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Il gran rifiuto di Bielsa: la Lazio e gli altri dietrofront del Loco
08.07.2016 14.49 di Ivan Cardia Twitter: @ivanfcardia articolo letto 8246 volte
In patria lo chiamano El Loco, da quando, chiamato a guidare le squadre minori del Newell's Old Boys, percorse in tre mesi 25000 chilometri per visionare i migliori talenti del Paese, li chiamò a raccolta e insegnò loro che i metodi di allenamento imparati fino ad allora erano fuffa, o quasi. La verità la sapeva lui, professore di educazione fisica prestato al calcio, un po' santone e un po' grandissimo innovatore, con quel 3-3-1-3 che sembra pura utopia calcistica e invece i suoi risultati li ottiene. A Rosario, casa del Newell's, lo idolatrano tanto da avergli dedicato l'Estadio Marcelo Bielsa; Pep Guardiola, colui che ha rivoluzionato il calcio dell'era post-moderna, lo ha definito "il miglior tecnico del mondo". In Argentina, un'intera schiera di nuovi allenatori ha affinato le proprie armi alla sua scuola, da Mauricio Pochettino a Jorge Sampaoli.
Marcelo Bielsa, ovvio protagonista di questa vicenda, lo chiamano da anni El Loco. Per il suo approccio iper-scientifico alla preparazione della squadra, ma anche per le sue bizze comportamentali. Quelle che da oggi ha scoperto anche la Lazio: Bielsa, senza neanche necessità di fare armi e bagagli, ha detto addio alla panchina biancoceleste, a stretto giro di posta rispetto al comunicato del club che ne ufficializzava, in maniera interlocutoria, l'arrivo imminente. Ma che a questo non avverrà: non per viltade, ma pur sempre di gran rifiuto si tratta. Un dietrofront che lascia spiazzata la Lazio, pronta ad adire le vie legali per tutelare le proprie ragioni e trattenere Simone Inzaghi perché a questo punto i margini di manovra in vista della prossima stagione sono a dir poco ridotti. Un dietrofront che non è però neanche il primo, nella carriera di Bielsa. Ne sa qualcosa l'Inter, che nel 2011 aveva in tasca l'accordo per affidargli la squadra dopo aver salutato Leonardo. Peccato che Bielsa avesse nel frattempo dato anche la sua parola a Josu Urrutia, poi diventato presidente dell'Athletic Club di Bilbao. E che, fra nerazzurri e baschi, privilegiasse la fiducia di quest'ultimi, allenati fino al giugno 2013. Ne sa qualcosa, per andare più indietro nel tempo, anche l'Espanyol, che nel 1998 affidò la propria panchina al Loco; il quale dopo sei partite ufficiali salutò la seconda squadra di Barcellona per assumere il ruolo di ct dell'Argentina. Magari quello che potrebbe esserci dietro il dietrofront con la Lazio. Non è stato il primo e forse non sarà neanche l'ultimo nella sua carriera. D'altronde, lo chiamano El Loco.
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ESCLUSIVA TMW - Bielsa addio Lazio, Pulici: "Dissi 11 anni fa certe cose"
Dispiaciuto e amareggiato. Felice Pulici autentica bandiera della Lazio racconta il suo stato d'animo dopo il rifiuto di Bielsa a sedersi sulla panchina biancoceleste. "Non si può neanche parlare di addio - dice a Tuttomercatoweb.com - perchè non è mai arrivato. Non so quali siano state le ragioni ma era nell'aria. Da qualche giorno ormai la situazione non era chiara. Sono davvero molto dispiaciuto perchè Bielsa aveva i favori della tifoseria e invece adesso questa situazione ci mette ansia. Magari le soluzioni saranno anche migliori e Inzaghi si rivelerà anche più bravo però adesso la situazione è difficile".
Vedendola da fuori quali sono stati i motivi di questo mancato accordo?
"Guardi, sono undici anni che non vado allo stadio. Ho capito subito il carattere di un presidente che fa dell'assolutismo la sua forma di lavoro e di pensiero. Sono andato via dalla Lazio undici anni fa perchè avevo capito che questo modo di essere non avrebbe portato ad una soluzione di sostegno generale per il raggiungimento di certi importanti obiettivi. Certe cose le avevo detto undici anni fa e ora sono molto amareggiato. Sono arrivato a Roma nel '72 e oltre ad ammirare questa splendida città ho ammirato chi sta vicino ed è tifoso della Lazio. Oggi vedo una società che sta barcollando e un modo di essere della società stessa che non ha colto i suggerimenti che potevano arrivare se si fosse aperta ai tifosi e ad una loro forte partecipazione. Ciò che si sta verificando può creare problemi anche all'arrivo di altri giocatori, incerti di fronte ad una situazione che non ci fa fare una bella figura anche a livello internazionale".