Non andrebbe messo tutto nello stesso calderone, però, sebbene ci siano ovvi e importanti punti di contatto tra alcune realtà dovuti ai noti limiti, alle lungaggini e alle inefficienze del "sistema Italia". Un punto importante l'ha evidenziato di recente Rummenigge: la Premier è sì la realtà dominante, ma queste squadre sono gestite in realtà malissimo o in maniera comunque poco brillante, in rapporto alle risorse immense a disposizione. Insomma, a prendere i calciatori più forti strapagandoli sono buoni tutti, e insieme a questi strapagano anche tanti giocatori normali o bidoni. Messa in altri termini, un Giuntoli con mani libere in un top club inglese magari lo porterebbe a dominare indisturbato l'Europa per vent'anni
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Veniamo a noi. La Juve ha lo stadio di proprietà, e questo vuol dire essersi portata avanti tantissimo, oltre alla seconda squadra in C, che pure sta portando i suoi frutti, e potrebbe andare bene (e alla fine in tempi recenti aveva raggiunto due volte la finale di Champions), ma ultimamente è stata gestita in maniera disastrosa, vedi Ronaldo, giocatori costosi che hanno floppato e magheggi vari che hanno portato alle vicende che conosciamo. Nel giro di qualche anno però, dopo qualche altra stagione fatta tenendo un basso profilo, probabilmente tornerà a essere una big del calcio europeo.
Milan e Inter (il problema dei nerazzurri è più pressante e attuale) sono passate per proprietà diciamo non proprio esaltanti. Entrambe le squadre però ultimamente sono tornate a essere gestite bene (ricordando che nel calciomercato nessuno è infallibile) e questo ha prodotto i risultati sportivi che sappiamo, scudetti, secondi posti, coppe italia, ritorno in Champions, ecc. Dal punto di vista europeo, beh, entrambe sono in piena corsa per avanzare in Champions, quindi almeno una parte del gap con le big continentali sembra colmata (ricordo che il grande Barcellona per esempio ora non sta manco in EL, cosa che conferma il trend europeo dei blaugrana negli ultimi anni). Chiaramente a entrambe servirebbe lo stadio di proprietà (e all'Inter che il cinese si levi dai #@*§, immagino non ci vorrà molto), per uscire forse definitivamente dal tunnel, ma qui si ritorna al "sistema Italia" bacato.
La Roma è in mano ad americani da un po' (americani che ultimamente sembrano parecchio interessati al nostro calcio, avendo visto, giustamente, credo io, ampi margini di crescita dello stesso, qualora si adeguasse al modello vincente Premier League). Il problema degli americani a mio avviso è che, essendo estremamente ottimisti e pragmatici di natura, sottovalutano le problematiche che ci possono essere in contesti molto differenti dal loro Paese. Insomma, questi pensano "vabbè, che ci vorrà mai a fare uno stadio?", sottovalutando di brutto il fatto che qua è un'impresa, perché devi avere a che fare col partito di quelli che credono alle biowashball, con il vincolo per la presenza dello scarabeo stercorario, con quelli che si aspettano le mazzette e mille altre amenità nostrane. Insomma, il povero e disprezzato Pallotta (che in realtà ha ottenuto risultati sportivi niente male per la piazza: una semifinale di Champions, con uno che ha fatto una parata sulla linea, sennò magari era pure finale; Spalletti che ha chiuso a 87 punti, che se becchi l'anno giusto magari ci vinci lo scudetto, dato che il Milan l'ha vinto mi pare con 86; Garcia che ha inanellato una serie da dieci e una da nove vittorie consecutive nello stesso campionato ma ha avuto la sfiga di trovare la Juve dei 102 punti) aveva fatto all-in credendo nello ssadio, ma gli è andata male. I Friedkin hanno ereditato la situazione, peggiorata nell'ultimo periodo da ds quali Petrachi e soprattutto Monchi che hanno fatto più danni delle cavallette, e quindi stanno cercando di porre delle toppe. Servirà tempo, ma mi pare che qualche incoraggiante risultato sportivo già si stia vedendo. Dai millemila sold out consecutivi dell'Olimpico, mi pare che le potenzialità della piazza siano evidenti. Non riesco a leggere l'articolo del CorSport, ma i ricavi non sono all'altezza appunto perché non si fa lo stadio nuovo (e per il citato sistema Italia che fa sì che i diritti sportivi siano più bassi di quanto potrebbero essere).
Il Napoli che gli vuoi dire. Sta facendo un capolavoro. Ma non è solo quest'anno, visto che già un altro scudetto l'aveva praticamente quasi vinto con Sarri. Come ricordo sempre, il limite della gesione DeLa è che è tutta incentrata sul "qui e ora", bada "solo" a fare una grande rosa senza curare gli aspetti di contorno (centri sportivi, giovanili, donne, ssadio, ecc.), visto anche che probabilmente sa che, com'è accaduto altrove, tra un po' gli arriverà un'offerta irrinunciabile da qualche straniero e passerà la mano. Riguardo al gap sportivo con l'estero, beh, mi azzarderei a dire che attualmente probabilmente non esiste, visti i risultati di quest'anno in campo europeo. Il salto di qualità definitivo, quindi l'ingresso in pianta stabile nell'elite europea, secondo me potrebbe avvenire con la cessione della squadra a qualcuno in grado di investire anche sugli aspetti strutturali e "di prospettiva" trascurati dal DeLa, e magari anche di poter assorbire qualche stagione negativa (che inevitabilmente ci sarà), in modo da non avere l'autofinanziamento quale unica opzione.
Per la Lazio, si potrebbe forse fare un discorso simile a quello del Napoli, più in piccolo. La Fiorentina vedremo.
Insomma, per me la A è un grande malato nel complesso convalescente che però deve continuare a curarsi, perché le potenzialità per una nuova età dell'oro ci sono tutte. (Poi per me i "conti della serva" applicati a queste realtà significano fino a un certo punto: un grande club di calcio con milioni e milioni di tifosi non è una comune famiglia, quindi gli allarmi e i titoloni tipo "ommioddio, tale club ha fatto rosso per tot anni consecutivi, ora fallirà!1!1" di solito lasciano il tempo che trovano... insomma, sono realtà che hanno credito, perché i debiti hanno le potenzialità per ripagarli, oltre a proprietà, attuali o potenziali, assai facoltose e quindi capaci di robusti aumenti di capitale, e in qualche modo alla fine riescono a uscire da queste situazioni; peraltro sospetto che una Superlega 2.0, meritocratica, rivisitata, ecc. alla fine si farà, o i club troveranno un accordo con la Uefa per una spartizione più favorevole della torta, oltre che per ingrandire la torta stessa infoltendo il numero di partite di cartello).