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wop82 ha scritto:
Chi critica il fair play finanziario evidentemente ne ignora le finalità complessive e/o non sa come si redige un bilancio.
In Bundesliga ad esempio già si applica da qualche anno e non mi pare proprio che si tratti di un torneo di basso livello, con posizioni di forza cristalizzate, con club a rischio fallimento, ecc.

Nel campionato italiano è proprio grazie al fair play finanziario che si ridurrebbe notevolmente il gap tra le provinciali e le squadre di vertice.
L'Inter, senza gli aumenti di capitale sociale da 70-80 milioni all'anno di Moratti & soci per coprire le perdite d'esercizio, a quanti e a quali giocatori dovrebbe rinunciare?


quotone

mostro77 ha scritto:
ma non è facilmente aggirabile dando soldi in nero ai giocatori??


bhe se gli organi competenti fanno il loro dovere queste cose si scovano

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Hellas ha scritto:
wop82 ha scritto:
Chi critica il fair play finanziario evidentemente ne ignora le finalità complessive e/o non sa come si redige un bilancio.
In Bundesliga ad esempio già si applica da qualche anno e non mi pare proprio che si tratti di un torneo di basso livello, con posizioni di forza cristalizzate, con club a rischio fallimento, ecc.

Nel campionato italiano è proprio grazie al fair play finanziario che si ridurrebbe notevolmente il gap tra le provinciali e le squadre di vertice.
L'Inter, senza gli aumenti di capitale sociale da 70-80 milioni all'anno di Moratti & soci per coprire le perdite d'esercizio, a quanti e a quali giocatori dovrebbe rinunciare?



Il limite tuo è che ragioni in un'ottica limitata al campionato italiano - e ci sarebbe da dire pure lì. i debiti vanno rapportati al fatturato. più pesanti i 100 del milan o i 10 del verona? parlare in valore assoluto ha poco senso - campionato in cui nessun investitore straniero sano di mente verrebbe ad investire. Invece il mondo non finisce a Milano...

Il fatturato di squadre rappresentative città di piccole dimensioni difficilmente può superare un certo importo. Questo perlomeno all’istante iniziale. Poniamo proprio l’esempio di una squadra di una piccola città – ma il discorso vale pure per la squadra di una città media o grande senza importante tradizione calcistica, un Manchester City per dire. In questi casi affinchè si verifichi sviluppo è necessario un fattore esogeno: l’investitore che apre il portafogli e sborsa di tasca propria. Poi nella migliore delle ipotesi la squadra acquisterà tifosi, titoli e prestigio portando conseguentemente ad un aumento dei ricavi. Questo ulteriore passaggio non è certo automatico, anzi, ma questo è un altro discorso.
Con il fair play finanziario viene invece tolta la possibilità di immissione esterna di capitale, innescando un circolo vizioso in cui alle piccole società non è dato modo di crescere


no.
Una società potrebbe per esempio investire oggi, che può avere capitali esterni, nell'ottica del fair play finanziario del domani, nel settore giovanile, attualmente bistrattato.
E fra qualche anno si tornerà a fare i calciatori anzichè comprarli.
Poi li vendi.

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Hellas ha scritto:

Il limite tuo è che ragioni in un'ottica limitata al campionato italiano - e ci sarebbe da dire pure lì. i debiti vanno rapportati al fatturato. più pesanti i 100 del milan o i 10 del verona? parlare in valore assoluto ha poco senso - campionato in cui nessun investitore straniero sano di mente verrebbe ad investire. Invece il mondo non finisce a Milano...

Il fatturato di squadre rappresentative città di piccole dimensioni difficilmente può superare un certo importo. Questo perlomeno all’istante iniziale. Poniamo proprio l’esempio di una squadra di una piccola città – ma il discorso vale pure per la squadra di una città media o grande senza importante tradizione calcistica, un Manchester City per dire. In questi casi affinchè si verifichi sviluppo è necessario un fattore esogeno: l’investitore che apre il portafogli e sborsa di tasca propria. Poi nella migliore delle ipotesi la squadra acquisterà tifosi, titoli e prestigio portando conseguentemente ad un aumento dei ricavi. Questo ulteriore passaggio non è certo automatico, anzi, ma questo è un altro discorso.
Con il fair play finanziario viene invece tolta la possibilità di immissione esterna di capitale, innescando un circolo vizioso in cui alle piccole società non è dato modo di crescere




I riferimenti al campionato italiano sono solo degli esempi che tutti possono comprendere facilmente, comunque ho citato il caso della Bundesliga ed in passato ho commentato i bilanci di società come Arsenal, Manchester United, Real Madrid, ecc.

