Trovo che De Lillo sia sopravvalutato, mi da l'impressione del tipico scrittore arrogante e pseudo-intellettualoide.
Io ho letto solo "rumore bianco" e mi e' bastato, libro insignificante, presuntuoso, noioso e pieno di banalita'.
Mi sbagliero' ma per me questo scrittore e' solo l'ennesimo caso letterario creato ad arte dalla critica.

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Sono bella, o mortali, come un sogno di pietra e il mio seno, cui volta a volta ciascuno s'è scontrato, è fatto per ispirare al poeta un amore eterno e muto come la materia.

DerridaRicoeurWittgenstein.

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10dovicovonFicker: Primo e secondo posto del G P S 2012.
Tractatus germanico-italicus
P & C Edizione 2016/2017/2018

Cooooooosa?insignificante? Io trovo la sua scrittura tremendamente più onesta di molte altre opere. Dimmi un altro scrittore che tenta di raccontare la complessità del mondo contemporaneo (perchè di questo si tratta) con tanta sagacia e ironia.

Cioè?Di derrida e ricouer non ho mai letto nulla, ma nemmeno mi interessa troppo. Wittgenstein invece è, senza ombra di dubbio a mio avviso, tra i primi 3 filosofi del novecento, se non il primo.

Beh sì, tra i primi tre sicuramente.

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10dovicovonFicker: Primo e secondo posto del G P S 2012.
Tractatus germanico-italicus
P & C Edizione 2016/2017/2018

Perché i più grandi filosofi della storia (in linea generale, ovviamente), sono greci antichi e tedeschi? Forse per via della strutturazione della loro lingua, il greco antico e il tedesco appunto, particolarmente adatta a questo ramo del sapere? O è un fattore secondario?

Per quanto riguarda i greci direi che sono stati i "primi", hanno iniziato la tradizione occidentale e quindi, soprattutto platone e aristotele, sono necessari punti di riferimento/di partenza. Aristotele in particolare ha davvero scritto praticamente ogni campo, dalla logica all'estetica, per capirci.

Il tedesco purtroppo non lo conosco, l'elemento linguistico può aver influito, ma lud ne sa sicuramente di più. Però secondo me a giocare un ruolo ancora più preponderante è semplicemente la tradizione, e alla fine in europa ce ne sono 3: francese, inglese e tedesca.

Riguardo wittgenstein, crescere in quella vienna lì avrebbe fatto anche di totti un degno professore.

La risposta "la tradizione" non fa che aggirare la domanda: perché la tradizione è nata proprio lì? Per questo parlavo di qualcosa di più primordiale, come l'impianto linguistico...

Comunque anche l'Italia si difende ottimamente: Vico, Gentile, Croce, ma anche Dante e Leopardi... (Leopardi, secondo Emanuele Severino, nello Zibaldone ha fornito già tutto il necessario armamentario filosofico a Nietzsche per far arrivare quest'ultimo a dichiarare la morte di Dio).

Per Odifreddi Wittegenstein è uno dei più sopravvalutati

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D10S

Beh ma la questione dell'origine della tradizione ha a che fare con contesti socio-economici-culturali. Il genio di Leibniz, che è il primo grande filosofo tedesco dell'epoca moderna, ha più a che fare con il clima scientifico di quell'europa (tutta la querelle con newton, per dire) che con la lingua (anzi forse scriveva ancora in latino).
Però, ripeto, anche il fattore linguistico avrà una sua importanza. (ma il francese è tanto meglio dell'italiano per fare filosofia?)