Jekyll e mister Hyde è un romanzo breve, carico di mistero, di fascino e di ambiguità.
Il dottor Jekyll e Mister Hyde, una stessa personalità divisa in due, una buona, l’altra crudele.
Non due persone poste su un piano diverso che fanno sfondo a due temi diversi ma una sola persona che si sdoppia e che subisce un processo di spersonalizzazione, diventando così due mondi diversi rinchiusi in un unico corpo.
Un tema affascinate che mi ha sempre colpita e che ci porta subito a far riferimento alla parte oscura e tenebrosa del nostro io, di quello "nero" sempre presente ma che noi teniamo nascosto.
Quando è se stesso, il dottor Jekyll è una persona completamente normale, un medico portato alla generosità e all’altruismo e che rappresenta ognuno di noi con una maschera, quella che si identifica con il nostro volto, quando si trasforma in Hyde, viene fuori tutto ciò che di solito è nascosto nella profondità dell’anima e che fa paura, che rimane nascosto perché pericoloso e minaccioso.
Jekyll, da persona buona si trasforma in un mostro(la metamorfosi avviene anche sotto il punto di vista fisico, Hyde viene descritto come una bestia indomabile, un essere irriconoscibile, brutta, deforme, dalla possente forza fisica e agilità, un punto di vista interessante questo, se ci pensiamo bene, quando predomina una parte cattiva di noi non ci trasformiamo in specie di bestie rendendoci quasi irriconoscibili?).
E’ un libro sul doppio che c’è in tutti noi, prima che un certo Signor Freud intervenisse sulla questione e rivoluzionasse il nostro modo di vivere e di pensare, un libro che andrebbe analizzato e non semplicemente letto, perché in tutto ciò c’è una palese critica di Stevenson che ha voluto a suo modo far conoscere la duplicità della natura umana(nessun uomo infatti è così amabile e rispettabile come appare, nessuno di noi è un Dio buono e magnanimo, tutti ,chi più chi meno,abbiamo qualcosa che vogliamo nascondere agli altri) e denunciare la società in cui viveva, un’epoca vittoriana che dietro alla facciata delle grandi ricchezze nascondeva tutt’altro, la povertà, la realtà dei bassifondi abilmente nascosta per non far perdere rispettabilità a cotanta nazione.
Un libro da leggere e su cui fare una bella riflessione.

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Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde

Capolavoro della letteratura inglese e vera e propria celebrazione del culto della bellezza. A tratti sembra quasi un romanzo thriller ma in realtà si tratta dell’analisi psicologica dell’anima tormentata di un uomo che ricerca nella fuggevole esteriorità un senso da dare alla sua esistenza e per questo è pronto a tutto, anche ad azioni riprovevoli.
Un romanzo originale e dissacrante con una morale di fondo che fa riflettere ancora oggi. Per me come ho scritto sopra un capolavoro imprescindibile della letteratura con un finale tra i più belli di sempre.

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Dracula di Bram Stoker


Dracula è uno dei personaggi più noti e affascinati di tutti i tempi.
Molti non sanno che Bram Stoker scrisse questo romanzo dopo un incubo scaturito dopo una buona scorpacciata di gamberetti che lo scrittore fece in compagnia dello storico e amico Arminius Vambery (che poi lo aiutò durante la stesura, soprattutto per la ricostruzione di luoghi e paesaggi).
Il romanzo di Stoker è riconosciuto come uno dei più importanti romanzi gotici mai scritti.
Dracula non è un mostro, non incute paura, non sparge sangue e non esiste in quanto persona, e’ un’entità vaga e misteriosa che affascina e richiama a sé, non va dalle sue vittime, sono le sue vittime che non resistono al suo potente richiamo.
Sicuramente Stoker ha preso spunto da una molteplicità di leggende, a partire dagli antichi miti sui succhiasangue e sui morti viventi al despota tiranno Vlad III, detto l’impalatore per il supplizio che amava dare ai suoi nemici, fatto sta che questo romanzo non è banalmente una storia di paura ma affronta temi tabù per l’epoca come pedofilia, sesso e amore extraconiugale, il tutto narrato a più voci(è la caratteristica particolare del romanzo, sembra un diario scritto da più persone dove ognuno racconta la propria storia, inframezzandola con lettere, biglietti, ritagli di giornale, tanto da non far capire al lettore cosa sia vero e cosa no).
Un’opera affascinate nella sua descrizione del male puro. Si legge veramente tutto d’un fiato.