Più volte ho ribadito il concetto che il sistema-calcio italiano è antieconomico poichè è basato su dei presupposti errati dove tutto o quasi dipende dalle disponibilità dei presidenti, i quali non investono soldi, in quanto gli investimenti dovrebbero avere per definizione un ritorno ipoteticamente positivo, bensì coprono solo delle perdite.

Per i debiti il problema non è il valore assoluto, ma la possibilità di rimborsarli effettivamente ed ovviamente anche la loro natura.
Si può imporre tranquillamente, ammesso che non sia già previsto, un indice (cioè un rapporto o una percentuale) massimo di indebitamento che è ricavabile facendo una riclassificazione ed un'analisi di bilancio.


La nuova normativa non considera come costi gli investimenti per la costruzione degli stadi, degli impianti sportivi e pure gli stipendi, le spese d'acquisto dei giocatori under 18.
Qesto significa che la crescita di un qualsiasi club deve basarsi su queste due prerogative sopracitate.
I risultati sportivi difficilmente potranno essere immediati per chi deve iniziare da zero in tal senso, ma le finalità del fair play finanziario sono la stabilità e la sostenibilità nel medio-lungo termine di tutto il calcio europeo e non l'effimero successo di qualche società diventata momentaneamente il giocattolo del magnate di turno.


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wop82 ha scritto:
Hellas ha scritto:

Il limite tuo è che ragioni in un'ottica limitata al campionato italiano - e ci sarebbe da dire pure lì. i debiti vanno rapportati al fatturato. più pesanti i 100 del milan o i 10 del verona? parlare in valore assoluto ha poco senso - campionato in cui nessun investitore straniero sano di mente verrebbe ad investire. Invece il mondo non finisce a Milano...

Il fatturato di squadre rappresentative città di piccole dimensioni difficilmente può superare un certo importo. Questo perlomeno all’istante iniziale. Poniamo proprio l’esempio di una squadra di una piccola città – ma il discorso vale pure per la squadra di una città media o grande senza importante tradizione calcistica, un Manchester City per dire. In questi casi affinchè si verifichi sviluppo è necessario un fattore esogeno: l’investitore che apre il portafogli e sborsa di tasca propria. Poi nella migliore delle ipotesi la squadra acquisterà tifosi, titoli e prestigio portando conseguentemente ad un aumento dei ricavi. Questo ulteriore passaggio non è certo automatico, anzi, ma questo è un altro discorso.
Con il fair play finanziario viene invece tolta la possibilità di immissione esterna di capitale, innescando un circolo vizioso in cui alle piccole società non è dato modo di crescere




I riferimenti al campionato italiano sono solo degli esempi che tutti possono comprendere facilmente, comunque ho citato il caso della Bundesliga ed in passato ho commentato i bilanci di società come Arsenal, Manchester United, Real Madrid, ecc.

Più volte ho ribadito il concetto che il sistema-calcio italiano è antieconomico poichè è basato su dei presupposti errati dove tutto o quasi dipende dalle disponibilità dei presidenti, i quali non investono soldi, in quanto gli investimenti dovrebbero avere per definizione un ritorno ipoteticamente positivo, bensì coprono solo delle perdite.

Per i debiti il problema non è il valore assoluto, ma la possibilità di rimborsarli effettivamente ed ovviamente anche la loro natura.
Si può imporre tranquillamente, ammesso che non sia già previsto, un indice (cioè un rapporto o una percentuale) massimo di indebitamento che è ricavabile facendo una riclassificazione ed un'analisi di bilancio.


La nuova normativa non considera come costi gli investimenti per la costruzione degli stadi, degli impianti sportivi e pure gli stipendi, le spese d'acquisto dei giocatori under 18.
Qesto significa che la crescita di un qualsiasi club deve basarsi su queste due prerogative sopracitate.
I risultati sportivi difficilmente potranno essere immediati per chi deve iniziare da zero in tal senso, ma le finalità del fair play finanziario sono la stabilità e la sostenibilità nel medio-lungo termine di tutto il calcio europeo e non l'effimero successo di qualche società diventata momentaneamente il giocattolo del magnate di turno.



