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 Oggetto del messaggio: Re: E la poesia venne a cercarmi...
MessaggioInviato: dom 4 gen 2015, 17:33 
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I ragazzi che si amano di Jacques Prevert

I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove molto più lontano della notte
Molto più in alto del giorno
Nell'abbagliante splendore del loro primo amore.

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Sono bella, o mortali, come un sogno di pietra e il mio seno, cui volta a volta ciascuno s'è scontrato, è fatto per ispirare al poeta un amore eterno e muto come la materia.

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 Oggetto del messaggio: Re: E la poesia venne a cercarmi...
MessaggioInviato: ven 16 gen 2015, 20:32 
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"Saprai che non T'amo e che T'amo" di Pablo Neruda

Saprai che non t'amo e che t'amo
Perché la vita è in due maniere,
La parola è un'ala del silenzio,
Il fuoco ha una metà di freddo.


Io t'amo per cominciare ad amarti,
Per ricominciare l'infinito,
Per non cessare d'amarti mai:
Per questo non t'amo ancora.


T'amo e non t'amo come se avessi
Nelle mie mani le chiavi della gioia
E un incerto destino sventurato.

Il mio amore ha due vite per amarti.
Per questo t'amo quando non t'amo
E per questo t'amo quando t'amo.

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 Oggetto del messaggio: Re: E la poesia venne a cercarmi...
MessaggioInviato: lun 19 gen 2015, 14:24 
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Giochi ogni giorno

Giochi ogni giorno con la luce dell'universo.
Sottile visitatrice, giungi nel fiore e nell'acqua.
Sei più di questa bianca testina che stringo
come un grappolo tra le mie mani ogni giorno-

A nessuno rassomigli da che ti amo.
Lasciami stenderti tra ghirlande gialle.
Chi scrive il tuo nome a lettere di fumo tra le stelle del sud?
Ah lascia che ti ricordi come eri allora, quando ancora non esistevi.

Improvvisamente il vento ulula e sbatte la mia finestra chiusa.
Il cielo è una rete colma di pesci cupi.
Qui vengono a finire tutti i venti, tutti.
La pioggia si denuda.

Passano fuggendo gli uccelli.
Il vento. Il vento.
lo posso lottare solamente contro la forza degli uomini.
Il temporale solleva in turbine foglie oscure
e scioglie tutte le barche che iersera s'ancorarono al cielo.

Tu sei qui. Ah tu non fuggi.
Tu mi risponderai fino all'ultimo grido.

Raggomitolati al mio fianco come se avessi paura.
Tuttavia qualche volta corse un'ombra strana nei tuoi occhi.

Ora, anche ora, piccola, mi rechi caprifogli,
ed hai anche i seni profumati.
Mentre il vento triste galoppa uccidendo farfalle
io ti amo, e la mia gioia morde la tua bocca di susina.

Quanto ti sarà costato abituarti a me,
alla mia anima sola e selvaggia, al mio nome che tutti allontanano.
Abbiamo visto ardere tante volte l'astro baciandoci
gli occhi
e sulle nostre, teste ergersi i crepuscoli in ventagli giranti.

Le mie parole piovvero su di te accarezzandoti.
Ho amato da tempo il tuo corpo di madreperla soleggiata.
Ti credo persino padrona dell'universo.
Ti porterò dalle montagne fiori allegri, copihues,
nocciole oscure, e ceste silvestri di baci.
Voglio fare con te
ciò che la primavera fa con i ciliegi.

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 Oggetto del messaggio: E la poesia venne a cercarmi...
MessaggioInviato: gio 22 gen 2015, 15:20 
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Qualcuno di voi ha mai scritto una poesia?
Una ragazza che viene in classe con me ne scrive una o piu al giorno xD

Comunque anche io odio la poesia

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 Oggetto del messaggio: Re: E la poesia venne a cercarmi...
MessaggioInviato: gio 22 gen 2015, 15:21 
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LudwigvonFicker ha scritto:
L'altro giorno ho letto un po' di sonetti di Crollalanza. Mi perdonerete ciò che dico nel mio stato di ebbrezza: li ricordavo un filo più impressionanti.


