Oggi è gio 28 mar 2024, 23:15

Tutti gli orari sono UTC + 1 ora [ ora legale ]




Apri un nuovo argomento Rispondi all’argomento  [ 22 messaggi ]  Vai alla pagina 1, 2, 3  Prossimo
Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Indie Italiano
MessaggioInviato: lun 19 giu 2017, 13:07 
Non connesso
Ultras
Ultras
Avatar utente

Reg. il: sab 6 ago 2016,
Alle ore: 18:18
Messaggi: 1024
Negli ultimi anni ho riscontrato un grande proliferare di diversi gruppi "indipendenti" nel panorama musicale nostrano, molti dei quali hanno anche riscosso un discreto successo.
In tanti li vedono come i salvatori della musica leggera italiana, ormai da tempo appannaggio di talent e simili.
Io francamente non sono un grande estimatore di questo movimento, tutt'altro.
Trovo che tanti di questi artisti condividano un'attitudine che è decisamente lontana dalla mia:
Anticonformismo per sport,
Testi e composizioni spesso intellettualoidi e alternative per il giusto di esserlo, che però hanno veramente poco da dire.

Ad ogni modo, poiché il fenomeno è abbastanza ampio, mi piacerebbe avere un parere, magari sono io che mi sono approcciato male.


Share on FacebookShare on TwitterShare on Google+
Top
 Profilo  
 
 Oggetto del messaggio: Re: Indie Italiano
MessaggioInviato: lun 19 giu 2017, 13:55 
Non connesso
Leggenda del Calcio
Leggenda del Calcio
Avatar utente

Forum Supporter
Fino al : 31/12/2019
Reg. il: mer 10 feb 2010
Alle ore: 23:02
Messaggi: 32396
Vecchie diatribe :asd
Attenti che mo' ariva fuzz catapultato qui da un accordo jazz.
Il problema è sempre lo stesso: definire il perimetro, innanzitutto.
In secondo luogo lo si tratta come un genere ma non è cosí (a tal proposito c'è anche una parodia che per l'appunto, tra l'altro, prende in giro l'uso di un certo tipo di strumentazione che però non è usata da tutti).
L' autoproduzione, o la produzione a basso costo, porta con sè due facce contrapposte: una positiva, derivante dal fatto che non bisogna disporre di budget da magnate per proporsi, l'altro negativo, derivante dal fatto che non bisogna disporre di budget da magnate per proporsi.
In sintesi c'è del buono e del pessimo esattamente come nel mainstream.
Io ci ho un amico che mi ha mandato un suo lavoro, decisamente interessante, ma se sa che l'ho definito indie mi ammazza. E questo proprio perché la mia interpretazione della parola indie è esattamente quella che porta con sè l'etimo: indipendente.
Per la maggioranza è invece aderente a quanto detto da te: testi intellettualoidi, anticonformisti, synth, pianole e cajon.


Top
 Profilo  
 
 Oggetto del messaggio: Re: Indie Italiano
MessaggioInviato: lun 19 giu 2017, 14:33 
Non connesso
Ultras
Ultras
Avatar utente

Reg. il: sab 6 ago 2016,
Alle ore: 18:18
Messaggi: 1024
Sì, hai ragione a dire che non è un genere.
Al massimo nell'intenderlo come movimento si può provare a trovare qualche punti di contatto, ma è territorio estremamente eterogeneo.
Infatti la mia critica più che alla musica è proprio all'approccio:
Se intendiamo la musica autoprodotta nel senso letterale, essa dovrebbe in teoria permettere di svincolarsi da certe logiche di mercato.
Non pretendo innovazione o che, per carità, ma almeno un minimo di genuinità nei lavori.
Invece mi pare che molti siano veramente ruffiani.

Poi chiaro, il giudizio sulla qualità può parzialmente prescindere da questo e alla fine si trovano cose più o meno buone, esattamente come nella musica delle major.


