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il compagno delle merende ha parlato :asd

TMW - Beretta: "Soddisfatti dall'accordo. Legge sugli stadi? Si sta sbagliando"
16.12.2013 16.20 di Tommaso Maschio articolo letto 1059 volte
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Il presidente della Lega Calcio Maurizio Beretta ha parlato dell'accordo trovato quest'oggi con Infront per la cessione dei diritti televisivi della Serie A per gli anni 2015-2021 spiegando che tutte le parti sono soddisfatte di quanto raggiunto: "E' stato approvato con una grandissima maggioranza con 19 voti a favore e un'astensione, la Roma, un accordo importante per il calcio italiano, anche grazie al lavoro svolto da due presidenti come Agnelli e Lotito. Penso si possa essere soddisfatti e si possa arrivare fino in fondo con il lavoro avviato oggi. La vicenda dei diritti Tv, che ha ancora un percorso lungo davanti, ha consentito di verificare sul campo la volontà di tutti di lavorare nell'interesse sia delle singole società, sia della Lega nel complesso. Questo punto di atterraggio tiene conto delle esigenze di tutti trovando un equilibrio fra le richieste diverse dei vari club".

Sulla legge sugli stadi: "In un progetto di legge che ha aspetti positivi come lo sveltimento delle procedure per l'accettazione dei progetti e la costruzione di nuovi stadi, si è inserita una norma con riferimento all'edilizia residenziale che noi giudichiamo negativa e che rischia di far fare un passo indietro alla legge. Così se peggiorano le condizioni per costruire nuovi stadi in futuro visto che si va a escludere la possibilità di avere una perequazione delle aree attorno ai futuri stadi negando la possibilità di sfruttarle a fini residenziali. All'estero, come abbiamo visto ultimamente con lo stadio dell'Arsenal, la costruzione di nuove aree attorno agli stadi è un punto di forza importante per i club e per la città, mentre in Italia si sta andando nel senso opposto".


Sui sorteggi europei delle italiane: "Ognuno valuta in maniera personale e diversa quanto emerso dai sorteggi e non credo sia utile commentarli adesso. Penso che ci siano due elementi da considerare: la presenza molto forte delle italiane in Europa League, che è un elemento importante per il ranking europeo dell'Italia, e una presenza di tradizione in Champions League, elemento altrettanto importante per il nostro calcio. Al di là degli interessi personali credo che tutti tifino le squadre italiane in Europa per il bene del nostro movimento".

Sugli obiettivi della Lega nel prossimo futuro: "Penso che l'obiettivo più importante sarà quello che dovrà derivare dall'accordo con l'advisor. Poi i diritti andranno venduti e utilizzati al meglio in Italia e all'estero. Bisogna finalizzare l'accordo e partire subito con il processo di vendita che è una procedura complessa dove bisogna tenere un ritmo sostenuto. Cercheremo di fare tutto ciò nei tempi più brevi possibili studiando bene i pacchetti da piazzare sul mercato. Il secondo obiettivo è quello di riempire di contenuti importanti il nostro calcio passando dall'accordo con l'AIC. - conclude Beretta parlando delle iniziative di solidarietà - Fra le cose approvate oggi c'è un pacchetto importante per quanto riguarda le iniziative di solidarietà con uno stanziamento di 2 milioni di euro che andranno in progetti nazionali come la Junior Tim Cup e con iniziative che verranno gestite dalle singole società nei loro territori".

:rofl

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solita roba all'italiana... morale mi sa che per il nuovo stadio dell'inter non se ne parlerà piu per molto, moltissimo tempo...

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Non lo so esser, l'importante è che tutti i pagliacci vengano smascherati. Come Lotito appunto... :asd
Ora non si possono più aggrappare alla legge sugli stadi.

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articolo su lotito che gira su web :asd

