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MessaggioInviato: ven 30 ago 2019, 13:41 
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Il fante di cuori e la dama di picche di Joanne Harris

Romanzo tenebroso, a tratti ansiogeno, fantasioso ed enigmatico che unisce sensualità e passione a tutti i clichè tipici del romanzo gotico(cimitero, fantasmi, apparizioni, atmosfere dark).
Mano a mano che si prosegue nella storia il lettore si trova coinvolto in una storia torbida di sesso e stato mentale alterato da sostanze stupefacenti dove i protagonisti sono due personaggi che da una parte ispirano rabbia e sdegno(Henry) dall’altra compassione e tristezza (Effie).
Ci sono tutti gli elementi che accomunano a volte la vita di ogni singolo essere umano(amore, passione, rabbia, invidia, depressione, istinto) dando vita a un intreccio di eventi e di personaggi a tratti davvero troppo confusionario così come il suo finale.
A differenza di tanti a me il libro è piaciuto, il problema sta nel fatto che mi ha lasciato un senso di incompiutezza, come se mi fossi trovata davanti a una gustosa ricetta a cui però manca l’ingrediente più importante.
Comunque sia lo promuovo. Ottimo lo stile narrativo della Harris che per me scrive molto bene e che già avevo apprezzato in “Chocolat”.

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Sono bella, o mortali, come un sogno di pietra e il mio seno, cui volta a volta ciascuno s'è scontrato, è fatto per ispirare al poeta un amore eterno e muto come la materia.

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MessaggioInviato: ven 13 set 2019, 14:46 
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Il seme del male di Joanne Harris

Ormai il mito del vampiro è stato talmente sdoganato da essere usato da qualsivoglia scrittore come rampa di lancio nel mondo dell’editoria.
E’ successo anche a Joan Harris che come suo primo romanzo sceglie una storia di vampiri, accompagnandola a lunghi flashback sulla vita precedente della succiasangue.
Il risultato è un romanzo che parte molto faticosamente e si perde nella sua lentezza, che si riprende un po’ nella parte centrale grazie anche a un’incalzante narrazione finendo poi con un finale dall’esito abbastanza scontato.
Questo libro alla fine altro non è che una scopiazzatura dei grandi classici gotici ma essendo un’opera prima la si può anche perdonare.
Comunque sia è scritto molto bene.

Il cavaliere irlandese di Juliene Osbourne

Il romanzo in sé non sarebbe nemmeno brutto, è poetico, affascinante, suggestivo nelle descrizioni dell’Irlanda del quinto secolo dopo Cristo, il fatto è che mi aspettavo una lettura completamente diversa(più che altro un romanzo medioevale con intrighi, battaglie e personaggi coinvolgenti come mi è capitato di leggere in passato), a parte le leggende narrate da Ossian mi sono annoiata per il resto della storia nel leggere un trattato filosofico-religioso(che non è proprio il mio genere, mi dispiace), per di più scritto anche in modo molto ridondante.
Peccato perché avevo delle ottime aspettative su questo romanzo.

La casa assassinata di Pierre Magnan.

Romanzo che s'ispira liberamente all'omicidio della famiglia Gruber(https://it.wikipedia.org/wiki/Hinterkaifeck).
Il peccato di non dimenticare è il fulcro di questo romanzo thriller-noir con il velato sapore di una tragedia greca.
Storia e stile ricordano molto quelli di Georges Simenon, stessa cura e attenzione nei particolari e nelle significative e vivide descrizioni, nel ambiguo e continuo intreccio tra i personaggi, nelle passione torbide che li uniscono.
Il forte senso di comunità tende ad allontanare inconsciamente Seraphine, sopravvissuto a una strage che molti cercano in tutti i modi di dimenticare(forse perché ognuno di loro ha qualcosa da nascondere riguardo a quella notte?) ma la presenza del ragazzo farà capire loro che dimenticare è impossibile, il passato, per quanto lo si voglia cancellare, torna quasi sempre a portare il conto.
Un thriller torbido e intrigante dove tutti sono allo stesso tempo vittime e colpevoli. Peccato per alcuni punti che hanno rallentato un po’ la narrazione.

Fiorire d'inverno di Nadia Toffa

Questo libro è paragonabile a un’esplosione di un vulcano come lo era la donna che lo ha scritto, un fiume di entusiasmo nei confronti della vita, anche quando sappiamo che ci sta per abbandonare.
E’ una confessione a cuore aperto, la sua infanzia, la sua passione per la ginnastica artistica, il suo lavoro con annesse gratificazioni, l’imprevisto che porta un nome che spaventa.
Il ritratto che ne viene fuori è di una donna che ha imparato fin da piccola a essere indipendente, a lottare per raggiungere i suoi obiettivi, una donna caparbia e determinata all’apparenza ma piena di tante fragilità che nel momento della malattia escono fuori dal nascondiglio dove le aveva sepolte.
Non è un trattato sulla malattia, non c’è la presunzione di dire: “Ve lo spiego io come si affronta il cancro”, c’è solo una grande onestà e lealtà nei confronti della vita e nella forza che ci vuole per affrontarla, perché chi ci è passato sa bene che da certi drammi non si guarisce mai del tutto, puoi avere il miracolo di farcela ma ti rimangono attaccati alla pelle per sempre.
Un libro che per me solo chi è passato direttamente o indirettamente nel vortice di questa malattia può capire e apprezzare e soprattutto capire quel significato della parola “dono”.

