<b>La casa oscura. David Bruckner. 2021.</b>
Thriller/horror psicologico che mi ha lasciato addosso una sensazione di irrisolto, un film che ha una buona prima parte, delle atmosfere e ambientazioni interessanti(una casa in prossimità di un lago e immersa nel bosco, adoro queste location), un'ottima interpretazione della protagonista ma è di una lentezza e di una noia esasperante, soprattutto non ho capito dove si voglia andare a parare tra riti esoterici e doppie personalità.
A me ha soltanto annoiato sinceramente, non vedevo l'ora che finisse.
<b>Ogni casa ha i suoi segreti. Christoper Leitch. 2021.</b>
Thriller abbastanza banale e dal taglio prettamente televisivo, è abbastanza coinvolgente ma manca totalmente di suspense, non lasciando cosi nulla allo spettatore che lo dimentica non appena sono passati tutti i titoli di coda.
Regia e interpretazione attoriale a malapena sufficiente.
<b>Two sister. Kim Jee-Woon. 2003.</b>
Più che un horror un thriller psicologico lento ma di una squisita eleganza, dalla sceneggiatura complessa e a tratti lenta ma è quasi impossibile non rimanere colpiti dalla delicatezza della fotografia e dal sapiente uso delle inquadrature che rendono questo film visivamente bellissimo, uno di quei film a metà strada tra realtà e allucinazione con un'atmosfera che trasuda inquietudine e che trasmette una forte tensione emotiva allo spettatore.
Finale che lascia un grande amaro in bocca(oltre che dei punti oscuri). Ottime le interpretazioni delle due attrici protagoniste, la giovanissima Lim Su-Jeong e Yum Jung-Ah nei panni della perfida matrigna.
<b>L'urlo dell'odio di Lee Tamahori. 1997.</b>
Una storia di vendetta e di odio che si trasforma in una lotta per la sopravvivenza nei boschi della meravigliosa Alaska, un film avvincente, incalzante e ottimamente interpretato dal duo Hopkins-Baldwin.
<b>Lupin III vs Occhi di gatto. Kobun Shizuno. 2023.
</b>
Crossover nato per festeggiare in contemporanea i cinquant’anni di Lupin e i quaranta di Occhi di gatto devo dire che dal punto di vista dell’azione e del puro intrattenimento questo film d’animazione funziona a meraviglia ma ciò che mi ha fatto storcere il naso è il reparto grafico, sarà che sto diventando vecchia ma a me questi disegni moderni non piacciono per niente, stravolgono completamente quelli che sono stati i miei ricordi d’infanzia(il trio di occhi di gatto, Fujiko e Lupin non sembrano per niente loro, sono stati disegnati del tutto diversamente dagli originali). Nota negativa anche il doppiaggio, per me inascoltabile.
Comunque sia mi sono divertita nonostante tutto.
P.s.Matthew in versione moderna devo dire che è molto più carino, la stupidità però purtroppo è rimasta tale e quale a quella dell’originale.
<b>Attrazione letale. Braden R. Duemmler. 2020.</b>
Horror fantascientifico che ricorda un racconto di Lovercraft("la maschera di Immouth) ma onestamente molto prevedibile e scarno.
Le interpretazioni attoriali sono pessime(Mena Suvari è davvero caduta in basso) cosi come il finale mozzato.
L'unica nota positiva è rappresentata dalla prestanza fisica del per me sconosciuto Trey Tucker, un gran belvedere, non c'è che dire.
<b>Come back to me. Paul Leyden. 2014.</b>
Opera prima dell'esordiente Paul Leyden che onestamente non reputo così pessimo come la maggior parte delle recensioni che ho letto, è vero che il mistero viene trattato in modo un po' superficiale ma tutto sommato è un discreto film ben girato e sufficientemente recitato e con un finale sci-fi davvero spiazzante.
Una visione per me tutto sommato se la può meritare.
<b>Non chiudere gli occhi. Travis Oates. 2014.</b>
Onestamente non ho capito il senso di questo film che ha anche un inizio promettente(un gruppo di amici che si ritrova per trascorrere un periodo di vacanza in una baita immersa tra le montagne) ma poi, oltre alla noia, si perde anche nell'insensatezza(
), non si capisce davvero nulla, nemmeno nel finale.