Per anni Claudio Lotito ha ciondolato nei lunghi corridoi di Montecitorio. Per anni ha braccato deputati e senatori per convincerli a sposare il suo sogno:
lo stadio delle Aquile. Bar, ristoranti, appartamenti, residence, centro commerciale, un albergo e poi anche campi da rugby, da tennis, hockey, baseball. “Circa 600 ettari su cui realizzare volumetrie pari a due milioni di metri cubi”, secondo Legambiente.
Lotito da anni, al grido di “O Tiberina o morte”, pretende di edificare il suo sogno, una nuova città ma dello Sport, lungo la via Tiberina. Gli ambientalisti però denunciano: “è area vincolata è c’è un elevato rischio idrogeologico. Il pericolo è l’esondazione del Tevere”. E il Tevere, in combutta con gli ambientalisti, in quella zona è esondato per tre volte negli ultimi cinque anni. A dimostrazione che il rischio c’è, è concreto. A meno di non voler costruire il primo stadio al mondo su palafitte o una città-stadio galleggiante. E se c’è il rischio, resta il vincolo. E se c’è il vincolo, addio città. Per questo Lotito, quasi ipercinetico, in questi anni ha destinato giornate intere al Parlamento. Per spiegare a ciascuno dei deputati e dei senatori che la legge non può legare le mani agli uomini del fare. Allenti piuttosto i vincoli. La sua è una eccellente prova di lobbing. A Montecitorio decine di lobbisti, dietro volti sconosciuti, da anni sospingono, ritardano, o accelerano certe leggi. Business is business. Lotito è lobbista come loro, solo più noto. E per svolgere al meglio la sua missione, in passato non ha esitato a travestirsi da collaboratore di un parlamentare, con la targhetta appesa al bavero della giacca. Lotito per anni è entrato e uscito dai palazzi del potere romano. Lui che da Gaucci ha raccolto l’eredità di re romano della “ramazza”, instancabile e inossidabile presidia ogni angolo. Perché da sempre sa che l’Italia è fatta così: ipervincolata, ma disponibile ad accettare ogni buona ragione. Certo, sul suo sogno incombono vincoli e divieti, il piano regolatore dice assolutamente no a qualunque edificazione lungo il fiume Tevere, ma in Italia quanti no divengono sì? Quante leggi sono fatte ad personam? Quindi continua a provarci in modo disperato, anche perché con tutti i furbacchioni che girano impuniti e fanno affari impossibili, lui mica può e vuole fare la figura del fesso. Ma il tempo per approvare la “Legge sugli stadi”, sta quasi per scadere e il sogno rischia di andare in frantumi. Non solo quello di Lotito, sia chiaro.
Barbara Berlusconi ieri ha lanciato un appello, dicendo in parole povere: “Approvatela con tutti i vincoli e le garanzie che volete, ma approvate questa legge”. Lotito, invece, che di una legge con i vincoli attuali non se ne fa nulla e quindi giorni fa ha detto che “è assurdo bloccare tutto per quattro righe inutili”, riferendosi chiaramente alla parte della legge in cui si ribadisce “fermi restando i vincoli già esistenti”.

Linea Berlusconi o linea Lotito? E’ più importante approvare una legge che serve a tutti o abolire i vincoli che impediscono a Lotito di realizzare il suo sogno? E quante possibilità ci sono che questa legge veda la luce prima della fine della legislatura? Lo abbiamo chiesto all’on. Claudio Barbaro, uno dei relatori della “Legge sugli stadi”.

“Se Lotito intendeva dire che è assurdo bloccare il testo della legge stadi dal momento che sono state fornite risposte credibili e rassicurazioni certe circa l'impossibilità che con questo provvedimento vengano avvallate e facilitate speculazioni edilizie ai danni dell'ambiente e a vantaggio dei soli imprenditori, allora sono d’accordo. E mi preme di ricordare che le componenti politiche che adesso stanno bloccando il testo al Senato, alla Camera hanno invece collaborato con gli altri partiti e hanno contribuito ad approvare un testo trasversalmente condiviso”.
Visti i tempi stretti e i tanti e urgenti argomenti in discussione in sede parlamentare, quante possibilità ci sono che si riesca ad approvare questa legge entro la fine della legislatura?

“Nonostante l’alibi fornito dall'intensa attività legislativa, sarebbe assolutamente possibile far passare il provvedimento entro fine legislatura. Temo, però, che a mancare sia la volontà politica. In Senato la proposta di legge sugli stadi è stata strumentalizzata per compattare e riproporre la dannosa e pachidermica alleanza dell'Unione. Sono i presupposti del testo a non essere digeribili a forze profondamente conservatrici e passatiste: ovvero la possibilità di investire sull’aspetto infrastrutturale per garantire in assoluta trasparenza l'interesse pubblico ma anche un ritorno economico all’imprenditore privato”.

Non era più semplice stabilire dei parametri fissi tra costo dell'opera (quella reale formata solo dallo stadio) e eventuali compensazioni?

“Quando si assumono dei parametri fissi si rischia sempre di creare schematismi all'interno dei quali la realtà mal si adatta. La duttilità dello strumento che abbiamo messo a punto, associata alla mediazione reale tra pubblico e privato, è la migliore garanzia che si possa avere”.

Come mai solo in Italia devono esserci delle compensazioni per costruire uno stadio e far rientrare chi lo costruisce dell'investimento fatto mentre nel resto d'Europa (Inghilterra e Germania in testa) si costruiscono solo ed esclusivamente gli stadi e i club solo grazie allo stadio sono comunque più ricchi dei nostri? E la stessa cosa sta succedendo in Italia con la Juventus, che ha costruito lo stadio e basta e solo con quello ha aumentato il suo fatturato al punto da scavare un solco tra se e le avversarie?

