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MessaggioInviato: dom 15 mar 2020, 17:22 
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Tifoso
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Dici Juventus - Inter e pensi o a Calciopoli o a Iuliano - Ronaldo, il non fischio che ha cambiato la percezione sugli arbitri nel calcio dell'ultimo ventennio.
Ma è stato davvero quello l'episodio clamoroso della gara del 26 aprile 1998?
Ricordiamo brevemente che era la sfida scudetto alla terzultima giornata con i bianconeri in testa di un punto sui nerazzurri, culmine di un campionato al vetriolo (di cui ho già parlato a parte) e con una vigilia di gara altrettanto tesa, tra sospetti interisti (Prisco auspicò per la sfida un arbitro daltonico) e repliche piccate juventine. Sicuramente il direttore di gara designato, Piero Ceccarini, soffrì l'enorme pressione, sebbene pochi minuti prima di iniziare, rispondendo al volo a un cronista, si dichiarò tranquillissimo. Non poteva dire altro.
Torniamo sul fatidico episodio. Sappiamo tutti che era rigore, ma credo nell'iniziale buonafede di Ceccarini quando il 2 agosto 1998, a tempesta placata (in parte), diede la propria versione dei fatti:

“Vorrei spiegarvi tante cose: com’è nata l’azione, la mia posizione in campo in quel momento e perché ho giudicato così, comunque sia libero da condizionamenti. Dalle immagini vedreste che io ero concentrato sul contatto in area tra Birindelli e Zamorano e solo all’ultimo ho spostato l’attenzione su Ronaldo: quando ho girato la testa, Iuliano era già fermo e dunque io non gli ho visto fare quei due passi verso il brasiliano. Quindi non ho avuto il minimo dubbio. Altrimenti non avrei mai avuto la forza e il coraggio di dare, venti secondi dopo, un rigore alla Juventus: chi è stato in campo queste cose le sa.”

Credo che sia vero, quantomeno possibile. La spiegazione è efficace e persino allusiva alla presa di coscienza di avere sbagliato. Questo lascia intendere, apparentemente con il cuore in mano, tanto più considerando che Ceccarini era un arbitro navigato e ormai a fine attività, alla sua penultima stagione, quindi non certo un giovane arrivista desideroso di fare un favore al capo del calcio per avere una carriera agevolata.
Certo, sarebbe stato meglio se si fosse fermato a quella buona spiegazione, perché negli anni successivi ha ritrattato pateticamente, prima dicendo che in effetti al massimo era punizione a due in area per l'Inter, per poi, in un rintuzzarsi di vecchie ruggini a distanza con Luigi Simoni, allenatore nerazzurro dell'epoca, inventarsi che con il VAR avrebbe addirittura dovuto fischiare fallo di sfondamento di Ronaldo. Un bel tacer non fu mai scritto.
Ma secondo me non è con quel leggendario episodio che ha indirizzato la partita, perché io credo alla sua onestà in merito.

