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wop82 ha scritto:
...


Continui a fuggire il problema. I processi di crescita di realtà deboli con il fair play finanziario saranno nella migliore delle ipotesi lenti e contenuti, nella peggiore impossibili. Prima si costruisce una squadra di buona-ottima qualità e poi verranno (forse) tifosi, seguito, trofei, sponsorizzazioni varie e tutto ciò che ne segue. Prima la causa e poi l’effetto, non il contrario.



wop82 ha scritto:
Hellas ha scritto:
io non sto affermando che il modello attuale sia ottimale, anzi...più semplicemente che il fair play finanziario così come è strutturato non è una via percorribile, per i problemi che ho già esposto.
una soluzione valida poteva essere imporre alle proprietà di saldare eventuali perdite alla chiusura del balancio, quale che fosse l'ammontare.



Come fai ad imporre ad una società di coprire le perdite se non ci sono soldi? :asd
Ma che soluzione è? :asd




Chi non dovesse ripianare le perdite di bilancio sarebbe escluso dalle competizioni europee. Questo il deterrente. O credi forse che il non rispettare il fai play finanziario di platini comporti la pena capitale? :asd

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Hellas ha scritto:

Continui a fuggire il problema. I processi di crescita di realtà deboli con il fair play finanziario saranno nella migliore delle ipotesi lenti e contenuti, nella peggiore impossibili. Prima si costruisce una squadra di buona-ottima qualità e poi verranno (forse) tifosi, seguito, trofei, sponsorizzazioni varie e tutto ciò che ne segue. Prima la causa e poi l’effetto, non il contrario.



E' questa visione del tutto e subito che ha portato il calcio itliano allo stato in cui è, e cioè senza programmazione, senza stadi moderni, senza settori giovanili all'altezza e via via sempre più povero e meno competitivo.

Prima vanno creati i prerequisiti per incrementare il fatturato e poi di conseguenza si costruisce una squadra di buona-ottima qualità.

Per capirlo basta guardare l'evoluzione del calcio europeo degli ultimi 20 anni, in cui i club inglesi, spagnoli e tedeschi hanno nel complesso superato quelli italiani prima economicamente e quindi anche sportivamente.
Oltre al ranking Uefa è sufficiente osservare le dinamiche del calciomercato per comprendere ciò che dico.
In precedenza tutti i migliori giocatori arrivavano dall'estero in Serie A a suon di miliardi di lire, ora invece ci si deve accontentare al massimo di qualche scarto a prezzo di saldo.

Le realtà deboli che sono diventate attualmente competitive seguendo la tua logica si possono contare sulle dita di una mano in tutta Europa, quindi si tratta più di un'eccezione che di un vero e proprio modello replicabile su larga scala e nel lungo periodo.
Il fair play finanziario consente di potersi misurare anche grazie alla forza delle idee e delle competenze a livello gestionale, cioè due elementi cardine di ogni sistema competitivo, ma è altresì evidente che per diventare leader in un settore con determinate caratteristiche, come quello calcistico, non sia affatto semplice e tanto meno immediato.




Hellas ha scritto:

Chi non dovesse ripianare le perdite di bilancio sarebbe escluso dalle competizioni europee. Questo il deterrente. O credi forse che il non rispettare il fai play finanziario di platini comporti la pena capitale? :asd



Le tua è una non-soluzione prima di tutto dal punto di vista economico e non ci vuole molto per capirlo.
Il rispetto del fair play finanziario tende a rendere il sistema più stabile perchè previene le possibili cause di fallimento di un qualsiasi club, invece di imporre la copertura delle perdite è più logico pretendere che i costi non superino i ricavi, o no?


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MessaggioInviato: mar 4 gen 2011, 22:15 
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C’entra nulla. Se vuoi discutiamo di come risanare il calcio italiano, e allora ti dico prima ridiamo credibilità al sistema e poi eventualmente parliamo di questioni economiche. Qui però servirebbe un nuovo topic. E ancor meno si tratta di replicare un modello su larga scala. Più semplicemente è un’analisi sui problemi congeniti del fair play finanziario, di cui già ho detto.

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MessaggioInviato: mer 5 gen 2011, 1:19 
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Hellas io non devo far cambiere idea a nessuno e tanto meno a te :asd

Quello che tu consideri problematico in realtà è fondamentale per la stabilità e la sostenibilità finanziaria nel lungo termine.
La crescita delle realtà minori deve avvenire sulla base delle proprie capacità e non grazie a fattori esogeni, e ciò in fin dei conti rientra anche nel concetto di spirito sportivo.
Il Chievo, l'Hoffenheim, l'Almería, ecc. dimostrano che si possono raggiungere certi livelli anche senza un miliardario disposto a metterci dei soldi di tasca propria.

Tra l'altro a parte Berlusconi, Moratti, Abramovič e Khaldoon Al Mubarak chi altro spende realmente molto denaro derivante dal proprio patrimonio personale per un club di calcio?


Il fair play finanziario non è altro che un insieme di regole che determinano l'accesso alle competizioni UEFA, quindi deve necessariamente far riferimento ad un modello di governance replicabile da ogni club, da quello più piccolo fino al Real Madrid.