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Il giardino segreto di Frances Hodgson Burnett

Uno dei tanti libri che mi hanno “iniziato” alla lettura, un classico per ragazzi ma che ben si presta a una approfondita lettura da parte degli adulti, un vero e proprio inno alla vita in mezzo alla natura.
Mary, grazie alla scoperta di un giardino misterioso, ritroverà la voglia di vivere, la sicurezza in se stessa, la curiosità e la gioia nei confronti di ciò che le gira attorno, porterà, lei bambina
dispotica, cupa ed egoista, luce nell'esistenza dell'intera tenuta di Misselthwaite e di coloro che vi dimorano.
La primavera, madre e fonte di naturale magia, avvolge l’intera storia, risvegliando non soltanto la natura ma anche i sentimenti assopiti nel cuore da un lungo e doloroso inverno dei suoi protagonisti.
Un delicato racconto che nasconde una storia d’amicizia e d’amore intensa e perduta per sempre, allontanando per sempre quel profondo senso di solitudine e inadeguatezza che avviluppava gli animi dei personaggi coinvolti.
Alla base di tutta la narrazione c’è la ricerca di un posto segreto dove ritrovare se stessi e che racchiuda i nostri pensieri, le nostre speranze, i nostri sogni ma soprattutto c’è il profondo amore per la natura che diventa una maestra di vita per i giovani protagonisti, che
li riporta alla vita e che fa loro finalmente provare cosa significhi avere dei sentimenti, cosa significhi amare ed essere amati.
Il giardino segreto è in ognuno di noi, basta trovare la chiave nascosta da qualche parte, organizzare gli attrezzi, seminare i fiori e poi ammirarne e raccoglierne la fioritura, basta solo volerlo.

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Qualcuno ha letto "Doctor Sleep" di S.King, seguito di Shining?

Io no perché non sono una fan di King (Shining non mi è piaciuto per niente) ma chi lo ha letto mi ha detto che non è malaccio, si aspettava di più soprattutto per quanto riguarda i personaggi(poco convincenti) e la storia che non è particolarmenre coinvolgente ma alla fine si può leggere.


Io intanto ho finito quella boiata di sogni di sangue di Lorenza Ghinelli, una storia che ho trovato sciatta, banale e, soprattutto, scritta in tutta fretta (sembra quasi che l’autrice abbia ritardato sulla data di scadenza pattuita dal suo editore per la chiusura del libro e si sia sbrigata in tutta furia a finirlo), piena zeppa di argomenti ostici (soprannaturale, riti esoterici, onirismo e ipnotismo, temi sociali come il bullismo e il maltrattamento sui minori da parte degli adulti) che sono stati tutti mescolati alla rinfusa con il risultato finale di un minestrone senza forma e senza sapore.
La storia è stata scopiazzata qua e là (ha il sapore di “Carrie” di Stephen King, de “L’esorcista” di Blatty, a tratti anche di “Tre metri sopra il cielo” di Moccia e dei film di Lucio Fulci), l’elemento horror si esaurisce subito e il finale, come ho scritto sopra, è scritto in tutta fretta.
Lo stile della scrittrice è buono ma non basta a risollevare le sorti di un libro che, a mio modesto modo di vedere, parte male fin dall’inizio.
Alla fine non ti rimane nulla, è uno di quei libri che, una volta chiusi, te li dimentichi subito e, soprattutto, ti domandi perché siano stati pubblicati.

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