Attenzione: post molto lungo.
Sychev ha la tendenza a cambiare opinione radicalmente nel giro di poco tempo

Non è giusto parlare in questi termini di Spalletti.
Qui ha fatto molto bene per tre anni. E' stato bravo e fortunato nel mettere in pratica il modulo che è diventato il suo marchio di fabbrica. Bravo perchè è stata un'intuizione felice (anche se non è stato solo merito suo, fu una decisione presa all'interno dello spogliatoio in una situazione d'emergenza), fortunato perchè senza determinati giocatori e in assenza di una assoluta disposizione al sacrificio di una parte della squadra tutto il castello tattico non avrebbe retto. E in determinate situazioni non ha retto, ed è venuto giù.
Perrotta deve parte del suo successo a lui, il resto a Totti e infine ai suoi polmoni.
Ha avuto diversi meriti, primo fra tutti quello di rimettere in piedi lo spogliatoio distrutto prima dalla stagione dei dodicimila allenatori e poi da Cassano. Ha contribuito a riportare il bel gioco a Roma dopo l'era Capello, e ha fatto straordinariamente bene in Europa. Ha convinto la squadra a credere in sè stessa, il che le ha permesso di vincere partite contro avversari considerati superiori come il Lione (non ci era superiore), il Real Madrid (lo era, ma era una squadra disfunzionale, più di oggi), il Chelsea (lo era, nonostante Scolari).
La migliore stagione della storia della Roma (non stando agli almanacchi, ma sul campo sì), è quella 2007-08, con Spalletti in panchina: Scudetto (rubato), Coppa Italia, Supercoppa e uscita ai quarti di finale di Champions per mano della squadra più forte del mondo e una delle più forti degli ultimi anni.
Proprio alla fine di quella stagione la Roma di Spalletti è morta, e l'averla uccisa è il suo demerito principale, che mette in secondo piano tutto il resto (le conferenze stampa inascoltabili, l'introduzione del suo gergo, l'ipocrisia dei comportamenti a telecamere accese e spente, i contrasti con alcuni giocatori, la gestione dei nuovi acquisti nel 2008-09, la gestione del caso Panucci e infine la fossilizzazione sul 4-2-3-1 in maniera dogmatica quando i risultati consigliavano di cambiare).
Nel giugno 2008 la Roma di Spalletti è morta quando si è venuto a sapere che il tecnico toscano si era incontrato a Parigi con Abramovich. Spalletti non fu convocato dal Chelsea, che invece aveva contattato Ancelotti e Scolari, ma era stato lui a proporsi, all'insaputa della società e dei giocatori, facendo muovere il suo procuratore Moreno Roggi e il suo avvocato.
Chiunque abbia un minimo di esperienza a livello di calcio giocato sa che un gesto del genere all'interno di uno spogliatoio è visto come una scorrettezza in primo luogo, e poi come un segnale di mancanza di fiducia.
Probabilmente Spalletti pensava di aver fatto il massimo con la Roma (forse era vero, forse no) e aveva deciso di approfittare del vuoto su una grande panchina per far fare alla sua carriera il salto di qualità.
Qui a Roma non è come a Milano o a Torino. Forse è una questione di trofei, di esperienza, di professionalità o forse di cultura, ma i giocatori tendenzialmente non sono in gradi di affrontare una vicenda del genere nel modo giusto: separando il lato umano della questione da quello professionale e giocando al meglio delle loro possibilità. E il gesto di Spalletti è stato interpretato come un tradimento.
Se non c'è fiducia reciproca all'interno di un gruppo, si lavora male (certo, le eccezioni ci sono, ad esempio la Lazio del primo scudetto, ma quella è una questione di personalità) e i risultati difficilmente arrivano.
Spalletti ha avuto la sua opportunità di ricucire i rapporti con il gruppo: dopo l'inizio di stagione disastroso, all'interno dello spogliatoio si disusse per giocare con un nuovo modulo. Spalletti accettò, e con il rombo migliorammo sensibilmente.
Poi, tornammo al vecchio modulo, non so bene perchè, e lì la stagione finì.
Per come vedo io il calcio, Spalletti doveva dimettersi (o meglio, doveva essere esonerato), il giorno dopo l'incontro di Parigi. Lo sostengo dall'estate 2008.
La società non poteva permetterselo, e nemmeno lui, non avendo ancora un accordo con un altra società.
Così abbiamo buttato la stagione scorsa e l'inizio di questa.
Personalmente nel complesso non lo reputo un grandissimo allenatore, ma è senza dubbio molto bravo. Probabilmente è più bravo di Ranieri, ma nelle condizioni in cui ci trovavamo a settembre avevamo più bisogno di ciò che Ranieri aveva da offrire piuttosto che di quello di cui è capace Spalletti. Ranieri è stata la scelta concettualmente più giusta, per i risultati sul campo dovremo aspettare, anche se abbiamo iniziato meglio di quanto mi aspettassi.
Mi fanno un po' ridere i discorsi sulla signorilità di Spalletti al momento delle dimissioni: ha lasciato i soldi sapendo che avrebbe trovato un contratto più vantaggioso in breve tempo. Sarebbe stato 'signorile' se avesse lasciato nel momento più indicato, a giugno 2008.
Quello russo è un calcio diverso dal nostro sotto molti punti di vista. Le aspettative saranno altissime fin da subito. Non so quale sia l'atteggiamento della stampa locale. Per Spalletti è molto importante l'esposizione mediatica (il
primetime di cui parlò Mourinho), e a San Pietroburgo se la dovrà guadagnare con i risultati nelle coppe.
Lo Zenit è una buona squadra, con ottimi elementi. Farà degli investimenti importanti per fare bene in Europa.
A San Pietroburgo troverà un terreno 'già arato', per così dire. Lo Zenit di Advocaat, pur senza alcuni interpreti, è una base solida sia a livello 'filosofico' che tecnico.
Secondo me farà bene.
Proporrei immediatamente uno scambio Pizarro-Denisov

gran bel post jana, condivido su quasi tutto.
quel quasi si riferisce all'addio che avrebbe dovuto dare dopo il colloquio con abramovich nel 2008. sicuro che ha preso e si è presentato lui a chiedere la panchina del chelsea?
quello era il periodo che abramovich preparava la stagione successiva, aveva convocato diversi allenatori.
ha sbagliato a rimanere quest'estate, dato che se ne voleva andare. ma credo che sia stato preso in giro da rosella.