Consob: "Mai esistita trattativa tra Soros e la Roma"
L'inchiesta portata avanti per mesi e trasmessa questa mattina su Te la do io Tokyo: ecco il resoconto dello speciale andanto in onda su Centro Suono Sport
LO SPECIALE - E' andato in onda lo speciale Soros che la trasmissione Te la do io Tokyo aveva annunciato nei giorni scorsi. Interviste esclusive, documenti e il giudizio definitivo della Consob a corroborare la ricerca della verità sulla vicenda. Che sostanzailmente può essere sintetizzata in questo modo: davvero il magnate statunitense aveva interesse a comprare la As Roma? O il suo interesse per il club giallorosso è nato dai soliti "rumors" dei media? Questo il contenuto dello speciale andato in onda su Centro Suono Sport.
Punto di partenza dell'inchiesta, il fatto che per avere una concreta manifestazione di interesse bisogna che questa soddisfi tre criteri: avere alle spalle un interlocutore ben individuato, mostrare la startegia di investimento e dimostrare la propria solidità economica. Se uno di questi tre requisiti non venisse soddisfatto, non si potrebbe parlare di una reale manifestazione di interesse.
FISHER E TAMRAZ - L'inchiesta parte parlando di due nomi di famosi magnati internazionali che sono stati accostati alla Roma.
Il primo è John Fisher, proprietario di Gap e Banana Republic. L'imprenditore statunitense si è avvicinato concretamente alla Roma, e in un paio di missive ha avanzato anche l'ipotesi di possibili sposorizzazioni. La Consob, venuta in possesso delle lettere intercorse tra le parti, ha concluso che mai c'è stata alcuna offerta da parte di Fisher, e che le proposte del magnate si limitavano a proposte generiche di possibili affari e poco altro.
Ancora più grottesca la vicenda legata a Tamraz. Il magnate del petrolio sembra infatti essere interessato all'acquisto della Roma, e in alcune mail vengono anche avanzate delle offerte (280 milioni di euro). C'è però un particolare decisamente sospetto: alcuni intermediari, che dicono di rappresentare Tamraz, usano un account e-mail che risponde a questo indirizzo :
tamraz.tamoil@gmail.com. Un account quantomento sospetto, per non dire ridicolo.
Difatti, qualche mese più tardi sarà lo stesso Tamraz ad affermare agli uomini di ItalPetroli che quelle persone non erano affatto suoi intermediari. Lo stesso Tamraz poi nel 2008 prova ad acquistare la Roma coinvolgendo Unicredit, ma è la stessa banca ad essere perplessa: il magnate infatti non dimostra in alcun modo la propria solidità e affidabilità economica nell'affare. La Consob conclude che anche in questo caso non si può parlare di manifestazione di interesse, mancando i requisiti fondamentali.
LA VERITA' SU SOROS - E infine, c'è George Soros. Tacopina sarà protagonista della vicenda, e tramite la Inner Circle Sports di Steven Horowitz cerca di procacciare l'affare. Nell’autunno 2007 si firma con la Inner Circle una lettera di intenti valida per soli trenta giorni per la ricerca di possibili soluzioni all’estero per lo sviluppo dell'As Roma. In questa fase l’Inner Circle si propone solo come possibile partner di affari del club giallorosso, ma non parla di acquisto del club. A fine dicembre, quando scade il periodo di validità della lettera di intenti, cioè quella che permette agli statunitensi di venire in possesso di alcuni dati sensibili riguardanti la società, questa non viene rinnovata perché la Roma si rende conto che dietro l’Inner Circle c’è un investitore, che però sembra chiedere di restare anonimo. Questo fantomatico soggetto infatti sembra interessato a comprare tutto il pacchetto di As Roma. La Inner Circle comincia a fare valutazioni e stime del valore: prima 205 milioni di euro, poi, nel febbraio 2008 arriva oltre i 280 milioni, stavolta considerando anche Trigoria e parco giocatori. La Roma è interessata a chiudere l'affare, ma prima di fornire la necessaria Due Diligence chiede alla Inner Circle di manifestare aperamente il nome dell'imprenditore che sta dietro all'intera operazione. Il 25 marzo del 2008 Horowitz si decide: chiama l'avvocato De Giovanni (legale di Italpetroli) e svela il nome del magnate interessato alla Roma. E' George Soros. Ma secondo la Consob non esiste alcun documento che comprovi l'effettiva realta della dichiarazione di Horowitz, all'infuori di questa conversazione telefonica nella quale l'uomo di Inner Circle Sports rivela il nome del magnate di origine ungherese.
L'avvocato De Giovanni, interrogato dalla Consob, ribadische più volte di aver chiesto a Horowitz una qualche documentazione che certificasse in modo chiaro l’interesse di Soros. Ma la risposta che riceve è sempre risposta negativa, giustificata dalla volontà dell’imprenditore di non volersi esporre, almeno fino alle battute conclusive della trattativa. Il 9 aprile 2008 De Giovanni incontra Baldissoni, quest’ultimo indicato da Horowitz come il legale di Joe Tacopina: Baldissoni, in una e-mail inviata ad Horowitz e Tacopina, afferma che la Roma non avrebbe mandato avanti l’operazione fino a che non ci sarebbe stata l’evidenza dei soggetti interessati e del loro progetto per la gestione futura della squadra.
Da quel momento in avanti la stampa inizia a parlare di Soros, nonostante non ci sia alcuna prova concreta che possa comprovare l'interesse del magante statunitense.
Ma la prova defenitiva che Soros non sarebbe interessato alla Roma arriva quando la SEC, Securities and Exchange Commission (una sorta di alter ego della Consob italiana), chiede un chiarmiento al gruppo Soros, che rilascia il seguente comunicato: “Contrariamente a quanto riportato dai media internazionali, George Soros non ha nessun interesse nel partecipare alla vendita della Roma, sia indiretto che diretto”.
Il 17 aprile 2008, a Roma va in scena un incontro tra Horowitz, De Giovanni e Baldissoni. Il resoconto di quell’incontro è dato dalle parole di De Giovanni alla Consob: “Fu ribadito che Tamraz era interessato alla Roma e che la valutazione, rispetto a quella di Inner Circle era sensibilmente più alta, e che Italpetroli nutriva ancora dei dubbi riguardo ai metodi di valutazione utilizzati qualche mese prima dalla stessa Inner Circle”. Nel frattempo la Roma, travolta dalle continue e incessanti voci dei media sul mancato passaggio del club a Soros e della fantomatica offerta araba che avrebbe fatto saltare l'affare, emette due comunicati nei quali si ribadisce di non aver mai ricevuto offerte formali per l'acquisto del pacchetto di maggioranza.
La Consob quindi, presa visione di oltre 80 e-mail e interrogati i diretti interessati alla vicenda, ha concluso che non esistono documenti o prove che attestino l'effettivo interesse di George Soros, e che non sono mai state formalizzate alcune offerte per l'acquisto del club da parte del magnate americano e che le notizie diffuse dalla stampa non risultano coerenti con la realtà dei fatti.
(11 novembre 2011)-laromanews.it