Top
 Profilo  
 
 Oggetto del messaggio: Re: Indie Italiano
MessaggioInviato: mar 20 giu 2017, 14:18 
Non connesso
Leggenda del Calcio
Leggenda del Calcio

Reg. il: ven 22 mag 2015
Alle ore: 20:02
Messaggi: 12159
Personalmente vivo sommerso dall'indie italiano: ci sono molti lavori interessanti (neppure li ricordo), tantissimi però sono molto medi.

Non vedo nessun anticonformismo in quel tipo di indie, solo una diversa forma di moda, nella stragrande maggioranza dei casi. Gentaglia come "Lo stato sociale" per me è il peggio del peggio, perché è pure pretenziosa.

Credo che la musica italiana abbia dato il meglio in settori specifici e in specifici momenti d'oro:
- canzone d'autore. In quell'ambito siamo sempre stati maestri in Europa, secondi forse solo ai francesi. Nella scuola autorale italiana hanno convissuto tradizione letteraria (e particolare attenzione alla forma: i testi di un Guccini sono molto forbiti, complessi e formalmente ricercati), particolare stagione socio-politica, personalizzazione dei mezzi espressivi arrivati da USA e Inghilterra.
- rock progressivo, con la florida stagione vissuta fra anni '60 e '70.
- rock alternativo italiano anni '90: i figliocci della stagione indie americana, di cui riciclavano sonorità, stilemi, approccio (Afterhours, Marlene Kuntz, Verdena). Alcuni sono cresciuti, altri meno. C'è una pletora di band non troppo diverse.

Questo escludendo il jazz, settore in cui l'Italia ha conseguito grandi risultati sin dagli anni '60, partendo con Liguori, Gaslini, lo straordinario Massimo Urbani (per molti il jazzista più istintivo e talentuoso mai nato nello stivale), Flores e arrivando ai vari Fresu & C.

Oggi è difficile inquadrare la situazione, c'è veramente troppa carne al fuoco, anche se - per il poco che conosco - raramente scopro dischi che meritino più di un 6 generoso. L'indie attuale cerca di recuperare il trentennio di gap che lo separa dalla stagione in cui il rock alternativo era veramente la next big thing, il linguaggio nuovo e dirompente (parlo di tutti gli anni '80 e della stagione di Seattle), ma raramente aggiunge cose significative.

Il peggio comunque è l'hip hop italiano: il divario abissale che lo separa dall'hip hop originario come struttura, concezione, idea e conoscenza della musica, abilità compositive, contenuti etc... è veramente osceno. Io sono ancora qui a celebrare Frankie Hi-Nrg e i Colle der Fomento, magari gli Uochi Toki. Ma fatico a salvare altro, spero sia solo un limite di conoscenza mio perché Fedez & C. non possono essere l'hip hop italiano, quando in America hanno Dalek, cLOUDDEAD, Shabazz Palaces, Kendrick Lamar e chissà quanti altri (il jazz hop è un fenomeno musicale e culturale vero e complesso, impensabile per la nostra cultura).

Nella musica italiana mi ha sempre colpito il generale immobilismo, che rovescia drasticamente le categorie in vigore in America, dove il discorso si evolve continuamente e in modi sempre più complessi, andando a braccetto con altri tipi di rivoluzione (letteraria, culturale in genere, cinematografica). Da noi si cerca quasi solo conferme e si ricicla quasi sempre le stesse idee.

La butto lì: ho sentito parlare di un rap italo-arabo interessante e coraggioso, che detta così fa un po' ridere, e che secondo me invece darà forse uno scossone al nostro stagnante universo musicale.

_________________
Il buon gusto è la morte dell'arte.


Top
 Profilo  
 
 Oggetto del messaggio: Indie Italiano
MessaggioInviato: mar 20 giu 2017, 14:44 
Non connesso
Campione del Mondo
Campione del Mondo
Avatar utente

Reg. il: sab 21 gen 2017
Alle ore: 20:53
Messaggi: 7982
Caparezza non lo consideri Hip Hop?
Fabri Fibra?

E che ne pensi di Calcutta? Simil Stato Sociale?

Per il resto non mi pronuncio.