Un film assurdo che più assurdo non si può.
<b>The Village. Manoi Night Shamalyan. 2004.</b>
Uno dei migliori film per me del regista indiano, il suo villaggio è un luogo misterioso e affascinante nella sua cupezza, un luogo che rapisce lo spettatore con quella sua aurea di spettralità e di mistero, con quella scenografia così cupa, ombrosa e ipnotica, con i suoi personaggi grotteschi e controversi che vi dimorano, una meraviglia da vedere ma che ti mette addosso un senso di paura e di terrore che ti accompagna per tutta la durata del film.
Come tutti i suoi film è davvero difficile riuscire a dargli un’interpretazione valida, le tematiche sono talmente molteplici e complesse che è davvero difficile venirne a capo( si passa dalla fuga da una società chiusa, crudele e violenta al terrore psicologico che deriva dalle convinzioni superstiziose, senza dimenticare le dissertazioni filosofiche e religiose presenti) e Shamalyan riesce a trattare tutti questi difficili temi con una certa abilità e maestria(come ho scritto per "bussano alla porta" conosce molto bene la psicologia umana).
La comunità isolata rappresenta un po’ l’inconscio desiderio dell’uomo di fuggire dalla brutalità del proprio mondo e di chiudersi in una sorta di paradiso terrestre, lontano da tutto e da tutti, la vita semplice che conducono rappresenta una critica verso una società come la nostra basata tutta sul possesso e sulla commercializzazione, una società in cui ciò che dovrebbe contare veramente sono i sentimenti(l’amore su tutti) ma che sono sempre più soffocati dal mondo caotico, freddo e impersonale in cui viviamo.
E’ un film difficile e su cui riflettere ma a mio parere di una bellezza e di una raffinatezza quasi sconvolgente, a partire dalla sua ambientazione antica e molto accurata, la sua capacità di creare uno stato di tensione continuo nello spettatore senza l’uso di sangue, massacri e mostri vari, la bravura degli attori(fantastici Joaquin Phoenix, Bruce Dallas Howard e Adrian Brody, senza dimenticare William Hurt e Sigourney Weaver), la splendida fotografia, la capacità evocativa che il regista crea in ogni fotogramma, la sublime colonna sonora, la sorpresa finale.
Un film da rivedere e da riscoprire, casomai ne aveste voglia.
<b>Terminator. James Cameron. 1984.</b>
Insieme ad Alien 2 il film più bello di James Cameron, una pellicola realizzata con un budget irrisorio ma con effetti speciali che, per quello che era l'anno, il 1984, eccezionali, una trama che per noi è stravista ma originale per l'epoca, un film che mescola fantascienza, azione e una tra le più belle storie d'amore del panorama cinematografico in un mix a mio parere spettacolare.
Attori tutti in parte, soprattutto Schwarzenegger, all'epoca all'apice del suo successo.
Il futuro apocalittico immaginato e descritto da James Cameron è quanto di più bello sia mai stato realizzato sul grande schermo.
Un culto degli anni '80 e per me uno tra i più bei film di fantascienza.
<b>Terminator 2. James Cameron. 1991.</b>
Ripetere un capolavoro non è mai semplice e Cameron con questo suo seguito ci è riuscito alla grande, un sequel che, pur mancandogli l'atmosfera cupa e apocalittica del suo predecessore, non ha assolutamente nulla da invidiargli, anzi sotto alcuni aspetti gli è anche superiore, un film spettacolare e adrenalinico sia nella prima parte che nell'ultima, anche se per me un po' troppo tirato nel finale.
Mi è piaciuta moltissimo l'idea, per me davvero geniale, di capovolgere il personaggio interpretato da Schwarzy(da buono a cattivo) così come mi è piaciuta la trasformazione del personaggio di Sarah Connor, da timida cameriera a combattente senza paura(ottima l'interpretazione della Hamilton).
Un altro capolavoro del cinema di fantascienza.