Hai sviato il discorso senza entrare nel merito. Hai voglia che un Malaga raddoppi il fatturato costruendo un nuovo stadio...per non parlare di tutte quelle città russe ed ex sovietiche in cui lo stipendio medio della popolazione è 500 euro al mese...

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L'arrivo di un investitore che ci mette parecchia grana e fa crescere una squadra a parte che è un terno al lotto (nel senso che gente disposta a buttare soldi non è che abbondi), sicuramente da ad un club una crescita rapida ma può rivelarsi anche un clamoroso effetto boomerang, facendoti trovare il club bello che indebitato e a rischio fallimento.
Se invece sai che giochi con gli altri ad armi pari, e hai alle spalle gente che ci sa fare, sicuramente il processo di crescita è piu lento, ma molto piu sicuro ed equo.

Colgo l'occasione per citare: "Date loro un pesce, e staranno bene un giorno. Insegnate loro a pescare e staranno bene per tutta la vita"...o giu di lì :grin

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io non sto affermando che il modello attuale sia ottimale, anzi...più semplicemente che il fair play finanziario così come è strutturato non è una via percorribile, per i problemi che ho già esposto.
una soluzione valida poteva essere imporre alle proprietà di saldare eventuali perdite alla chiusura del balancio, quale che fosse l'ammontare.

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Io sono d'accordo con Hellas. Qualche tempo fa lessi questo articolo, che sostanzialmente spiega chiaramente quanto espresso da Hellas:


Gli squilibri palesi del fair play finanziario: il Real ha fatturato 442,3 mln. L'Inter...
08.09.2010 20:43 di Daniele Mari articolo letto 711 volte
Fonte: fcinter1908.it

Il Real Madrid ha chiuso la stagione 2009-2010 con un fatturato lordo di 442,3 milioni di euro (+8,6% rispetto ai 407,3 milioni del 2008-2009) e con un utile d'esercizio di 24 milioni (+11,5% rispetto all'anno precedente). Il club è riuscito ad abbassare i debiti netti del 25%: si passa da 326,7 a 244,6 milioni.

Questi dati sulla società di Florentino Perez, apparentemente interessanti solo per gli appassionati di economia, sono in realtà fondamentali se vengono analizzati in ottica fair play finanziario. Spendere tanto quanto si incassa: questa la regola basa della riforma voluta dall'Uefa.

Ebbene, le merengues hanno fatturato 442,3 milioni per la stagione 2009/2010 e avevano già superato quota 400 milioni di euro nella stagione precedente, quella 2008/2009.

E l'Inter? I dati della stagione 2009/2010 non sono ancora disponibili, ma nel 2008/2009 i nerazzurri avevano prodotto introiti per 196,5 milioni di euro, tra l'altro in crescita rispetto alla stagione precedente di 23,6 milioni di euro.

Un dato imbarazzante. Se il Fair Play finanziario era stato studiato per cercare di ridurre il gap tra le varie società, il risultato è a dir poco sconcertante. Come può un club come l'Inter (che è il nono club al mondo per fatturato, a pari merito con il Milan) competere con il Real Madrid, che fattura più del doppio? I vertici dell'Uefa forse dovrebbero riflettere su questi dati.

Real Madrid, Barcellona, Manchester United: in questo momento sono solo queste le squadre che hanno fatturati superiori ai 300 milioni di euro (il Real addirittura sopra i 400).

Se in passato il gap poteva essere colmato dalla generosità di qualche presidente tifoso, adesso questo non sarà più possibile. E il rischio che in Europa ci sia un dominio anglo-spagnolo (nella top ten ci sono anche Arsenal, Chelsea e Liverpool) è davvero dietro l'angolo.

Il calcio italiano deve svegliarsi (dove sono gli stadi di proprietà?), altrimenti il ridimensionamento sarà inevitabile.

www.fcinter1908.it/?action=read&idnotizia=10915 ( :asd )

Esigo un commento da parte di wop.