Ciò che purtroppo lascia a desiderare è la sconsiderata gestione dei cartellini.
Torricelli nel primo tempo non viene ammonito per un fallo da giallo su Ronaldo, e pochi minuti dopo di nuovo salvato per un secondo fallo da giallo su Djorkaeff. Forse Ceccarini optò per un metro di giudizio permissivo per evitare che la gara, evidentemente infuocata, degenerasse in una caccia all'uomo. Però non applicando il regolamento ottenne lo stesso effetto.
Infatti si prosegue. Brutta entrata da dietro di Davids su Cauet, incomprensibilmente non ammonito.
Poi, nel secondo tempo, dopo due contrasti duri e simili non puniti (uno di Colonnese su Inzaghi e l'altro di Iuliano su Moriero), la sbracciata (forse) involontaria sul labbro di Inzaghi a Colonnese, a mo' di vendetta per il contrasto precedente, Davids di nuovo da dietro sempre su Cauet (questa volta con il cartellino) e altri scontri al limite da ambo le parti (soprattutto quella bianconera), ecco, a mio avviso, il vero fattaccio del 26 aprile 1998, accaduto comunque prima del ben più celebre rigore su Ronaldo.
A centrocampo Davids, superando Simeone, porta avanti palla, la allunga oltre l'argentino che, in ritardo di un attimo, invece del pallone colpisce il piede dell'olandese il quale, in un gesto di reazione mentre è in pieno salto per minimizzare l'intervento dell'interista, gli sferra un calcio al volo sulla gamba, per fortuna di modesta entità, ma plateale.
Ceccarini è lì, sta guardando, non ha la scusa di non aver visto partire questo o di non aver notato i due passi dell'altro come in occasione del rigore. No, Ceccarini osserva Davids che scalcia e lascia correre.
Non solo. Lo osserva scalciare mentre nella sua testa, credo, fosse consapevole di averlo già graziato nel primo tempo per fallo su Cauet, quindi a maggior ragione non doveva e non poteva far finta di nulla un'altra volta. Il secondo cartellino pare ovvio, invece, quasi come fosse una beffa, l'unico sanzionato è Simeone per l'entrata sul piede di Davids. Giusto, ma il regolamento vale solo per gli uni e non per gli altri? Altra beffa, in 10 rimarrà poi l'Inter per il rosso a Zè Elias.

Riguardando la partita ho come la sensazione che quel giorno Ceccarini detestasse l'Inter, probabilmente per qualche ironia di troppo arrivata da Milano alla vigilia del grande evento (tipo la già citata battuta di Prisco e anche altre). Forse il fischietto livornese aveva il dente avvelenato, non lo so, e anche quando successivamente gli verrà chiesto cosa pensava all'epoca dell'Inter e lui risponderà dicendo che gli era simpaticissima, sembra quasi confermare con astiosità malcelata che invece davvero non la sopportasse.
Fatto è che comunque calpestò deliberatamente il regolamento per non lasciare la Juventus in 10, probabilmente Davids non sarebbe stato cacciato nemmeno se fosse entrato in campo con un mitra, in uno scenario, giusto dirlo, da resa dei conti stile O.K. Corral tra le due compagini. Riavvolgendo le fila di tutto ciò che è avvenuto, tra falli e proteste di massa, è palese che l'ormai leggendaria Juventus - Inter del 26 aprile 1998 sarebbe stata da sospendere per mancanza di numero legale di giocatori.

Il problema di Iuliano - Ronaldo, a mio avviso meno grave, molto meno grave di Davids - Simeone, perché non visto nella sua interezza da Ceccarini (e qui gli credo), è che appunto ha oscurato quest'episodio in cui veramente c'è stata malafede. L'ha oscurato a tal punto che tutte le discussioni sono poi convogliate sul rigore, generando negli anni un'intera mitologia di complotti e misteri, dando così all'arbitro la possibilità, nel tempo e con eleganza pari a zero, di auto - assolversi per errore tecnico (ritrattamenti penosi a parte).
Ma sul mancato rosso a Davids, che prese un solo giallo su tre potenziali, Ceccarini non avrebbe potuto giustificarsi in nessun modo, se non ammettendo che volontariamente ha voluto che la Juventus non restasse in inferiorità numerica, perché, vado di logica semplice, se io so che tu sei da buttar fuori e non ti butto fuori, allora sono disonesto. Semplice.
Perciò gli fa molto comodo che si discuta, e che si discuterà sempre solo di Iuliano - Ronaldo. Se l'episodio del secolo fosse stato Davids - Simeone, ecco che Ceccarini non avrebbe potuto dire nulla, se non vuotare il sacco delle proprie responsabilità.

Due considerazioni finali.
Iuliano dovrebbe comunque ringraziare Ceccarini, perché non decretando quel rigore gli ha donato gloria eterna;
sia all'andata sia al ritorno Iuliano non tenne quasi mai Ronaldo, o lo buttava giù o gli scappava sistematicamente. Possibile che Lippi già a San Siro non realizzò che la marcatura sul Fenomeno fosse da cambiare?

_________________
No, non tifo né Inter né Juventus, e nemmeno altre squadre.


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