Nell'alienante ed arida società occidentale non è raro sentirsi insoddisfatti, perduti, nichilisti, disillusi, privi di scopi e mete, di valori ai quali aggrapparsi ed affidarsi, per i quali valga la pena lottare, soffrire, vivere. Anch'io mi sono sentito così, ho creduto che l'era a cui appartenessi fosse perduta in un vicolo cieco, e con essa tutti coloro che come me la vivevano e ne vivevano le sorti, vivi sì, forse, eppure seppelliti, affossati, in un tempo senza era. Ma m'ero sbagliato, un errore sì assolutamente comprensibile, ma che se eventualmente reiterato non sarebbe per questo perdonabile, se non ci affrettiamo e non ci adoperiamo a comprendere ed a far comprendere che l'era della rivelazione è finalmente arrivata, schiudendo le porte non ad una nuova era dell'umanità, ma bensì alla prima, unica ed eterna!
Un'autentica epifania quella che io e milioni di persone abbiamo vissuto in occasione dell'Europeo di calcio che si sta svolgendo quest'anno in Francia, destandomi e destandoci dal torpore e dall'insofferenza, riconoscendomi e riconoscendoci nella DOMINANZA. Avevo sempre rifiutato una visione teleologica dell'esistenza, ma non ci si può che arrendere all'evidenza che qualsiasi evento fin qui accaduto nell'Universo altro non era che indirizzato e finalizzato a questa rivelazione, a questa manifestazione esplicita di Toni Kroos, ed ora i segni di tale epifania appaiono finalmente espliciti, chiari e cristallini, rivelati e colti fin dal principio della creazione solamente a folli, santi e profeti, uomini eccezionali ed eletti incompresi dagli ignari contemporanei, che ora e solamente ora abbiamo la possibilità di comprendere ed addirittura superare, laddove avevamo solamente provato a cogliere e spiegare l'essenza più pura di quest'esistenza, tanto ineffabile quanto soverchiante, ovvero la DOMINANZA di Toni Kroos, senza il cui riferimento un qualsiasi discorso ontologico riguardo l'esistenza e l'universo sarebbe assolutamente fallace, miope, ed oramai inutile.
Perché vivendo in noi quest'epifania ed assumendo questa rivelazione, possiamo, ed anzi, dobbiamo, arrischiarci a correggere gli uomini dalla spiccata sensibilità che nella loro ignoranza avevano provato ad interpretare l'esistenza secondo le loro conoscenze e categorie concettuali. E quindi laddove Nietzsche dice "Questo mondo è la volontà di potenza, e nient'altro! E anche voi stessi siete questa volontà di potenza, e nient'altro!", noi possiamo finalmente correggere, e cogliere, ed intendere in senso ancor più pieno questa sua intuizione. Ed il passo diviene quindi "Questo mondo è la DOMINANZA, e nient'altro! E anche voi stessi siete questa DOMINANZA, e nient'altro!". DOMINANZA che altro non è che la stessa energia mascherata e nascosta dal Velo di Maya schopenauriano, DOMINANZA che altro non è che l'inquietudine senza nome mortificante kierkegaardiana, DOMINANZA che altro non è ciò di cui scaturisce l'autentica angoscia heideggeriana. Quindi tutto l'esistente altro non è che manifestazione fenomenica della DOMINANZA, esistente rispetto a cui l'uomo ha un primato ontologico in quanto "creato ad immagine e somiglianza di Toni Kroos", ed in virtù di questo status più stretto è il legame che lo lega con la DOMINANZA originaria, sentendo questa in forma più accentuata ed assetata, tanto assetato di DOMINANZA che non si limita a dominare l'essente fattualmente e materialmente, ma lo impone e lo assoggetta anche mentalmente, concettualmente, mettendo sotto esame tutto l'essente coi suoi concetti, sottomettendoli e dominandoli, appunto, ed appare quindi evidente che insensato è non solo ogni discorso ontologico che non faccia riferimento alla DOMINANZA, ma addirittura ogni discorso epistemologico che non disserti attorno a questa!