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 Oggetto del messaggio: Re: E la poesia venne a cercarmi...
MessaggioInviato: mer 28 gen 2015, 17:42 
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Non, Vita, perchè tu sei nella notte di Camillo Sbarbaro

Non, Vita, perchè tu sei nella notte
la rapida fiammata, e non per questi
aspetti della terra e il cielo in cui
la mia tristezza orribile si placa:
ma, Vita, per le tue rose le quali
o non sono sbocciate ancora o già
disfannosi, pel tuo Desiderio
che lascia come al bimbo della favola
nella man ratta solo delle mosche,
per l’odio che portiamo ognuno al noi
del giorno prima, per l’indifferenza
di tutto ai nostri sogni più divini,
per non potere vivere che l’attimo
al modo della pecora che bruca
pel mondo questo o quello cespo d’erba
e ad esso s’interessa unicamente,
pel rimorso che sta in fondo ad ogni
vita, d’averla inutilmente spesa,
come la feccia in fondo del bicchiere,
per la felicità grande di piangere,
per la tristezza eterna dell’Amore,
per non sapere e l’infinito buio…
per tutto questo amaro t’amo, Vita.

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MessaggioInviato: ven 20 feb 2015, 14:39 
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IL GAROFANO, di Evaristo Carriego

Accadde al sorgere di un dubbio insinuativo
che la tua severa aristocrazia venne ferita,
come un simbolo rosso della mia audacia,
da un garofano che la tua mano non coltiva.
Forse ci fu una frase suggestiva,
o la tua perspicacia subdorò un’intenzione
e allora la tua serenità piena di grazia
finse una ribellione dispregiativa…
E così, nella tua vanità, per l’impaziente
condanna di un orgoglio intransigente,
il mio rosso araldo di preghiera amorosa
meritò, per la sua simbolica insolenza,
- come fosse un apostolo o un bandito -
la ghigliottina delle tue nobili dita.

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MessaggioInviato: mer 11 mar 2015, 19:41 
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TENEBRAE (Paul Celan)
Traduzione di Luigi Reitani

Siamo vicini, Signore,
vicini e afferrabili.

Già afferrati, Signore,
gli uni agli altri abbrancati, come fosse
il corpo di ciascuno di noi
il tuo corpo, Signore.

Prega, Signore,
pregaci,
siamo vicini.

Andavamo sghembi laggiù,
andavamo laggiù per curvarci
su conca e cratere.

Andavamo all'abbeveratoio, Signore.

Era sangue, era
ciò che hai versato, Signore.

Splendeva.

Ci scagliò la tua immagine negli occhi, Signore.
Occhi e bocca restano aperti e vuoti, Signore.
Abbiamo bevuto, Signore.
Il sangue e l'immagine che era nel sangue, Signore.

Prega, Signore,
siamo vicini.


Nah sind wir, Herr,
nahe und greifbar.

Gegriffen schon, Herr,
ineinander verkrallt, als wär
der Leib eines jeden von uns
dein Leib, Herr.

Bete, Herr,
bete zu uns,
wir sind nah.

Windschief gingen wir hin,
gingen wir hin, uns zu bücken
nach Mulde und Maar.

Zur Tränke gingen wir, Herr.

Es war Blut, es war,
was du vergossen, Herr.

Es glänzte.

Es warf uns dein Bild in die Augen, Herr.
Augen und Mund stehn so offen und leer, Herr.
Wir haben getrunken, Herr.
Das Blut und das Bild, das im Blut war, Herr.

Bete, Herr.
Wir sind nah.

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Tractatus germanico-italicus
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 Oggetto del messaggio: Re: E la poesia venne a cercarmi...
MessaggioInviato: mer 11 mar 2015, 19:48 
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Non la conoscevo...davvero molto bella...:)

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 Oggetto del messaggio: Re: E la poesia venne a cercarmi...
MessaggioInviato: lun 30 mar 2015, 16:23 
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Lodovico nel suo periodo romantico passava le interminabili ed infernali ore di matematica a scrivere questa poesia sui libri e sui scripts. Per proteggersi dal ridicolo del gesto la scrisse e riscrisse utilizzando l'alfabeto runico - rendendosi forse ancora più ridicolo in prospettiva.


What The Thrush Said. Lines From A Letter To John Hamilton Reynolds

O thou whose face hath felt the Winter's wind,
Whose eye has seen the snow-clouds hung in mist
And the black elm tops 'mong the freezing stars,
To thee the spring will be a harvest-time.
O thou, whose only book has been the light
Of supreme darkness which thou feddest on
Night after night when Phoebus was away,
To thee the Spring shall be a triple morn.
O fret not after knowledge -- I have none,
And yet my song comes native with the warmth.
O fret not after knowledge -- I have none,
And yet the Evening listens. He who saddens
At thought of idleness cannot be idle,
And he's awake who thinks himself asleep.

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Tractatus germanico-italicus
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