Skinamarink. Kyle Edward Ball. 2022.

Ero partita con aspettative positive nel visionare questo film, mi aspettavo un horror psicologico con case infestate come piacciono a me e invece mi sono dovuta sorbire un’ora e mezza di videocamera praticamente amatoriale con inquadrature a mezzo schermo, con un formato video sfumato come quando guardavo i film con il proiettore sul muro della mia cameretta quando avevo sei anni e con l’audio simile a quello dei dischi che si ascoltavano negli anni’50, praticamente un’ora e mezzo di buio sfocato e di inquadrature a pareti e soffitti, una lenta e insopportabile agonia per me.
Poi Il significato di questo film mi è oscuro, onestamente non l’ho capito, cosa volesse il regista rappresentare lo sa soltanto lui,
Una grande delusione per me, mi è sembrato più un Paranormal Activity in versione bambino.

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Sono bella, o mortali, come un sogno di pietra e il mio seno, cui volta a volta ciascuno s'è scontrato, è fatto per ispirare al poeta un amore eterno e muto come la materia.

Il castello invisibile. Keiichi Hara. 2022.

Tratto dall’omonimo romanzo di Mizuki Tsujimura (che ho in lista di lettura) è una dolce e commovente favola su un fenomeno purtroppo diffuso tra i giovani, non solo giapponesi, quello degli hikikomori, un film che con un pizzico di realismo magico affronta temi dolorosi come il bullismo, la fragilità, la paura di affrontare il mondo, il difficile passaggio dall’adolescenza all’età matura.
Il finale mi ha commossa molto, bellissimo e poetico.
Comparto tecnico come sempre eccellente.

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Piranha. Joe Dante. 1978.

Dopo il successo dello squalo di Spielberg ci furono diversi tentativi di emulare il suo successo e il più notevole è senza dubbio "Piranha" dell'allora esordiente Joe Dante, capostipite tra l'altro di una marea di sequel, per la maggior parte discutibili, che ancora oggi imperversano le sale cinematografiche.
Un film a basso budget che riesce lo stesso a intrattenere grazie a un buon ritmo e a buoni effetti speciali nonostante una sceneggiatura davvero scarna.Buone anche le musiche di Pino Donaggio.
Da annotare un piccolo cameo della bravissima Barbara Steele.

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La casa delle luci. Larry Shaw. 1996.

Film che sembra la versione povera di Poltergeist(i punti in comune sono molti), abbastanza lento nella prima parte e con qualche sussulto nella sua parte finale ma di film del genere ormai ne ho visti talmente tanti da saperli praticamente a memoria(anche perché le situazioni, gira e rigira, sono sempre quelle).
Sembra che sia ispirato a fatti realmente accaduti.

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Grano rosso sangue. Fritz Kiersch. 1984.

Tratto da uno dei racconti più belli di Stephen King questo film ha dalla sua parte un buon inizio e una tensione sempre palpabile ma una sceneggiatura a mio modesto parere un po’ troppo confusionaria.
Protagonista femminile del film è Linda Hamilton, conosciuta soprattutto per “Terminator”.

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The house of the devil. Ti West. 2009.



Film che omaggia fin dai titoli iniziali il cinema horror anni ’70(sembra quasi di assistere a un film di Lucio Fulci o di Dario Argento), ottima la ricostruzione degli anni ’80(le musiche, i vestiti, gli accessori) ma il film in sè è per me troppo lento nella parte centrale salvo poi riprendersi nella sua parte finale che è praticamente identico a un noto film di Roman Polanksi().
Rispetto alla maggior parte dei film horror odierni è senza dubbio di livello superiore ma a me francamente non ha fatto impazzire.

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Piranha 3D. Alexander Aja. 2010

B-movie a base di culi, tette, sangue e ironia che imperversano per tutto il film che ricorda come stile quelli di Quentin Tarantino o di Robert Rodriguez con il risultato che questa pellicola è quanto di più spudorato e grottesco ci sia ma alla fine funziona, una rivisitazione in chiave splatter di "Piranja" di Joe Dante e con diverse citazioni da "lo squalo" di Steven Spielberg.
Non male il cast di vecchie glorie(Richard Dreyfuss, Elisabeth Shue, Jerry O'Connell e Christopher Lloyd) ma

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Le crociate. Ridley Scott. 2014.

Ridley Scott è un altro regista che trovo abbia avuto una carriera altalenante, ha iniziato benissimo producendo alcune pellicole per me degne di note(Blade Runner, Alien, I Duellanti) ma poi qualcosa si è spezzato, il suo talento è pian piano svanito come una bolla di sapone.
Questo suo film e' senz’anima, un polpettone interminabile come un supplizio e per me mortalmente noioso con una sceneggiatura improponibile(e che denota gravissime inesattezze storiche) oltre che interpretato in modo a dir poco pessimo.
Ridley ha cercato in qualche modo di imitare(come fece anni prima con “Il Gladiatore”) i vecchi e magnificenti kolossal degli anni’60 ma per me ha fallito, soprattutto in uno degli aspetti chiave di film del genere, ovvero la spettacolarità, le scene di azione sono fiacche, prive di slancio, prive di pathos, senza nessun coinvolgimento, con il risultato finale di un film dove dall’inizio alla fine tutto accade senza alcun nesso logico.
L’interpretazione degli attori anche come ho scritto sopra è da dimenticare, non ho nulla contro Orlando Bloom ma per me non è un attore ma la caricatura di un attore, finora ha mostrato ai miei occhi solo di possedere una grossa deficienza espressiva e recitatoria che purtroppo per lui non è migliorata né con l’esperienza né con la maturità, e' un attore vuoto, inespressivo, senza arte ne parte, una bella statuina messa davanti a una telecamera e a cui vengono tirati i fili per manovrarlo.
Liam Neeson, di solito molto bravo nelle sue interpretazioni, qui è completamente spaesato così come Eva Green.
L'unico aspetto che si salva e' la fotografia, per il resto è un film per me scadente sotto tutti i punti di vista.

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