il Mister ha scritto:
Mah, non vedo come l'incertezza societaria possa influire sulle prestazioni in campo.
Chiedo venia in anticipo per la mancanza di sintesi, ma il tema è abbastanza "cicciotto" (come si dice a Roma)...
Diciamo che la società è una delle 3 o 4 componenti che fanno la differenza e influiscono sulle sorti di una compagine calcistica.
Società, Allenatore e rosa dei calciatori a cui possiamo aggiungere volendo anche l'ambiente (genericamente inteso). Poi su quanto ogni singola componente influisca e incida ci sono ovviamente varie scuole di pensiero (ciascuna a suo modo valida). Senza addentrarmi ora nelle varie percentuali (soggettive) per come la vedo io la società può incidere positivamente o negativamente (non solo per il budget e i soldi che spende, ovviamente).
Nel caso specifico della Roma (oltre ad avere un presidente poco/nulla presente) al di là dell'incertezza societaria ci sono stati diversi episodi particolari.
Penso su tutti alla "destituzione" di Petrachi, prima sospeso e ora in rampa di licenziamento. Il ruolo del direttore sportivo non si esplica ovviamente solo nella costruzione della squadra ma anche nella gestione in itinere del gruppo (e il suo "raccordo" con l'allenatore è senz'altro importante). Poi ci sono d.s. molto presenti e partecipi e altri un pò più "distaccati". Petrachi, da quello che dicono, è uno di quelli che non si perde ogni singolo allenamento e vive a contatto con la squadra e la segue un pò ovunque (tanto da essere stato accusato anche di una improvvida capatina nello spogliatoio nell'intervallo di Sassuolo-Roma).
Lo sapranno spiegare meglio di me gli amici romanisti per carità. Comunque sia dopo l'addio di Petrachi il ruolo di d.s. è stato affidato a Morgan De Sanctis alle prime armi in quel ruolo (fino a ieri faceva il team manager) ma che comunque al momento fa scena muta con la stampa. A livello societario l'unico che rilascia dichiarazioni è il CEO Guido Fienga (molto attivo a livello comunicativo, anche con interviste esclusive alle varie testate). In certi momenti la presenza (e l'autorevolezza) della società è senz'altro importante.
Poi per carità, c'è anche la scuola di pensiero secondo cui finché la società paga puntualmente gli stipendi ai calciatori frega il giusto il resto. Tesi rispettabilissima, ci mancherebbe.
Per come la vedo io il caos societario giocoforza incide sul rendimento della squadra. Poi sicuramente ci sono episodi ed esempi di squadre che hanno ottenuto gli obiettivi prefissati o sono andati oltre le aspettative giocando quasi senza società (la stessa Roma nella fase finale dell'era Sensi) o hanno comunque venduto cara la pelle pur mollando alla lunga (penso al Pisa di Gattuso nel 2017). Ma in linea di massima se la società latita o non c'è la cosa tende ad incidere.
La Juventus (ad esempio) storicamente ha vinto anche grazie ad una società forte e strutturata, mi pare innegabile.