Mondiali di Francia, 30 giugno 1998. Si gioca Argentina-Inghilterra. Al 16' del primo tempo il 19enne Michael Owen riceve e a metà campo, aggancia di tacco, irrompe centralmente verso l'area argentina, dribbla Chamot e fulmina Carlos Roa con una magnifica parabola. Il c.t. Glenn Hoodle impazzisce di gioia; Beckham e compagni in delirio lo festeggiano. Servì a poco: i sudamericani passarono gli ottavi ai rigori. Ma Owen iniziò la sua straordinaria cavalcata. Diventa il "Wonder Boy": con la maglia della nazionale giocherà 89 partite, firmando 40 reti. Sono passati quasi 15 anni e sul suo sito Michael annuncia "con immenso dispiacere" che lascerà il calcio a fine stagione.

L'ANNUNCIO — "E' un grande giorno per me perché annuncio il ritiro a fine stagione. Posso ritenermi fortunato di aver fatto una carriera che mi ha portato a giocare in club importanti come Liverpool, Real Madrid, Newcastle, Manchester United e Stoke. Per un ragazzo indossare maglie di club così prestigiosi è un sogno. Non ce l'avrei fatta senza il supporto dei compagni di squadra, degli allenatori, degli staff, dei tifosi e dei miei sponsor personali. Voglio ringraziare pubblicamente tutti per il loro aiuto. E poi voglio ringraziare la mia famiglia, a cominciare dalla mia moglie meravigliosa, Louise, che ha sopportato gli alti e bassi della mia carriera e mi ha regalato splendidi figli. Ringrazio anche mia madre che mi è stata particolarmente vicina nei momenti difficili, i miei fratelli e sorelle Terry, Andy, Karen e Lesley. Infine, ma non ultimo, mio padre, che mi ha insegnato molte cose".

LE PRIME REAZIONI — Dopo il suo annuncio su Twitter, raffica di messaggi da compagni di squadra ed avversari. Charlie Adam compagno di squadra dello Stoke: "Per me è stato un onore giocare con Owen". Il "terribile" Joey Barton oggi al Marsiglia: "Le tre perle di Owen: il gol memorabile l'Argentina, la tripletta alla Germania, la doppietta all'Arsenal nella finale di Coppa d'Inghilterra".

PALLONE D'ORO — Una grande carriera costellata però di numerosi infortuni. Owen, nato a Chester il 14 dicembre 1979, è stato il centravanti del Liverpool dal 1996 al 2004: 216 presenze e 118 gol. Poi il salto al Real Madrid (2004/2005) e il ritorno in Inghilterra nel Newcastle dove ha giocato dal 2005 al 2009. Nuovi infortuni e l'approdo al Manchester United (2009/2012). Infine lo Stoke City dove darà l'ultimo calcio al pallone. Nel suo palmarès una Coppa Uefa (2000-01), una Supercoppa Europea (2001), una Coppa d'Inghilterra (2000-01), una Coppa di Lega inglese (2000-01), una Charity Shield (2001) e, soprattutto, un Pallone d'oro (2001).

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Nascerà qui, al ristorante "L'orologio", ritrovo di artisti e sarà per sempre una squadra di grande talento. Questa notte splendida darà i colori al nostro stemma: il nero e l'azzurro sullo sfondo d'oro delle stelle. Si chiamerà Internazionale, perchè noi siamo fratelli del mondo. (Milano, 9 marzo 1908)

E' durato relativamente poco ad alti livelli, distrutto dagli infortuni, non ha mantenuto le promesse iniziali e con il senno di poi forse si può dire che all'epoca venne un po' sopravvalutato (anche se ai tempi del Liverpool aveva comunque medie-gol straordinarie)... Però rimane comunque un idolo della mia gioventù. Ci mancherai, Michael. E' un peccato che tu sia stato così sfortunato.

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un Pallone d'Oro precocissimo che all'apice della sua carriera al Liverpool decide di buttarsi nel tritacarne rancido che era il Real Galactico di Camacho, da allora diventa injury-prone e va in crollo verticale. Lo United lo prende a 30 anni praticamente regalato, già allora poteva ritirarsi, una roba assurda

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LUDWIGO TENIA RAZON

scopri l'identità di 2 FISSO

Sì, sbagliò a trasferirsi al Real (dove giocò poco - e neanche male, chiuso dalla concorrenza), peraltro proprio nell'anno in cui i Reds vinsero la CL... Il Mondiale del '06 rappresentò il suo canto del cigno: dopo quell'ennesimo, grave infortunio non si riprese più. Il passaggio allo United se lo sarebbe potuto risparmiare: gli ha attirato solo antipatie da parte di chi lo aveva amato come forse nessun altro giocatore (parlo ovviamente dei tifosi del Liverpool).

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giocatore che mi ha sempre messo tristezza, una storia sfortunata! L'ho sempre apprezzato molto, prometteva mari e monti... davvero peccato per tutti quegli infortuni che gli hanno impedito di confermarsi ai livelli che gli appartenevano.

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"Chi è nato a Roma è romanista.I laziali so quelli de fori le mura, che ce porteno l'ove fresche e le ricotte, e quanno arriveno in città, alzano la testa e dicono: "Guarda 'nmbò che cielo limbido!"
(Alberto Sordi, 1982)

Mi accodo all'analisi di Kerzha: forse un po' troppe aspettative su di lui, che - comunque - ha fatto la sua ottima carriera.

Lieve nota malinconica: credo che tutti abbiamo vissuto quella strana sensazione quando abbiamo visto che cominciavano a debuttare calciatori più giovani di noi.
Ecco, assistere al ritiro di uno più giovane mi procura una sesazione ancora peggiore.

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Vantarsi in pubblico dei premi appena vinti, sostituire le pianole con i synthie, levare tutti i cori finti... madonna, eh, quanti danni ha fatto l'indie.

Uno dei più grandi sopravvalutati degli ultimi 20 anni.

Quando si dice il tempismo sbagliato

Fosse rimasto un anno in piu', invece di farsi fagocitare da quella specie di Hollywood pallonara che era il Real dell'epoca, sarebbe entrato nella leggenda dei reds, e probabilmente gli avrebbero perdonato pure il passaggio a fine carriera nello United

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Per me un grandissimo giocatore. L'unico che si è avvicinato al fiuto del gol di Inzaghi, dotato anche di doti tecniche superiori all'italiano. Un idolo, un giocatore che ho amato.

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La Lazio è altro. La Lazio non proviene da: la Lazio è.
Prima è nata la Lazio: i tifosi sono venuti dopo.
Per altri, c'erano i tifosi e gli è stata data una squadra da tifare.

(Giorgio Vaccaro in occasione del rifiuto alla fusione con l'AS Roma)

Un paio di stagioni buone, il Pallone d'oro e poi lentamente è sparito ad alti livelli, vuoi per gli infortuni, vuoi forse anche per una eccessiva sopravvalutazione del giocatore...

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"Dopo aver stretto la mano a un milanista corro a lavarmela. Dopo averla stretta ad uno juventino, mi conto le dita". Avv. Prisco