https://twitter.com/Cristina_H_/status/ ... 0012731393LA PROTESTA IN SPAGNA
La calciatrice Paula Dapena non rispetta il minuto di silenzio per Maradona: «Era un violentatore. Nessun ricordo per le donne vittime di violenza»
Silvia Morosi
https://27esimaora.corriere.it/20_novem ... eaf5.shtmlIl mondo del calcio è ancora in lutto per la scomparsa di Diego Armando Maradona. Il Pibe de oro è morto mercoledì 25 novembre, a Tigre (in Argentina), all'età di 60 anni. Molte federazioni hanno omaggiato la leggenda del calcio, dedicandogli un minuto di silenzio in campo, prima dell’inizio delle partite del fine settimana. Non tutti — però — hanno voluto rispettare questa decisione, come la calciatrice Paula Dapena, 24 anni, militante nel Viajes Interrìas, squadra di terza divisione spagnola. Mentre le sue compagne sono rimaste in piedi in silenzio, prima dell’amichevole contro il Deportivo La Coruna (conclusasi — poi — con un 10-0 a favore dei padroni di casa del Deportivo, numero che a molti ha ricordato il «10» del Pibe de Oro, ndr), lei si è seduta sul campo, dando le spalle alle telecamere. E ha mostrato, con orgoglio, la sua maglia numero «6».
Un gesto motivato da una ragione precisa, come ha spiegato Dapena al sito Pontevedra Viva e ad altre testate: «Per le altre vittime non c’è stato alcun minuto di silenzio. Dunque non sono disposta a rispettare quello per un violentatore», ha detto con un chiaro riferimento alla poca considerazione data alla Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, che ogni anno viene celebrata proprio il 25 novembre (lo stesso giorno della scomparsa di Maradona, ndr). Era «un violentatore, un pedofilo e un abusatore», si legge ancora su L'Avanguardia («En cuanto me enteré que habría un acto en su memoria me negué a guardar ese minuto de silencio por un violador, pedófilo, y abusador»).
«Le mie compagne di squadra — ha raccontato l'atleta — mi guardavano e sorridevano perché sapevano che non avrei osservato il minuto di silenzio... Per essere un giocatore, devi essere innanzitutto una persona e avere dei valori, al di là delle capacità sportive che possedeva, che sappiamo fossero spettacolari» (la stessa critica, in Italia, è stata sollevata anche da Laura Pausini). La calciatrice galiziana ha, poi, ricordato come l'allenatore della squadra avversaria si sia avvicinato a lei — alla fine del primo tempo — per chiederle i motivi del gesto: «Gliel'ho spiegato e mi ha detto che neanche lui era d'accordo ... Si è congratulato con me». Non sono, però, mancate critiche a Dapena, da parte di quanti l'hanno accusata di non aver rispettato un momento così toccante. «Cosa penso? — ha replicato lei —. Non credo di aver mancato di rispetto a nessuno, mi sono seduta per terra e sono rimasta zitta. Avrei potuto gridare e interrompere il minuto di silenzio. Invece, ho rispettato tutti quelli che volevano farlo».
«Francamente», ha concluso parlando al telefono con un giornalista di El Confidencial, «ho i miei ideali, credo che per essere un giocatore devi avere valori che vanno oltre il talento sportivo», ha ribadito. «Sono un grande fan di Zidane, per esempio, ma se venisse fuori ora che è un molestatore, beh, non lo considererei più un'icona, non esisterebbe più per me». «Ho visto molta ipocrisia in occasione del 25 novembre, da parte di persone che combattono contro la violenza sulle donne, ma allo stesso tempo difendono un molestatore come Maradona. Ci sono video che lo ritraggono mentre picchia la sua partner, immagini in cui viene immortalato con due ragazze nude accanto... Ovviamente, come femminista, non posso difenderlo» («No puedo defender esto»). Il riferimento della calciatrice è a un filmato diffuso in Rete anni fa (era il 2014), nel quale si sentiva la voce dell'ex compagna Rocío Oliva dire «Diego, smettila, smettila di colpirmi». Parole che lui attribuì al tentativo di togliere alla donna un cellulare dalle mani («Non sono un pugile», si difese). Anni dopo, nel 2017, la polizia spagnola intervenne, ancora, per interrogare la coppia dopo che una serie di urla avevano attirato l'attenzione dei dipendenti di un noto albergo di Madrid dove soggiornavano. Entrambi, in quell'occasione, dissero che si trattava «solo di una discussione» e non presentarono alcun tipo di reclamo.