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MessaggioInviato: lun 4 giu 2018, 14:31 
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Rivisto Quando Alice ruppe lo specchio di Lucio Fulci (1988)

Film che alla fine non si rivela né un horror né tantomeno un noir ma uno strano ibrido che a tratti fa anche sorridere per quanto è pacchiano(
come per esempio la scena dei piedi nel bagagliaio).

Nella seconda parte si tenta di risollevare un po’ le sorti del film analizzando il cosiddetto tema del doppio(molto amato sia al cinema che in letteratura) ma lo si fa in modo talmente confusionario e poco credibile da non suscitare la benché minima emozione.
Il finale poi l’ho trovato assolutamente ridicolo, anche se inaspettato.
Davvero brutto, mi aspettavo decisamente di più(forse sono io che non l’ho capito, fatto sta che mi sono annoiata a vederlo e anche parecchio).

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Sono bella, o mortali, come un sogno di pietra e il mio seno, cui volta a volta ciascuno s'è scontrato, è fatto per ispirare al poeta un amore eterno e muto come la materia.

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MessaggioInviato: lun 11 giu 2018, 14:20 
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Lo sguardo di Satana - Carrie di Kimberley Peirce (2013)

Detto con tutta onestà ho trovato questo remake uno tra i più inutili(ma in fondo per me lo sono un po' tutti) e mal realizzati che abbia mai visto in vita mia.
Premetto che sono di parte perché mi sono piaciuti sia il film del 1976 di De Palma sia il romanzo di Stephen King ma questo è davvero un horror semplicistico, con personaggi scontati e una conclusione pessima.
Kimberly Peirce ha già affrontato il tema della diversità e dell'emarginazione in "Boys don't cry" e l'ha fatto egregiamente ma qui non è riuscita a dare lo stesso spessore psicologico al suo personaggio principale.
Il personaggio di Carrie rappresenta la pecca maggiore del film, mentre Julianne Moore nel ruolo della madre bigotta, antropofoba(e soprattutto androfoba) e psichicamente instabile se la cava benissimo Grace Chloe Moretz è del tutto inadatta per il ruolo di Carrie, troppo poco nerd e troppo somigliante a una velina per interpretare questo ruolo (nulla a che vedere con Sissy Spacek).
Senza poi contare che tutta la tensione del film di De Palma è totalmente assente, un prodotto alla fine diretto solo a un pubblico di adolescenti.
Un remake piatto e soprattutto evitabile. Guardatevi l'originale.

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MessaggioInviato: lun 18 giu 2018, 12:59 
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The Fountaine - L'albero della vita di Darren Aronofsky (2006)

Film molto particolare, visivamente bellissimo e molto difficile da comprendere. Ho letto che la maggior parte della critica l’ha ridotto a brandelli, a me invece è piaciuto molto, l’ho trovato affascinante e coinvolgente, girato in modo superlativo, con una fotografia e una colonna sonora parecchio suggestive, degli ottimi effetti speciali e una sceneggiatura criptica ma che stimola la mente dello spettatore.
La recitazione di Hugh Jackman e di Rachel Weisz sono di altissimo livello(quella della Weisz particolarmente commovente).
Molti ci hanno visto solo l’esperienza metafisica mista a new-age(che alla maggioranza non è piaciuta), io ci ho visto un’intensa storia d’amore trattata con dolcezza e sensibilità e senza fastidiose e inutili melensaggini.
Aronofsky si conferma un regista talentuoso e fuori dagli schemi, originale nella realizzazione dei suoi film e in questo caso propositore di una storia d’amore talmente forte da andare oltre la morte.
Un’opera visionaria e poetica, forse un po’ troppo ambiziosa ma per me molto emozionante.

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MessaggioInviato: ven 22 giu 2018, 13:54 
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Speed di Jan De Bont (1994)

Per me uno dei film d’azione più spettacolari e avvincenti mai realizzati nella storia del cinema(solo “Trappola di cristallo” per me gli è superiore), due ore di pura adrenalina per una folle corsa contro il tempo.
Un film costruito su tre parte cariche di tensione(l’ascensore, l’autobus e la metropolitana), realizzato con un gran senso dello spettacolo e dell’intrattenimento.
Ottima la regia, così come il montaggio e la fotografia. Buone anche le interpretazioni di Keanu Reeves(qui è a un livello di figaggine assurda) e anche di Sandra Bullock, attrice che non apprezzo particolarmente.
Un film mozzafiato, come ripeto per me uno dei migliori film d’azione della storia del cinema. Peccato poi ne abbiano fatto un orripilante sequel.

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MessaggioInviato: lun 25 giu 2018, 12:41 
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Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho le chiavi di Sergio Martino (1972)

Dopo “lo strano vizio della signora Wardh” Sergio Martino riprova a cavalcare l’onda del successo che quel film gli ha regalato proponendo di nuovo un giallo(questa volta una rilettura di uno dei più inquietanti racconti di Edgar Allan Poe, “Il gatto nero) dalle forti componenti erotiche ma questa volta il lavoro gli riesce maluccio, causa soprattutto una sceneggiatura poco credibile e confusionaria.
Alla fine si può anche guardare ma non è nulla di che. Agli uomini piacerà sicuramente viste le grazie in bella mostra per tutto il film delle due protagoniste, Edwige Fenech e Anita Strindberg.
p.s. c’è una scena che sarà poi ripresa da Stanley Kubrick in “Shining”
p.p.s Enrica Bonaccorti nei panni di una prostituta è credibile quanto me nei panni di una pornostar.
p.p.p.s La cesoia della censura si è abbattuta un bel po’ su questa pellicola.