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MessaggioInviato: ven 20 set 2019, 14:39 
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Le sette morti di Evelyn Hardcastle di Stuart Turton

Romanzo complesso e a suo modo affascinante, un thriller psicologico che strizza vagamente l’occhio ad Agatha Christie e dal quale è davvero difficile staccarsi.
La trama è originale e intrigante, un’ambientazione popolata da un vortice di personaggi(anche troppi) tutti dalla personalità ben distinta.
E’ difficile stare dietro alla storia anche se stuzzica molto la curiosità del lettore(soprattutto se si è appassionati di gialli/noir), c’è da dire però che il finale per me lascia insoddisfatti e perplessi.
Un libro senza alcun dubbio particolare, dalla trama geniale e seducente e dal finale per me troppo improvvisato e veloce.
Comunque una lettura che è stata una vera sorpresa per me.

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MessaggioInviato: sab 21 set 2019, 23:35 
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La tua opinione su I pirati della Malesia, Vim? :-)

L'ho riletto dopo lustri e non posso che sposare ciò che è scritto nella prefazione contenuta nella edizione in mio possesso: "Salgari piace perché i suoi libri sono portentosi congegni che creano emozioni e desideri. Non ha perciò importanza, o ne ha poca, che i suoi romanzi siano "scritti male", e che contengano degli errori di storia e di geografia se non addirittura di grammatica o di sintassi; ciò che conta è che facciano sognare, accendano la fantasia e la proiettino verso un mondo dove le sorprese si susseguono a ogni pagina".

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MessaggioInviato: dom 22 set 2019, 2:10 
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Lo adoro, è uno dei romanzi che mi hanno iniziato alla lettura.
Salgari aveva una grande potenza d'immaginazione.

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MessaggioInviato: dom 22 set 2019, 12:02 
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Vimarna ha scritto:
Le sette morti di Evelyn Hardcastle di Stuart Turton

Romanzo complesso e a suo modo affascinante, un thriller psicologico che strizza vagamente l’occhio ad Agatha Christie e dal quale è davvero difficile staccarsi.
La trama è originale e intrigante, un’ambientazione popolata da un vortice di personaggi(anche troppi) tutti dalla personalità ben distinta.
E’ difficile stare dietro alla storia anche se stuzzica molto la curiosità del lettore(soprattutto se si è appassionati di gialli/noir), c’è da dire però che il finale per me lascia insoddisfatti e perplessi.
Un libro senza alcun dubbio particolare, dalla trama geniale e seducente e dal finale per me troppo improvvisato e veloce.
Comunque una lettura che è stata una vera sorpresa per me.


ero tentatissimo di prenderlo

ma quando ho letto che è ambientato circa un secolo fa (odio le ambientazioni retrograde ante 1940) e con 500 personaggi, mi è passata la voglia, perchè odio dover ricordare i nomi di tutta quella gente, mi deconcentra da tutto il resto questo "sforzo".

mi assicuri che invece non è pesante e scorre?


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Scorre abbastanza bene, l'unico problema sono i tanti personaggi presenti che ti confondono un po' ma per me merita, è un romanzo originale e geniale.

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La luce sugli oceani di M.L.Steidman

Il desiderio di maternità a volte può essere talmente forte da diventare egoistico, questa è la prima riflessione che viene alla mente dopo la lettura questo romanzo.
Ce né anche un’altra per me, il confronto tra le due donne antagoniste della storia, l’una la mamma biologica della piccola, l’altra colei che l’ha allevata. Chi è la vera madre? Colei che la partorisce o colei che se ne prende cura?(come penso da sempre i figli sono di chi li fa ma soprattutto di chi li cresce). E’ più giusto seguire le regole della società o il cuore?
Ho letto che alcuni non hanno apprezzato il personaggio di Tom, a me invece è piaciuto, un uomo che per amore della propria compagna sacrifica sé stesso, un uomo fino a quel momento leale che si trova a rinnegare tutto ciò in cui crede per non dare un’ulteriore sofferenza alla sua metà ma che poi verrà divorato dalle voci della sua coscienza.
Questo è un romanzo sulla perdita, sulle scelte di vita che ogni giorno decidiamo di fare e delle conseguenze che dobbiamo poi affrontare, sull’amore e sul limite sottile che a volte intercorre con il possesso.
Lo stile di scrittura è semplice e delicato, malinconico e struggente come la storia che racconta. Il finale mi ha commossa. Lo consiglio, così come la visione del film con protagonista la coppia Fassbender-Vikander.

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No, tu? :)

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