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MessaggioInviato: sab 17 ott 2020, 21:26 
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LudwigvonFicker ha scritto:

Enola Holmes
Spazzatura.



Posso concordare senza che l'abbia visto :asd

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Il calcio in Italia è quello sport per cui si gioca novanta minuti e alla fine è colpa dell'arbitro Jack O'Malley


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MessaggioInviato: lun 19 ott 2020, 14:32 
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Twister di Jan De Bont (1996)

Altro buon film di De Bont, spettacolare, avvincente e con una buona dose di ironia che non ci sta mai male.
Un buon cast e ottimi effetti speciali.

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Sono bella, o mortali, come un sogno di pietra e il mio seno, cui volta a volta ciascuno s'è scontrato, è fatto per ispirare al poeta un amore eterno e muto come la materia.

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MessaggioInviato: gio 22 ott 2020, 22:56 
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Il processo ai Chicago 7
Su Netflix

Un gran bel film. Un cast di alto livello, un'ottima sceneggiatura, per un thriller/politico su fatti realmente accaduti nel 69 a Chicago.

Fatti giuridicamente agghiaccianti, per altro.


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MessaggioInviato: ven 23 ott 2020, 20:10 
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Rivisto l'arcano incantatore di Pupi Avati (1996)

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MessaggioInviato: lun 26 ott 2020, 13:48 
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Sliding Doors di Peter Howitt (1998)

Tutto ciò che accade nella nostra esistenza è dovuto a un caso o al destino?
Questo film di Peter Howitt affronta con intelligenza e delicatezza il tema della casualità attraverso una gradevole commedia sentimentale che all'epoca riscosse un enorme successo grazie anche alla colonna sonora di un gruppo allora molto di moda, gli Aqua.
L'incipit con lo sdoppiamento delle vite delle due Helen fa ancora oggi riflettere sul senso della nostra vita e su quanto un evento, anche il più banale e insignificante, possa cambiarla per sempre.
Un film originale interpretato da un'ottima Gwyneth Paltrow in un ruolo che le calza per me a pennello.

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MessaggioInviato: lun 26 ott 2020, 18:28 
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Cita:
Questo film di Peter Howitt affronta con intelligenza e delicatezza il tema della casualità attraverso una gradevole commedia sentimentale che all'epoca riscosse un enorme successo grazie anche alla colonna sonora di un gruppo allora molto di moda, gli Aqua.


Turn back time, oltre ad essere molto sottovalutato, è di gran lunga il loro miglior pezzo.


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MessaggioInviato: ven 30 ott 2020, 14:41 
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Reg. il: ven 17 gen 2014
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Che fine ha fatto baby Jane? Di Robert Aldrich (1962)


La ricetta per un noir volutamente forte e raccapricciante senza neanche una goccia di sangue? E’ semplice, prendete due vecchie star del cinema hollywoodiano dal carattere forte, un regista che sappia il fatto suo, il fascino degli anni’60 e dei
topi da servire per colazione.

Un film che angoscia e inquieta proprio per la bravura con cui la Davis riesce a tratteggiare la pazzia e la perfidia di Jane nei confronti della sorella, sentirla cantare con quella voce ormai sgraziata dagli anni la canzoncina da bimba, imitare la sorella al telefono e vederla compiere un efferato omicidio, amplifica quel piccolo senso di aggrovigliamento che ci accompagna fino alla fine del film, dove tra un colpo di scena e una regressione infantile romantico-grandguignolesca non possiamo non apprezzare un film che ha dato vita a un nuovo genere cinematografico, il cosiddetto melodramma horror.
Lo stato di terrore, di esasperazione in cui vive Blanche da segregata in casa pervade anche lo spettatore grazie alla tensione dosata con maestria dal regista durante lo svolgimento del film.
Ansia, claustrofobia, inquietudine, sono queste le sensazioni più ricorrenti durante la visione di questo film.
Non c’è un solo tassello sbagliato nella costruzione di questo castello pauroso abitato da fantasmi che sono caricature di se stessi, in sottile equilibrio tra follia e sadismo. Non c’è nulla che non va in questo capolavoro in cui si trova davvero di tutto, tutto lo scibile emotivo e psicologico dell’essere umano(interessante notare come il regista abbia avuto il coraggio di scritturare due attrici, Bette Davis e Joan Crawford, acerrime rivali anche nella vita).
Quella tra le due è una leggendaria guerra tra due attrici (guarda caso anche nella finzione) che non si rassegnano allo scorrere del tempo, che si manifesta soprattutto nel declino fisico (specialmente per la Davis) e lottano fino alla fine per affermare la propria superiorità (artistica, umana e sociale) sull’altra in una battaglia senza esclusione di colpi.
Se a Joan Crawford, nella remissiva debolezza del suo senso di colpa vittimista, tocca subire qualunque pena dell’inferno da parte della sorella, Bette Davis, truccata in modo indecente e vestita da casalinga improvvisata, sublima lo schermo con un’interpretazione borderline, insana e puerile, corredata di aspre risatine e di sguardi taglienti come una lama in un corpo. Il finale resterà per me per sempre negli annali della storia del cinema.