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Signori e signore Che giocatore Cristiano Ronaldo !!...che Giocatore Cristiano Ronaldo !!..io credo che non ci trovavamo davanti un giocatore simile dai tempi di Evaristo Beccalossi.


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prima della risposta di wop che senz'altro sarà migliore, te ne do una io.

Non l'ha deciso nessuno che il Real Madrid deve avere il doppio degli incassi dell'inter, semplicemente è il frutto di decisioni umane e quindi anche i nostri club se volessero possono aumentare il fatturato.
A parte che poi il fatturato è un dato indicativo ma poco utile, perchè una società virtuosa non è quella che fattura, ma quella che ottimizza i costi ed è efficente oltre che efficace.

Se le società incominciassero a investire di più sul settore giovanile anzichè comprare giocatori già pronti e per di più scarsi si ridurrebbero i costi per esempio, e quindi si recupera grana da spendere.
Se poi si costruiscono stadi nuovi e più confortevoli di questi schifosi impianti anni '20 che ci ritroviamo, forse i club possono avere anche qualche introito in più dai biglietti da stadio.

Sono solo due esempi ma solo validi.
Fai un paragone degli introiti che incassa una società italiana (come l'Inter, va bene) e una spagnola o inglese o tedesca (come il Real, va bene) dai biglietti da stadio, ti accorgi che abisso c'è.

Concludo: vatti a vedere quanto incassano i club italiani dalle tv e confrontali con quello degli altri campionati.
Se non ricordo male siamo pure in testa quindi: sono alcuni ns. settori che non vanno, abbiamo un marketing da far schifo.

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Hellas ha scritto:
Hai sviato il discorso senza entrare nel merito. Hai voglia che un Malaga raddoppi il fatturato costruendo un nuovo stadio...per non parlare di tutte quelle città russe ed ex sovietiche in cui lo stipendio medio della popolazione è 500 euro al mese...



Le entrate derivanti dallo stadio dei maggiori club europei, ad esclusione di quelli italiani, rappresentano mediamente il 25-30% del fatturato, mentre le quote restanti derivano dall'area commerciale e dai diritti tv.

Un Malaga qualsiasi costruendo uno stadio polifunzionale, sviluppando meglio l'area commerciale e puntando sul settore giovanlie può sicuramente aumentare la propria redditività e competitività nel tempo pur rispettando il fair play finanziario.

Per i paesi calcisticamente minori non va dimenticata la riforma della Champions League e comunque la Donbass Arena dello Shakhtar Donetsk l'ho vista sempre piena e la relativa maglia ufficiale nello store on line costa 80$.


Ora osservate bene questo grafico:

Immagine


In 10 anni queste società hanno tutte radoppiato o triplicato il fatturato, ma nessuna di queste ha dei presidenti-proprietari che mettono soldi di tasca propria, anzi nel caso del Manchester United ne preleva soltanto.

In passato il gap di cui si lamenta fcinter1908.it non esisteva, ora all'improvviso si sono accorti che la propria società ha un modello gestionale obsoleto e che se il proprio presidente non tira fuori il grano tutti gli anni sono destinati ad avere una squadra di comprimari.

Ma quanto può durare un Moratti qualsiasi se nel frattempo non si interviene affinchè il fatturato aumenti considerevolmente?

La competitività dal rettangolo di gioco si è ampliata anche a livello manageriale e chi non eccelle anche in quest'ultima difficilmente potrà ottenere dei grandi risultati sportivi.

Poi per carità, il calcio è bello perchè non sempre vince il favorito e l'equazione soldi = trofei non sempre è veritiera come ben sappiamo.


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io non sto affermando che il modello attuale sia ottimale, anzi...più semplicemente che il fair play finanziario così come è strutturato non è una via percorribile, per i problemi che ho già esposto.
una soluzione valida poteva essere imporre alle proprietà di saldare eventuali perdite alla chiusura del balancio, quale che fosse l'ammontare.



Come fai ad imporre ad una società di coprire le perdite se non ci sono soldi? :asd
Ma che soluzione è? :asd

Quante società falliscono o rischiano di fallire ogni anno in Italia proprio per questo motivo?

E' possibile che il tifoso medio non si renda conto che la continuità della propria squadra negli anni deve esserci indipendentemente dai proprietari o dai presidenti e che per fare ciò il fair play finanziario con tutto quello che ne consegue è indispensabile?


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