_________________
Nous sommes Paris


Top
 Profilo  
 
 Oggetto del messaggio: Indie Italiano
MessaggioInviato: mar 20 giu 2017, 15:05 
Connesso
Amministratore
Amministratore
Avatar utente

Forum Supporter
Fino al : 31/12/2019
Reg. il: ven 7 mar 2003,
Alle ore: 0:47
Messaggi: 9845
Località: H͖̤͖̠̹ͅi̞̺̭̦͎̦̦͓g̲͔̪̰̳̬h͚̯̫͕w̘͚̟̠͍̹̻͚a̞̗̗ͅy͇̱͍͎̲̠ͅ ̖̗͙̤̫̥̝̞̩S͇̭͈̬̠̳̲̞ͅt̼a̱̰̱͉Я̲̰
Io di solito quando sento parlare di indie metto mano alla pistola.
Nel caso di indie italiano, cerco di procurarmi almeno un bazooka.

_________________
I'm not a football player.
È sottile la linea tra il pescare con la canna e stare sulla banchina come uno strōnzo.
mastodon


Top
 Profilo  
 
 Oggetto del messaggio: Re: Indie Italiano
MessaggioInviato: mar 20 giu 2017, 15:54 
Non connesso
Ultras
Ultras
Avatar utente

Reg. il: sab 6 ago 2016,
Alle ore: 18:18
Messaggi: 1024
Francesco82 ha scritto:
Personalmente vivo sommerso dall'indie italiano: ci sono molti lavori interessanti (neppure li ricordo), tantissimi però sono molto medi.

Non vedo nessun anticonformismo in quel tipo di indie, solo una diversa forma di moda, nella stragrande maggioranza dei casi. Gentaglia come "Lo stato sociale" per me è il peggio del peggio, perché è pure pretenziosa.

Credo che la musica italiana abbia dato il meglio in settori specifici e in specifici momenti d'oro:
- canzone d'autore. In quell'ambito siamo sempre stati maestri in Europa, secondi forse solo ai francesi. Nella scuola autorale italiana hanno convissuto tradizione letteraria (e particolare attenzione alla forma: i testi di un Guccini sono molto forbiti, complessi e formalmente ricercati), particolare stagione socio-politica, personalizzazione dei mezzi espressivi arrivati da USA e Inghilterra.
- rock progressivo, con la florida stagione vissuta fra anni '60 e '70.
- rock alternativo italiano anni '90: i figliocci della stagione indie americana, di cui riciclavano sonorità, stilemi, approccio (Afterhours, Marlene Kuntz, Verdena). Alcuni sono cresciuti, altri meno. C'è una pletora di band non troppo diverse.

Questo escludendo il jazz, settore in cui l'Italia ha conseguito grandi risultati sin dagli anni '60, partendo con Liguori, Gaslini, lo straordinario Massimo Urbani (per molti il jazzista più istintivo e talentuoso mai nato nello stivale), Flores e arrivando ai vari Fresu & C.

Oggi è difficile inquadrare la situazione, c'è veramente troppa carne al fuoco, anche se - per il poco che conosco - raramente scopro dischi che meritino più di un 6 generoso. L'indie attuale cerca di recuperare il trentennio di gap che lo separa dalla stagione in cui il rock alternativo era veramente la next big thing, il linguaggio nuovo e dirompente (parlo di tutti gli anni '80 e della stagione di Seattle), ma raramente aggiunge cose significative.

Il peggio comunque è l'hip hop italiano: il divario abissale che lo separa dall'hip hop originario come struttura, concezione, idea e conoscenza della musica, abilità compositive, contenuti etc... è veramente osceno. Io sono ancora qui a celebrare Frankie Hi-Nrg e i Colle der Fomento, magari gli Uochi Toki. Ma fatico a salvare altro, spero sia solo un limite di conoscenza mio perché Fedez & C. non possono essere l'hip hop italiano, quando in America hanno Dalek, cLOUDDEAD, Shabazz Palaces, Kendrick Lamar e chissà quanti altri (il jazz hop è un fenomeno musicale e culturale vero e complesso, impensabile per la nostra cultura).