I tre volti della paura di Mario Bava (1963)

Film a episodi che hanno come comune denominatore la morte.
Nonostante la pellicola risenta degli anni che si porta sulle spalle rimane comunque un piacevole intrattenimento, soprattutto per gli amanti dei film horror che puntano più su atmosfere cupe e sinistre che su effettacci splatter.
Nel primo episodio protagonista è una donna che viene minacciata telefonicamente da un maniaco. L’episodio in sé è un continuo crescendo di suspense fino a un finale ben realizzato ma a mio parere poco brillante.
Il secondo episodio, “I Wurdalak”, è per me il migliore tra i tre, una storia dal sapore gotico che riprende un romanzo breve di Lev Tolstoj, “La famiglia dei Wurdalak”, un episodio un po’ lento però eccellente nella sua realizzazione(le scenografie sono bellissime), soprattutto nel mostrare l’inquietante legame che a volte unisce l’amore con la morte.
Il terzo episodio vede come protagonista una donna perseguitata dopo aver rubato un monile prezioso a un cadavere. Anche in questo caso la realizzazione è eccellente, sia dal punto di vista scenografico che della tensione, palpabile dall’inizio alla fine.
Un gioiello di tecnica registica e arte, un po’ datato ma che un amante degli horror d’annata non può non apprezzare.

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MessaggioInviato: lun 2 lug 2018, 11:28 
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A letto con il nemico di Jospeh Rubens(1991)

Filmetto a metà tra dramma e thriller con una Julia Roberts all’epoca all’apice della sua carriera.
Il risultato finale è una pellicola insipida mancante di originalità ma tesa e appassionante.
Alla fine uno sguardo lo merita.

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MessaggioInviato: sab 7 lug 2018, 12:18 
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Non entrate in quella casa di Paul Lynch (1980)

Prom Night è il titolo originale di questo film(non si sa perché l’abbiano tradotto con un titolo che non c’azzecca nulla con la sua storia) ed è uno dei primi slasher usciti dopo il successo di “Halloween” di Carpenter e di cui ne ricalca di molto l’ambientazione e la storia(la protagonista femminile anche è la stessa, Jamie Lee Curtis).
La regia di Lynch è mediocre così come i dialoghi, del tutto imbarazzanti, senza contare poi che la sceneggiatura presenta diversi buchi come
nel caso dell’assassino seriale che ritorna in città dopo anni per far sviare le indagini e lo spettatore.
.
Alla fine si tratta di un brutto ibrido tra il sopracitato “Halloween” e “Carrie” dal quale riprende del tutto il finale con
il classico ballo studentesco di fine anno e i bulli(tra l’altro stereotipati) pronti a combinarne qualcuna delle loro
.
In alcuni punto poi la narrazione è fiacca(ammetto di essermi addormentata a metà film) con scene inserite che non c’entrano nulla(come gli interminabili minuti di ballo stile “La febbre del sabato sera”).
Alla fine altro non è che un film noioso, sceneggiato male e recitato ancora peggio. L’unica nota positiva per me è l’atmosfera anni’80 che mi rapisce ogni volta e mi fa tornare bambina ma per il resto il film è decisamente evitabile.

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I due carabinieri di Carlo Verdone (1984)

Da due comici di razza come Carlo Verdone e ed Enrico Montesano ci si aspetta molto di più, film banalissimo e con pochissime scene divertenti.
L'invadente e inutile presenza poi di Massimo Boldi(sinceramente devo capire a chi faccia ridere quest'uomo) abbassa ancor piu' il potenziale artistico di questa pellicola.

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E se oggi...fosse già domani? Di Kevin Billington (1973)

Horror inglese caduto nel dimenticatoio da anni e che è stato con il tempo fonte d’ispirazione, soprattutto per il suo finale, per molte produzioni moderne, su tutti “The Others” di Alejandro Amenabar. Nonostante questo non è riuscito a essere rivalutato a causa anche di tutta una serie di limiti che ha.
La pellicola ha atmosfere gotiche mescolate a una recitazione teatrale dei suoi due bravissimi protagonisti, David Hemmings(star di “Profondo rosso”) e l’allora consorte Gayle Hummicut.
La storia parte bene con un inizio intenso e drammatico
(la morte del loro figlioletto)
ma dopo questo incipit il film si focalizza eccessivamente sui due personaggi, sul loro lacerante dolore e sul concorso di colpa che si attribuiscono l’uno con l’altra, ammazzando così il ritmo del film, causa anche dialoghi pomposi e ridondanti e un’unica location(la maggior parte del film si svolge in un’unica stanza).
A salvare un po’ la situazione oltre alle atmosfere sinistre e lugubri della vecchia magione c’è anche il finale che, come ho scritto sopra, all’epoca fu un vero colpo di genio e fu preso a modello dai grandi cineasti moderni.
In sostanza un film che meriterebbe forse una maggiore fama rispetto a quella che ha, malgrado i difetti che si porta dietro.

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Jukai - la foresta dei suicidi di Jason Zada (2018)

Aokigara è una foresta situata ai piedi del monte Fujiyama che ha una nomea piuttosto macabra: tutti coloro che vi entrano muoiono suicidi a causa anche degli Yurei, spiriti pieni di rancore pronti a tormentare le anime già psicologicamente devastate di queste persone.
Jason Zada riprende questa leggenda creando un film inquietante che si fonde tra pragmatismo occidentale e suggestive atmosfere tipicamente orientali e il risultato è un film che scorre in scioltezza per tutta la sua durata e che porta con sé un finale beffardo e amaro.
L’incontro tra queste due culture completamente opposte poteva essere sfruttato meglio(le evocative ambientazioni non aiutano più di tanto), nonostante ciò il film merita la sufficienza.

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