“Come ho già detto più volte, la Juventus ha costruito lo stadio anche senza la legge di cui stiamo parlando perché c’è stata una volontà politica precisa che si sposava con quella del club privato. Il provvedimento sugli stadi fisserebbe dei paletti procedurali entro i quali quanto avvenuto a Torino potrebbe ripetersi in ogni altra città italiana, fornendo maggiori garanzie e trasparenza, ed in tempi rapidi. Per quanto invece riguarda la presunta non necessità delle compensazioni sulla base di quanto accade in Germania e Inghilterra, dobbiamo partire dal presupposto che la cultura sportiva di questi paesi è diversa dalla nostra e che anche il management delle loro squadre di calcio ha da sempre portato avanti politiche differenti e forse più efficaci”.

La “Legge sugli stadi” forse è l'esempio del fatto che questo Paese è bloccato dalla burocrazia a tutti i livelli e che proprio la lentezza della macchina burocratica e del sistema politico sono alla base dei mancati investimenti stranieri in Italia in generale e nel calcio in particolare. Visto che gli investitori stranieri pretendono tempi rapidi e certezze, mentre il sistema Italia non offre né l’una né l’altra.

“Lo stallo della legge stadi dimostra che in Italia soffriamo un ritardo culturale che ci penalizza in modo spaventoso e ci impedisce di essere competitivi. Perché non dovrebbe essere possibile che un privato decida di investire, a patto di avere un ritorno economico, in una struttura capace di svolgere un servizio anche e soprattutto alla collettività e a costo zero per lo Stato? Sono le infrastrutture il punto da cui rilanciare lo sport italiano, se non lo si vuole condannare a restare preistorico”.

Ma alla fine, dovendo dividere la colpa della mancata approvazione della legge come se si trattasse di una sorta di torta, a chi va il pezzo maggiore delle responsabilità e perché?

“Credo che la colpa maggiore sia da ricercare tra chi preferisce restare fermo per essere sicuro di non sbagliare, per non fornire pretesti per giudizi negativi e di una cultura che vede il rapporto tra pubblico e privato necessariamente come contrastivo. Non può però essere considerata esente da colpe anche la cultura sportiva Italiana, per certi versi ancora immatura e non perfettamente integrata nell'architettura culturale complessiva del Paese, dunque non sempre efficace nel far valere le proprie necessità di fronte alle Istituzioni”

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Jana, tu che sei sul pezzo, qualcuno tra Lotito e gli altri furbetti della tribuna ha mai spiegato perché non si può costruire uno stadio senza costruire anche gli appartamenti?

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Anche questa volta ci rialzeremo, non più a testa alta, ma con il cuore.
Ma di spirito, voi, miserrimo furfante,
mai non ne aveste un´oncia, e di lettere tante
quante occorrono a far la parola: cretino!


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arres82 ha scritto:
Jana, tu che sei sul pezzo, qualcuno tra Lotito e gli altri furbetti della tribuna ha mai spiegato perché non si può costruire uno stadio senza costruire anche gli appartamenti?


perché non hanno una lira, o meglio fare speculazione e soldi senza pagare :smokin

La legge sugli stadi piace al Coni, non ai grossi club. Rapido dietrofront di Pallotta?

NOTIZIE ROMA - L’emendamento del governo sugli impianti sportivi (più che sugli stadi) è passato nella notte ed è stato così inserito, in zona…Cesarini, nella legge di stabilità. Enrico Letta ha così mantenuto la promessa che il 13 novembre aveva fatto al mondo dello sport. La legge piace al Coni perché va sicuramente incontro, snellendo anche i tempi, a chi vuole costruire piccoli e medi impianti sportivi (anche palasport). Ma non piace ai presidenti della serie A (i primi a lamentarsi sono stati Beretta e Lotito) perché non prevede nuovi insediamenti immobiliari e crea problemi a chi vuole costruire un mega-impianto. Repubblica.it (F. Bianchi) si chiede cosa succederà adesso con i progetti dell’Inter made in Indonesia e della Roma made in Usa? Ci sarà un rapido dietrofront?


la repubblica.

Il titolo é fatto a #@*§, perché da quello che so il progetto di pallotta non prevede costruzioni di tipo abitativo. Ma strutture di entertainment si.

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Nel frattempo a Venezia...

http://www.ilsole24ore.com/art/impresa- ... id=ABzXjZo

rido :asd

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Ray una domanda che non c'entra assolutamente nulla: te saresti a favore di un Comune di Mestre autonomo da quello di Venezia?

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2fisso vive, chi dimentica è complice.


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Marcus ha scritto:
Ray una domanda che non c'entra assolutamente nulla: te saresti a favore di un Comune di Mestre autonomo da quello di Venezia?


In linea puramente teorica si, non fosse altro perché consta il triplo degli abitanti di Venezia e negli anni è divenuta un importante centro nevralgico dal punto di vista economico e culturale (chiaro, non come Venezia) e, altresì, uno snodo vitale per le attività dell'isola.
A tal proposito so che in passato hanno fatto dei referendum che sono caduti nel vuoto, quindi ai cittadini non penso interessi molto ;)

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