Nella musica italiana mi ha sempre colpito il generale immobilismo, che rovescia drasticamente le categorie in vigore in America, dove il discorso si evolve continuamente e in modi sempre più complessi, andando a braccetto con altri tipi di rivoluzione (letteraria, culturale in genere, cinematografica). Da noi si cerca quasi solo conferme e si ricicla quasi sempre le stesse idee.

La butto lì: ho sentito parlare di un rap italo-arabo interessante e coraggioso, che detta così fa un po' ridere, e che secondo me invece darà forse uno scossone al nostro stagnante universo musicale.



Parlavo esattamente della tipologia a la "Stato sociale" e "Thegiornalisti".

E concordo sulla scena Hip hop/rap: terribile, ma non essendo un grande appassionato magari conosco solo quelli in superficie.


Top
 Profilo  
 
 Oggetto del messaggio: Re: Indie Italiano
MessaggioInviato: mar 20 giu 2017, 18:03 
Non connesso
Leggenda del Calcio
Leggenda del Calcio
Avatar utente

Forum Supporter
Fino al : 31/12/2019
Reg. il: mer 10 feb 2010
Alle ore: 23:02
Messaggi: 32396
Bacciani ha scritto:
Francesco82 ha scritto:
Personalmente vivo sommerso dall'indie italiano: ci sono molti lavori interessanti (neppure li ricordo), tantissimi però sono molto medi.

Non vedo nessun anticonformismo in quel tipo di indie, solo una diversa forma di moda, nella stragrande maggioranza dei casi. Gentaglia come "Lo stato sociale" per me è il peggio del peggio, perché è pure pretenziosa.

Credo che la musica italiana abbia dato il meglio in settori specifici e in specifici momenti d'oro:
- canzone d'autore. In quell'ambito siamo sempre stati maestri in Europa, secondi forse solo ai francesi. Nella scuola autorale italiana hanno convissuto tradizione letteraria (e particolare attenzione alla forma: i testi di un Guccini sono molto forbiti, complessi e formalmente ricercati), particolare stagione socio-politica, personalizzazione dei mezzi espressivi arrivati da USA e Inghilterra.
- rock progressivo, con la florida stagione vissuta fra anni '60 e '70.
- rock alternativo italiano anni '90: i figliocci della stagione indie americana, di cui riciclavano sonorità, stilemi, approccio (Afterhours, Marlene Kuntz, Verdena). Alcuni sono cresciuti, altri meno. C'è una pletora di band non troppo diverse.

Questo escludendo il jazz, settore in cui l'Italia ha conseguito grandi risultati sin dagli anni '60, partendo con Liguori, Gaslini, lo straordinario Massimo Urbani (per molti il jazzista più istintivo e talentuoso mai nato nello stivale), Flores e arrivando ai vari Fresu & C.

Oggi è difficile inquadrare la situazione, c'è veramente troppa carne al fuoco, anche se - per il poco che conosco - raramente scopro dischi che meritino più di un 6 generoso. L'indie attuale cerca di recuperare il trentennio di gap che lo separa dalla stagione in cui il rock alternativo era veramente la next big thing, il linguaggio nuovo e dirompente (parlo di tutti gli anni '80 e della stagione di Seattle), ma raramente aggiunge cose significative.

Il peggio comunque è l'hip hop italiano: il divario abissale che lo separa dall'hip hop originario come struttura, concezione, idea e conoscenza della musica, abilità compositive, contenuti etc... è veramente osceno. Io sono ancora qui a celebrare Frankie Hi-Nrg e i Colle der Fomento, magari gli Uochi Toki. Ma fatico a salvare altro, spero sia solo un limite di conoscenza mio perché Fedez & C. non possono essere l'hip hop italiano, quando in America hanno Dalek, cLOUDDEAD, Shabazz Palaces, Kendrick Lamar e chissà quanti altri (il jazz hop è un fenomeno musicale e culturale vero e complesso, impensabile per la nostra cultura).

