In Italia, spendendo poco, si sta facendo sicuramente un buon mercato questa estate. O meglio, alcune squadre si stanno muovendo bene. Parlare di Serie A tornata competitiva ai massimi livelli mi pare però un po' fuorviante. Il divario con la Premier League, con la Bundes, con le big spagnole e francesi c'è ancora, ed è palese.
Tévez e Gómez sono due grandi attaccanti, e due super colpi rispettivamente per Juve e Fiorentina, ma parliamo pur sempre di "scarti" (seppur di lusso) di City e Bayern. Al momento i club italiani possono ambire al massimo a questo. Stelle di prima grandezza, al top della carriera, in Serie A mi sa che non le vedremo arrivare più per almeno un lustro. Poi, per carità, finora ci sono stati sicuramente degli acquisti interessanti, per esempio ieri la Roma ha preso Strootman (pagandolo forse un po' più del dovuto) e anche il Napoli ha fatto qualche operazione interessante (tuttavia, i vari Raúl Albiol, Callejón e Mertens i nostri media li stanno pompando esageratamente).
In definitiva: oggi come oggi in Serie A possono arrivare forti giocatori che, per vari motivi, vengono messi sul mercato dalle loro squadre di appartenenza (vedi Tévez e Gómez); ex campioni che hanno intrapreso da tempo il viale del tramonto (Maicon, solo per rimanere agli ultimi giorni); elementi di medio-alta caratura in cerca del salto di qualità (Strootman, Mertens); scarti delle big del calcio europeo (Raúl Albiol, Callejón più parecchi altri nel recente passato); giovani scommesse (Belfodil, Icardi, etc); occasioni a basso costo o a parametro zero (Joaquín, Llorente, Honda). I campioni al top della carriera, i giocatori più ambiti e richiesti, in ogni caso, finiscono altrove. I Cavani e gli Jovetić se ne vanno.
Poncio ha scritto:
Malgrado tutto credo stia emergendo la competenza delle dirigenze italiane. Quella non si compra coi petroldollari.

Questo è vero.