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MessaggioInviato: ven 30 ott 2020, 21:18 
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The Old Guard

Prodotto netflix - in poche parole non troppo distante da un episodio di una tipica serie poliziesca d'azione per la TV tedesca. Sebbene sia divertente nei primi minuti siamo di fronte ad un prodotto scadente a 360 gradi. Persino un attrice molto stimata come la
Theron qui sembra quasi una dilettante - a dimostrazione che anche gli attori più gettonati vivono della qualità del regista o cmq
della produzione.

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10dovicovonFicker: Primo e secondo posto del G P S 2012.
Tractatus germanico-italicus
P & C Edizione 2016/2017/2018


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MessaggioInviato: lun 2 nov 2020, 14:57 
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American Psycho di Mary Harron (2000)

Tratto dall'omonimo romanzo di Bret Easton Ellis(che a me non è piaciuto) il film della Harrows ci conduce per mano nella mente malata di Patrick Bateman, broker di Wall Street di giorno,
spietato serial killer di notte,
in quella che è stata la più criticata e dura accusa all'arrivismo e al rampantismo anni '80, un film di grande visività, sottolineata dall'iconografia presente nella locandina, da questo rosso sul bianco e dal contrasto creato dall'uno sull'altro, bianca come l'asetticità dell'esistenza diurna del protagonista che vive una vita di facciata, determinata da un occupazione principale che si basa sull'attenzione maniacale verso aspetti all'apparenza insignificanti come la cura estrema per l'aspetto fisico, la scelta di una determinata griffe nel vestirsi, dei ristoranti più "in" della città.
Nella corsa al successo non c’è spazio per sentimenti come l'amore, l’amicizia e l'attenzione alle cose, i suoi affetti dovrebbero essere "gestiti" da una ragazza che non ama e che non lo ama, o da un gruppo di "amici" che sovente lo scambiano per qualcun altro. Citando Peter Gabriel è parte del "macchinario", ma non intende uscirci, come da sua esplicita ammissione.
La notte invece Patrick si trasforma,
nei suoi delitti
c’è una specie di epurazione,
le sue vittime
sono corpi che incarnano spettri, quali la miseria sia materiale(il barbone) che spirituale( le prostitute) o la concorrenza(
uccide a colpi d'ascia un collega solo perché invidioso della sua capacità di trovare sempre un posto libero al suo ristorante preferito),
spettri che vuole eliminare dalla sua testa perchè ne è profondamente impaurito.
La lucidità con la quale
compie le sue efferatezze
mentre recensisce gli album che hanno influenzato la scena musicale degli anni ottanta rendono la storia totalmente grottesca(in tal senso, fatte ovviamente le dovute distinzioni di sorta, un paragone può esser fatto con ”Arancia Meccanica” di Kubrick, opera altrettanto controversa, in cui il protagonista
pestava a sangue le vittime
al ritmo delle musiche di Beethoven).
Infine la sua confusione mentale nel non saper distinguere tra gli spettri della sua mente e
[SPOILER]le vittime
[/SPOILER], persone reali, che incarnano tali spettri, lo porta a non distinguere nemmeno se i suoi delitti siano veri o immaginati e sta nella rivelazione finale la sua condanna, l’unico vero fantasma si era incarnato in lui e non negli altri e questo è quello della pazzia.
Incredibilmente straordinario Christian Bale, il vero punto di forza di questo film, bellissimo come non mai, ambiguo, simpatico e pazzo furioso, un personaggio complessissimo che lui interpreta divinamente.
Un ottimo film a differenza del romanzo da cui è stato tratto (opinione puramente personale). :P

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Come mai il romanzo non ti piace?
È uno dei miei libri preferiti, mentre il film e secondo me più debole.

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È sottile la linea tra il pescare con la canna e stare sulla banchina come uno strōnzo.
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