Nella musica italiana mi ha sempre colpito il generale immobilismo, che rovescia drasticamente le categorie in vigore in America, dove il discorso si evolve continuamente e in modi sempre più complessi, andando a braccetto con altri tipi di rivoluzione (letteraria, culturale in genere, cinematografica). Da noi si cerca quasi solo conferme e si ricicla quasi sempre le stesse idee.

La butto lì: ho sentito parlare di un rap italo-arabo interessante e coraggioso, che detta così fa un po' ridere, e che secondo me invece darà forse uno scossone al nostro stagnante universo musicale.



Parlavo esattamente della tipologia a la "Stato sociale" e "Thegiornalisti".

E concordo sulla scena Hip hop/rap: terribile, ma non essendo un grande appassionato magari conosco solo quelli in superficie.

Cioè parlavi di finti indie... Vogliono passare per alternativi e invece sono molto mainstream.
Non mi ammazzate, ma, invece Calcutta a me piace... Mi pare un vero stonato, almeno finora, non costruito, che ha realmente raggiunto il successo senza alcuna previsione.


Top
 Profilo  
 
 Oggetto del messaggio: Re: Indie Italiano
MessaggioInviato: mar 20 giu 2017, 23:01 
Non connesso
Leggenda del Calcio
Leggenda del Calcio

Reg. il: ven 22 mag 2015
Alle ore: 20:02
Messaggi: 12159
Calcutta non è dispiaciuto neanche a me: nulla per cui strapparsi i capelli ma quasi discreto secondo me dai, insomma ho sentito di peggio (tipo "Cosa mi manchi a fare" per me è un pezzo con un suo perché).

Caperezza e Fabri sono un hip hop sui generis stile Articolo 31, per me qualcosina di valido l'hanno combinato tutti questi, però ecco boh si parla sempre di produzioni simpatiche, fatte benino, ma per me non entusiasmanti.

Sono poco ferrato in materia ma come dischi hip hop italiani validi ricordo "Anima e Ghiaccio" dei Colle Der Fomento (risale al 2007) e "Libro Audio" degli Uochi Toki, antipatici e pretenziosissimi, ma almeno al tempo capaci di proporre qualcosa di vagamente originale e interessante a mio avviso.

Poi spero solo sia un limite mio perché con tutta la simpatia Fedez & C. sono veramente un dito nel kkulo.

_________________
Il buon gusto è la morte dell'arte.


Top
 Profilo  
 
 Oggetto del messaggio: Re: Indie Italiano
MessaggioInviato: mar 20 giu 2017, 23:06 
Non connesso
Leggenda del Calcio
Leggenda del Calcio

Reg. il: ven 22 mag 2015
Alle ore: 20:02
Messaggi: 12159
Comunque i testi de Lo Stato Sociale come "Mi sono rotto il caxxo": no.
Almeno fate i caxxoni, non atteggiatevi a osservatori sociali e a intellettuali.

Forse l'unica giusta l'hanno sparata parlando dei critici amatoriali da strapazzo come me:

"Mi sono rotto il #@*§ della critica musicale
Non siete Lester Bangs
Non siete Carlo Emilio Gadda,
Si fa fatica a capire cosa scrivete
Bontà di dio
Avete dei gusti di #@*§"

(un po' è vero :asdf )

_________________
Il buon gusto è la morte dell'arte.


Top
 Profilo  
 
Visualizza ultimi messaggi:  Ordina per  
Apri un nuovo argomento Rispondi all’argomento  [ 22 messaggi ]  Vai alla pagina 1, 2, 3  Prossimo

Risposta Rapida
Titolo:
Messaggio:
 

Tutti gli orari sono UTC + 1 ora [ ora legale ]


Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 36 ospiti


Non puoi aprire nuovi argomenti
Non puoi rispondere negli argomenti
Non puoi modificare i tuoi messaggi
Non puoi cancellare i tuoi messaggi
Non puoi inviare allegati

Cerca per:
Vai a:  
Powered by phpBB® Forum Software © phpBB Group
Traduzione Italiana phpBBItalia.net basata su phpBB.it 2010