E’ notizia di oggi: è morto Carlo Petrini... “Chi era costui?”, si domanderanno i più, anche quelli, pur appassionati di calcio, a cui questo nome poco o nulla dice.
Oggi le cronache sportive sono riempite dal cordoglio, anche un po’ stucchevole e fasullo, per Pier Mario Morosini, morto in campo a 25 anni; hanno fermato i campionati, ma già in Lega Calcio litigano sulla data di recupero, cercando come sciacalli di far girare la situazione ciascuno a proprio vantaggio...
E di Carlo Petrini si parla poco, quasi niente... Era un ex calciatore, aveva 64 anni e da tempo era malato. Era malato come il calcio che aveva vissuto, giocato e raccontato; non era un angelo, anzi tutt’altro: calciatore dopato, squalificato per il primo scandalo scommesse nell’ ‘80, implicato in un crac finanziario, latitante in Francia, da dove non tornò nemmeno per esaudire l’ultimo desiderio del figlio Diego (anche lui calciatore), in fin di vita per un tumore al cervello, che voleva solo rivederlo. Insomma, non propriamente l’uomo a cui ergeresti un monumento equestre...
Eppure, Carlo Petrini, nel corso degli anni ha vuotato tanti sacchi ricolmi di #@*§, denunciando con libri, interviste (e nulla è stato mai smentito se non da dichiarazioni di facciata), tutto il puttanaio calcistico italiano. Il suo libro che ebbe maggior eco “Nel fango del dio pallone”, raccontava, fra le altre cose di come negli spogliatoi, fra primo e secondo tempo una stessa siringa venisse infilata nel sedere di 5 diversi calciatori del Genoa (squadra in cui Petrini stesso militava), oppure ancora di come venivano combinate le partite e di come la Juventus che pure era coinvolta nella persona di Giampiero Boniperti se la cavò con l’esborso di una tangente milionaria sfangando la retrocessione dopo aver venduto la partita con l’Ascoli.
Ovviamente, dopo le sue numerose denunce, volte anche a far luce sulla somministrazione di sostanze proibite ai calciatori, Petrini è stato messo ai margini, esiliato da tutti come un lebbroso, come uno che aveva sputato nel piatto dove aveva anch’egli mangiato. In televisione gli speciali che lo vedevano protagonista e narratore onnisciente di vicende che egli stesso aveva vissuto in prima persona, sono stati trasmessi solo da “Current”, un canale di inchiesta e denuncia della piattaforma Sky che, guarda caso, ora non c’è più...
E intanto, ragazzi sani continuano a morire sui campi di calcio... se sono fortunati, crepano poco dopo che hanno smesso (vedi Franco Mancini), oppure si ammalano di SLA e campano un po’ in più ma restano paralizzati come Stefano Borgonovo; passa una settimana, fanno un minuto di silenzio, mettono una fascia nera al braccio, magari qualche curva espone uno striscione e al massimo si fermano i campionati per una domenica... Ma poi? Poi si volta la testa dall’altra parte, si fa finta di niente, si continua a pompare i calciatori come cavalli ubriachi e poi ci si meraviglia se Gattuso storzella un occhio o se Cassano a momenti resta secco...
E’ bislacca la coincidenza di queste due morti così vicine e al contempo così distanti: da un lato Morosini, quel che diresti un bravo ragazzo, giovane e nel pieno delle forze andatosene all’improvviso. Dall’altro il reprobo Petrini, corrotto, sporco, ormai malato e di cui si aspettava la morte (qualcuno, come Luciano Moggi, che di Petrini era compaesano e nemico giurato, forse auspicava che avvenisse al più presto...).
Eppure c’è un filo rosso che accomuna Morosini e Petrini, un filo rosso che va al di là della coincidenza temporale e che va invece ricercato nel marciume che c’è alla base di un sistema che spreme i ragazzi portandoli al limite ed anche oltre, con noi imbecilli che pure ci prestiamo al gioco al massacro, recitando la nostra parte di tifosi, appassionati, che non vogliamo altro che vedere undici leoni che sputano l’anima in campo in nome di una maglia... Beh, ogni tanto capita che qualcuno l’anima la sputi per davvero e per davvero la lasci sul campo... Minuto di raccoglimento, fascia nera al braccio, striscione in curva... e magari ci rompe pure i #@*§ che fermino il campionato... Ma poi? Tra due settimane chi si ricorderà di Morosini? E Petrini, quanto tempo impiegherà a sparire dalle cronache, magari derubricato come mitomane?
Per chi volesse saperne qualcosa di più, su youtube si trova qualcosa su Carlo Petrini, in particolare lo speciale intitolato “Centravanti nato”.
Il resto sono notizie sparse e frammentarie sul web...
M.D.D.
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