Francesco82 ha scritto:
Ma va Free sono il più incivile forse dovresti conoscermi, mica voglio insegnare niente a nessuno...Ma dato che siamo al paradosso me tocca replicà: uno è libero di preferire Fabio Volo a Hermann Hesse, però si è anche liberi di preferire Hermann Hesse senza essere tacciati di snobismo o simili. Io venero Dylan Dog e Mister No e poi leggo William Carlos Williams e Albert Camus senza sentirmi superiore né inferiore: è bello esplorare tutte le possibilità della letteratura e anche del cinema, tutto qui
Che poi "Una poltrona per due" è fra i miei film preferiti di sempre, lo amo fisicamente quasi: indi non sono per le categorie, ma per l'apertura, ho l'impressione che siano molto più categorici i nemici del presunto "cinema difficile".
Per non smentirmi:
Robert Altman- I compariDifficile un par di balle, Western che demolisce le regole e il mito del west e della civiltà americana fondata su libera iniziativa et similia. Capolavoro godibilissimo e un po' amaro, ma avercene. Altman era dio.
Mi sembrava tu criticassi chi vedeva solo quel genere di film. Giustamente.
Però è pur vero che c'è gente che vede solo film "alti". E viene criticata (e critica) da chi guarda film opposti
Una poltrona per due, per il dizionario mereghetti (La mia bibbia) da 3 stelle su 4. Non male. Poi in Italia una poltrona per due ha un significato molto più profondo, è la metafora del Natale
Comunque, per non deviare dal topic
Another Year Mike LeighVisto all'età di 20 anni, un trauma.
Per un semplice motivo: noioso.
Narra di un anno di vita (e "vicende") di una coppia di mezza età, con annessi figli e amici. Lento. Troppo lento. Riesce, nel bene e nel male, a trasmettere i messaggi che vuole trasmettere (il cambiamento lento che avviene nel tempo).