Intermania, ci risiamo: a Barcellona con Gagliardini, già condannato
Primo non prenderle. Una prima parte di stagione più complicata del previsto ha costretto l'Inter a un doveroso bagno d'umiltà. La squadra ha abbassato il baricentro per dare maggiore protezione alla difesa, come si è visto nelle ultime due partite vinte di misura contro Barcellona e Sassuolo, con Onana in porta al posto di Handanovic.
In vista della trasferta di mercoledì sera al Camp Nou, Inzaghi è orientato a confermare la stessa formazione che settimana scorsa ha battuto il Barça a San Siro, fatta eccezione per l'infortunato Correa. Al suo posto può giocare Gagliardini, con l'avanzamento di Mkhitaryan dietro all'unica punta Lautaro e Dzeko in panchina.
Il 28enne centrocampista italiano, che si è rivisto in campo nel finale sabato a Reggio Emilia, finora in questa stagione è partito dall'inizio soltanto una volta: a Roma contro la Lazio, fallendo nella missione di contrastare la fisicità di Milinkovic-Savic. Un calciatore dalle caratteristiche differenti rispetto ai due giovani talenti spagnoli in forza alla squadra di Xavi: Gavi e Pedri. I quali hanno una qualità tecnica e un cambio di passo nemmeno lontanamente paragonabili a quelli di Gagliardini, già condannato a una partita di sofferenza.
Come quasi sempre, se le cose dovessero andar male, sarà lui il bersaglio preferito. Invece sarebbe il caso di pensare anche a chi l'ha preso e a chi lo fa giocare. Nel mercato di gennaio del 2017, due anni prima dell'arrivo di Marotta, l'Inter investì ben 22 milioni di euro per acquistarlo dall'Atalanta. Conte gli aveva dato fiducia, schierandolo titolare al posto di Eriksen prima nella finale di Europa League contro il Siviglia e poi anche in Champions contro il Real Madrid a San Siro: due sconfitte su due.
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