La zona del crepuscolo
“Nella zona del crepuscolo non si muore, è la banalità sublime, l'inutilità eretta a sistema, il nonsenso totale, l'idea di dover morire fa sì che ci affanniamo per trovare uno scopo all'esistenza, eliminata quell'idea, anche l'affanno scompare."Questa citazione del dottor Hicks racchiude in sé l’asso portante dell’albo: una terra di nessuno, fuori dal tempo e dallo spazio in cui niente ha un senso.
Dimenticarsi di non esistere, questo capita alla povera Mabel, la protagonista della storia, per lei arrendersi all’idea di far parte di un eterno ritorno nietzschiano, una trappola che annulla ogni volontà e dalla quale non c'è via d’uscita, è terrificante.
Una storia sulla quale si potrebbe discutere per ore intere tanto è difficile da comprendere e spiegare, una storia inquietante, misteriosa, malinconica, agghiacciante, tenebrosamente horror.
Indubbiamente uno degli albi più difficili e più affascinanti della storia dell’indagatore dell’incubo. Affascinante anche l'intermezzo sul racconto di Poe, così come i disegni del duo Grassani/Montanari.
Ritorno al crepuscolo
Decisamente degno del prequel però l’ho trovato un po’ forzato, soprattutto nel finale(