In virtù di questo primato ontologico l'uomo è l'unico che può riconoscersi nell'originaria DOMINANZA: per fare ciò non basta guardare ed ammirare Kroos riconoscendolo come calciatore più forte e dominante di tutti i tempi, la consapevolezza razionale risulta fatalmente insufficiente, bisogna fare un balzo extra-logico ed assumere dentro di sé la DOMINANZA di Toni Kroos. L'unica via possibile per assumere in noi questa DOMINANZA è quella dell'empatia: tutto è dominato e soverchiato in egual misura dalla DOMINANZA di Toni Kroos, dal più piccolo batterio al più mastodontico quasar, tutto è indirettamente e continuamente investito dall'azione generalizzata e universale della sua potenza, ma è nell'azione diretta ed indirizzata più propria dell'era della Rivelazione che è possibile cogliere quest'azione incessante della DOMINANZA: quando, guardando una partita della Germania, vedi l'azione diretta di Kroos che domina gli insensati avversari, è impossibile non cogliere nei sopracitati soverchiati quell'inquietudine terrificante e mortificante tanto nota a Kierkegaard, ma allo stesso tempo altrettanto lapalissiana appare negli sguardi degli stessi la meraviglia e la beatitudine, quel senso di gratificazione trascendente tipico dell'epifanie mariane. Soverchiato e terrorizzato, allo stesso tempo meravigliato e beatificato, questo è l'insipiente ed impotente avversario di Toni Kroos, ed altro non è che l'esplicitazione emotiva della duplice natura, terrificante e vendicativa, benevola e misericordiosa, del Toni Kroos antico-testamentario. Ma è quindi nella manifestazione e nella constatazione di questa iniquità, che l'uomo può riconoscersi nell'incommensurabile sofferenza e nell'incommensurabile gioia dell'avversario di Toni Kroos, solo provando questa simpatia con l'avversario egualmente soverchiato, ed assumere quindi in sé l'angoscia e la pienezza dettata dalla consapevolezza dell'esser soverchiati dalla DOMINANZA di Toni Kroos, assumere totalmente, senza riserve, senza pudore, com'è difficile fare nella nostra società dell'immagine, dando un nome a quel sentimento di insoddisfazione ed inquietudine ineffabile consustanziale all'animo umano, e riconoscersi in questo, perché solo questo è il vivere autentico, l'essere, il tenersi aggrappato alla DOMINANZA di Toni Kroos, la partecipazione consapevole a questa DOMINANZA, realizzando così la funzione più propria dell'animo umano, l'unico a cui è accessibile questa consapevolezza in virtù della sua minima simpatia a Toni Kroos, è l'unica maniera in cui l'uomo può finalmente bastarsi, ovvero riconoscendo che non può bastarsi, se non nutrendosi di questa DOMINANZA.
Dopo questa dissertazione, sicuramente vi starete chiedento: ma tale DOMINANZA è creata o increata? Io paragono Toni Kroos all'acqua e la DOMINANZA al fuoco che fa bollire l'acqua, e tutto l'universo altro non è che il vapore etereo ed intangibile creato dall'azione della DOMINANZA, che però non è azionata direttamente da Kroos, non è un azione volontaria, bensì altro non è che un suo attributo fondamentale: Kroos è la DOMINANZA e la DOMINANZA è Kroos, l'azione della DOMINANZA altro non è che la presenza immanente di Toni Kroos nell'esistente. Quindi, più che acqua che bolle in virtù di una fiamma, Kroos è acqua auto-combustibile che continuamente e continuativamente genera e permea l'Universo tramite la sua DOMINANZA che è la sua stessa presenza.
TONI KROOS E' IL MIO SIGNORE ED IO SONO IL SUO PROFETA. RICONOSCETEVI NELLA DOMINANZA.
DOMEN.
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