Guus Hiddink si è ufficialmente dimesso: non sarà più l'allenatore dell'Anzhi, con cui aveva prolungato il suo rapporto di un'altra stagione poco più di un mese fa. Notizia abbastanza inaspettata. Il suo sostituto (perlomeno temporaneo) sarà l'olandese
René Meulensteen, assistente di Sir Alex Ferguson dal 2007 al 2013, entrato a far parte dello staff tecnico dell'Anzhi nello scorso giugno.
Penso che la maxi-squalifica di 6 giornate inflitta all'allenatore olandese per aver spintonato il quarto uomo abbia influito poco o nulla. L'ex C.T. della Russia si è congedato così: "Non è stata una decisione facile per me. Ho sempre detto che la mia missione qui sarebbe terminata una volta che mi sarei reso conto che il club è in grado di crescere e svilupparsi anche senza la mia partecipazione. Ora è giunto quel momento. Sono convinto che l'Anzhi abbia un futuro roseo e sono felice di aver preso parte a questo grande progetto di calcio e non solo".
Mi sembra che tra Hiddink e il progetto Anzhi sia sempre mancato il giusto feeling, non sia mai scattata la scintilla. Esclusivamente per colpa di Guus. Parlo proprio di una mancanza di motivazioni, di stimoli. Per me il santone olandese è stanco, stufo, non ne può più, vuole riposarsi (altro che Barça

). O perlomeno questo è quello che mi ha fatto percepire negli ultimi anni. Del resto, parliamo di uno che ormai ha una certa età e non si ferma da all'incirca 30 anni.
Tanti i segnali. Innanzitutto, nonostante i contatti seri fossero cominciati almeno a novembre 2011 (ovvero dopo che la Turchia aveva perso gli spareggi per gli Europei), il matrimonio ha avuto luogo soltanto parecchi mesi dopo, verso fine febbraio. In mezzo c'è stata la breve parentesi Krasnozhan. Già da lì capii che Guus fosse poco interessato all'Anzhi. Poi è sempre stato enigmatico sul suo futuro, non si riusciva a capire se sarebbe rimasto o meno, e quando un tecnico non mette le cose in chiaro in tal senso significa che non è convinto o che vuole andarsene (vedi Mazzarri-Napoli). Ha rinnovato quasi controvoglia, poi ha sfruttato la prima occasione buona per andarsene (in pensione? Non mi sento di escluderlo).
A Makhachkala l'ho sempre visto logoro, quasi bollito, soprattutto senza quell'entusiasmo e quelle intuizioni tattiche che hanno caratterizzato l'intera sua carriera. Perché Hiddink è stato uno dei pochissimi allenatori che si possono vantare di aver vinto veramente una gara grazie a un cambio, a degli accorgimenti, a una particolare trovata, etc. Questo è successo ai tempi del PSV Eindhoven (sia nella seconda metà degli anni '80, sia negli anni Duemila), in misura minore con l'Olanda (che era fortissima e non riuscii a diventare vincente), sicuramente con la Corea del Sud (favori arbitrali a parte), certamente anche con l'Australia, oltre che ovviamente con la Russia (biennio 2006-2008 però, poi stop). Parliamo di un fuoriclasse della panchina, senza discussioni. Che verosimilmente non ne ha più.