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Germania, l'ex Lazio Hitzlsperger fa coming out: "Sono gay, basta tabù nel calcio"
L'ex calciatore tedesco (ha chiuso la carriera quattro mesi fa) si dichiara a 'Die Zeit': "L'ho resa pubblica perché voglio che si faccia un passo avanti sull'argomento omosessualità tra gli atleti professionisti". Ha giocato nel 2010 per poche partite in maglia biancoceleste
BERLINO - Coming out nel mondo del calcio in Germania: "Sono omosessuale", ha detto Thomas Hitzlsperger in un'intervista a 'Die Zeit'. Il 31enne centrocampista, che quattro mesi fa ha chiuso la carriera, spiega che questo è il momento opportuno per compiere il passo. "Per me è stato un percorso lungo e difficile, ma alla fine ho capito che preferisco vivere con un uomo la mia vita - ha spiegato Hitzlsperger, che in carriera ha anche militato in Italia con la Lazio (solo sei partite nel 2010) - Ho deciso di parlarne perché credo sia arrivato il momento di fare un passo avanti riguardo a questo argomento, ovvero all'omosessualità nello sport professionistico". Hitzlsperger spiega di non conoscere altri giocatori tedeschi gay e aggiunge: "Io non mi sono mai vergognato di come sono fatto, ma nel calcio non è sempre facile affrontare questo argomento, viene ignorato. Immaginate 20 uomini seduti intorno a un tavolo, mentre bevono qualcosa e fanno battute sui gay, lasci fare se non sono troppe offensive, ma non è facile. Io ho giocato in Germania, in Inghilterra e in Italia e l'omosessualità non è considerata un problema, neanche negli spogliatoi, però nello sport professionistico si è molto competitivi, c'eè voglia di lottare e di vincere e tutto questo, secondo alcuni stereotipi, non si adatta alle femminucce". L'ex centrocampista ha indossato la casacca della Nazionale tedesca in 52 occasioni, partecipando anche ai Mondiali del 2006 e agli Europei del 2008. In Europa ha giocato anche con Aston Villa, Stoccarda, West Ham, Wolfsburg ed Everton.
POLEMICHE AL SUO ARRIVO ALLA LAZIO - Nel 2010, il passaggio di Hitzlsperger alla Lazio aveva fatto discutere per un'altra questione: il quotidiano tedesco 'Bild', infatti, aveva chiesto sulle proprie pagine al giocatore come riuscisse a a far convivere il suo impegno contro l'estremismo di destra con la tifoseria della squadra romana, definita in parte "razzista e antisemita". "So bene che il club viene collegato a questo fenomeno - aveva risposto il calciatore -, ma io vado a Roma senza pregiudizi. Continuerò a battermi contro l'estremismo di destra e contro le discriminazioni delle minoranze. Di più non voglio dire, poiché non conosco ancora l'ambiente della Lazio". Tra i tifosi e Hitzlsperger, che comunque nella Lazio praticamente non lasciò traccia, non ci furono poi particolari problemi. IL GOVERNO TEDESCO: "BRAVO, NESSUNO ABBIA PAURA" - "Le parole di Hitzlsperger hanno suscitato immediate reazioni soprattutto in Germania. Lukas Podolski, attaccante dell'Arsenal e della 'Mannschaft', la Nazionale tedesca, ha subito twittato la propria "ammirazione" per l'ex collega. Apprezzamento anche da parte del governo tedesco: "Siamo in un paese in cui nessuno deve preoccuparsi di atti di intolleranza se dichiara le sue tendenze sessuali", ha commentato il portavoce del governo, Steffen Seibert. Tommaso Rocchi, ex capitano della Lazio ora attaccante del Padova, ha detto: "Non lo sapevo, quest'annuncio mi coglie di sorpresa. Io non me ne sono mai accorto. Non ci sono mai stati problemi, penso che uno deve essere a posto con se stesso. Ognuno è libero di essere quello che si sente". Il presidente dell'Associazione italiana calciatori (Aic), Damiano Tommasi: "Siamo nel 2014, lo sport e il calcio devono affrontare la questione con maturità senza scadere nel gossip. E' positivo che succeda - aggiunge Tommasi riferendosi a quando detto dal giocatore tedesco - lo sport è motivo di incontro e anche il calcio deve dare segnali d'integrazione".
I PRECEDENTI NELLO SPORT - La prima fu Billie Jean King, una delle più grandi nella storia del tennis, che sfidò il perbenismo anni '60 dichiarando la sua omosessualità. Ed è significativo che il presidente Obama l'abbia scelta ora per rappresentare gli Stati Uniti a Sochi. Solo nel tennis a seguire l'esempio della grande campionessa Usa sono state anche Martina Navratilova, e poi Amelie Mauresmo e Conchita Martinez. Nessun calciatore italiano si è mai dichiarato: e l'argomento ha sempre provocato polemiche. Come quando Moggi dichiarò che non avrebbe mai acquistato per una sua squadra un giocatore omosessuale, o l'allora ct azzurro Lippi disse di non averne mai incontrati in 40 anni di calcio e aggiunse che ove mai l'avesse fatto il consiglio sarebbe stato di non dirlo. Ct nuovo, nuova linea: "Coming out in Italia? aspettiamo notizie", disse Prandelli. Però finora nessuno si è fatto avanti. All'estero la strada è già stata percorsa, non senza difficoltà comunque. Tra i pochi uomini che hanno rotto il muro del silenzio soprattutto l'inglese, Justin Soni Fashanu, il primo calciatore ad ammettere la propria omosessualità, che poi si suicidò nel 1998. Di recente sempre in Premier il nazionale Usa Robbie Rogers: ammise di essere gay e decise il ritiro a soli 25 anni. L'omosessualità si è dichiarata anche in altri sport come il pugilato (Mark Leduc e Orlando Cruz) e il rugby (il nazionale gallese Gareth Thomas). Con il tennis a fare da 'apripista' i tuffi e soprattutto Greg Louganis, l'olimpionico gay più famoso, emulato dall'australiano Matthew Mitcham (oro nella piattaforma a Pechino ma 'censurato' dalle tv del suo paese) e dal britannico Tom Daley, che quest'anno si è dichiarato in un video postato su Youtube. Con un tuffo oltre ogni pregiudizio. Un passo per alcuni versi storico quello compiuto dal giocatore 34enne di basket Jason Collins (Nba a Boston e Washington) lo scorso anno ad aprile: è stato il primo atleta di uno dei maggiori sport americani a fare coming out.
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