Se non si conviene nemmeno su questi principi basilari di tipo economico-gestionale allora è inutile discutere.


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MessaggioInviato: mer 5 gen 2011, 2:45 
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no, alt. quando parlo di "e ancor meno si tratta di replicare un modello su larga scala" non definisco il fair play finanziario ma mi riferisco a questo tuo passaggio:
"quindi si tratta più di un'eccezione che di un vero e proprio modello replicabile su larga scala e nel lungo periodo."
Se nell'ultima frase ti riferisci a questo passaggio. in caso contrario scendi dal piedistallo.

per il resto continui a non rispondere. e se effettivamente sei convinto che città in cui gli abitanti campano a 500 euro al mese possano sostenere la crescita di una società di calcio (!), bè allora sì è inutile discutere.

Addirittura mi citi il chievo, che è l'esempio opposto di quanto vai affermando. mi spieghi come può la squadra di un borgo di verona, iscritta in C2 e con 50 tifosi contati al seguito, conseguire una crescita in modo autonomo? Per arrivare dove è ora campedelli ha sborsato fior di quattrini, che credi :asd

E visto che sei tanto affezzionato alla realtà italiana potrei parlarti di come è più importante l'apporto economico di un martinelli per il verona che quello di un moratti per l'inter, e di come in quest'ottica il fair play colpisca più le piccole che le grandi. O potrei dirti delle molte realtà provinciali in cui l'ormai fantomatico stadio è o impossibile (li metti tu i soldi?) o poco o nulla conveniente. O ancora del concreto rischio di cristallizazione dei valori insito nel modello studiato da platini. Potrei, ma a questo punto dubito avrei risposta.

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MessaggioInviato: mer 5 gen 2011, 14:54 
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Hellas devi riconoscere però che ora come ora non si può andare avanti.
Ogni anno falliscono tantissime società, e altrettante vengono salvate per non si sa quali motivi.
Alla fine di ogni stagione dalla serie B in giù sono decretate molte retrocessioni a tavolino e molti ripescaggi... non si può andare avanti così, a falsificare questi campionato.

Bisogna mettere delle regole.
Se non altro con il fair play il campionato acquisisce più credibilità per il motivo che ti ho detto prima, e anche giustizia, perchè vi sono molte società che pur non avendo soldi comprano altri giocatori e poi si ritrovano a vincere il campionato, a discapito di chi rispetta le regole, paga gli stipendi, e si ritrova nella stessa categoria l'anno successivo.

Ti sembra giusto?

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wop ha ragione su tutta la linea.

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Reg. il: mar 7 set 2004,
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Anch'io dubito sia la panacea dei mali del calcio, però solo il fatto di limitare gli ingaggi (per la regola che non devono superare un certo tetto) è buona a scongiurare vendite da mercenario e acquisti a zero con il solo ingaggio a fare la differenza

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"piaccia o non piaccia, quelle telefonate non ci sono."
"se per stare al gioco vogliamo ammettere che esistano telefonate del genere, beh, noi della Gazzetta saremmo inflessibili. Anzi, anche più severi, visto che oggi stiamo giurando sulla loro onestà."
.. Gazzettaaaaa????? art.1 ed art.6 = LADRI


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Hellas, sinceramente non capisco dove vuoi arrivare. Il fair play finanziario ha sicuramente dei difetti, come li hanno tutti i sistemi che gestiscono situazioni complesse. Tuttavia è indubbio che la situazione attuale è insostenibile e deleteria.
E' sicuramente vero che un fatturato maggiore garantirà maggiori possibilità e nel breve la situazione va a vantaggio di chi è attualmente è in testa alla lista (vedi Real, Barcellona, MU) tuttavia è indubbio che questi sono anche gli stessi club che vincono da 60 anni a questa parte per cui non è che con la gestione attuale si garantisca un equilibrio maggiore, inoltre Wop ha ragione quando dice che l'equazione Xsoldi = Xtrofei (tanto per citare un Topic caro a molti :asd ) è falsa e che chi avrà migliori capacità manageriali potrà sfruttare a proprio favore il nuovo sistema. Tutto ciò considerando che, se non ho capito male, il fair play verrà introdotto gradatamente.

Quello che sinceramente mi preoccupa di più sono le possibilità di aggirare il fair play di cui parlavano alcuni nei post precedenti. Qualcuno ha in mente qualche esempio?giusto per capire.


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un chievo senza i soldi di campedelli mai e poi mai sarebbe arrivato in serie a. se il fair play finanziario fosse stato attivo 15 anni fa ora il chievo sarebbe la squadra di dopolavoristi che è sempre stato. esemplificando è questo che vado dicendo.
poi se mi vieni a dire dell'insostenibilità economica di molte realtà e dei problemi a contorno su questo sono d'accordo con wop. che il modello attuale sia tutto fuorchè ottimo l'ho pure scritto. però il fair play finanziario non è la soluzione, per tappare un buco ne apre un altro. Ed è anche vero che non vedo perchè proibire ad un presidente di aprire il portafogli ed immettere di tasca propria quei 5, 10 o 100 milioni che siano. l'importante è che se lo possa permettere

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