ciurlizza ha scritto:
Ho guglato, ma di 'sta cosa del ritorno a C1 e C2 se ne parlava un anno fa e non è stato fatto... c'è ora qualcosa di più concreto?
Comunque sì, non penso sia sostenibile. Ma questo non in assoluto, ma per le dimensioni che si vogliono dare alla cosa. Voglio dire, tempo fa guardavo i requisiti che devono avere le squadre di D, tipo presentare fidejussioni astronomiche e poi cacciare un sacco di soldi per questo e quello... E queste sono solo le richieste della federazione. E si parla di D, figuriamoci la C. Si deve capire che per giocare a pallone basta un campo decente e poco altro, ed essere meno esosi nelle richieste, nutrire aspettative meno grandiose per le serie inferiori, da parte di tutti. E adottare formati low cost, comprimere in tutti i modi i costi che un club deve sostenere per esistere e partecipare.
Poi bisognerebbe adottare regole e meccanismi di controllo più stringenti per queste squadre, salary cap (in B pare ci sia già, che problema ci sarebbe a estenderlo?), ecc.
Non so se concordo o meno.
O meglio, concordo sul fatto che nel calcio dilettantistico i requisiti dovrebbero essere veramente ridotti all'osso.
Penso invece che per il professionismo sia doveroso pretendere infrastrutture di livello (e certi requisiti ci sono) e una stabilità economica che non falsi la competizione (e qui invece in Italia non c'è il minimo controllo).
Poi c'è il problema della serie D che ufficialmente sono dilettanti, ma all'atto pratico sono professionisti, mi dicevano che i calciatori in serie D guadagno di più di quelli in serie C (ok, non i top), visto che vengono pagati con rimborsi spese esentasse.
Poi certo, a tutti i livelli c'è il problema dei costi spropositati su cui è necessario intervenire.
Però che venga richiesta una stabilità economica (leggi fidejussioni) alle squadre per evitare di avere squadre che a metà campionato non pagano più gli stipendi ai giocatori mi pare legittimo.
Il problema è che nonostante i controlli, i fallimenti a stagione in corso continuano a capitare.