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 Oggetto del messaggio: Dynamo Kiev - Atlético Madrid 1986
MessaggioInviato: lun 17 dic 2012, 13:13 
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Una delle finali più celebri nella storia della Coppa UEFA, che nel 1986 - anno di grazia per il calcio sovietico - fece entrare nel mito la Dynamo Kiev del colonnello Lobanovskiy.
Al termine dell'incontro, la critica mondiale, estasiata, parlò di "calcio del Duemila".

Poche settimane dopo, cominciò il Mondiale messicano. L'URSS, una delle favorite della vigilia, mise in mostra un gioco altamente spettacolare nella Fase a Gironi (indimenticabile l'esordio, con quel 6-0 rifilato all'Ungheria), che gli valse la palma di "squadra da battere". Le cose, tuttavia, andarono diversamente e agli Ottavi - al termine di una scoppiettante sfida con il Belgio protrattasi fino ai supplementari - uscii di scena, sconfitta 4-3 tra mille polemiche (i Diavoli Rossi segnarono due reti in fuorigioco). Due anni più tardi, l'Unione Sovietica ci riprovò disputando un sontuoso Europeo (l'Italia ne sa qualcosa), ma in finale si dovette arrendere dinanzi a Gullit e van Basten.

Perché ricordo tutto questo? Perché in una recente intervista rilasciata da Fabio Capello alla stampa russa, il tecnico di Pieris ha esaltato l'URSS dell'86, definendola una squadra innovativa come poche altre.

Ringrazio infine Federico Casotti, giornalista di SportItalia, per la segnalazione del filmato.


[flash width=450 height=450 loop=false]http://www.youtube.com/v/HJ5iN5U9vWo[/flash]

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Il calcio di Lobanovsky era di una precisione maniacale ma difettava di fantasia e variabilità, infatti l'URSS non vinse nulla proprio per questo motivo. C'è da dire che l'URSS di quegli anni ebbe anche sfiga: nel 86 andò a sbattere contro il più forte Belgio di tutti i tempi (guidato dall'happeliano Thys tra l'altro), nel 1988 andò a sbattere contro un singolo, Marco Van Basten, perché quell'Olanda eccetto il trio Van Basten-Rjkaard-Gullit non era granché. Che dire una grande incompiuta...

P.S.: fu grazie a quella fantastica URSS che in Italia giunsero una sequela memorabile di bidoni, parlo dei vari Zavarov, Alejnikov... questo perché quell'URSS aveva come punto di forza il gioco del collettivo e non quello dei singoli...


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MessaggioInviato: lun 17 dic 2012, 13:48 
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Reg. il: gio 6 lug 2006,
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E' vero che era un gioco che esaltava più il collettivo che i singoli, ma dire che non ci fossero fuoriclasse/campioni... Blokhin, Demyanenko, Bessonov, Belanov, Protasov (che all'epoca giocava ancora nel Dnipro) e molti altri, cos'erano?

La fantasia e l'impredivibilità la offriva proprio Zavarov, che floppò alla Juve, è vero (troppo grande la responsabilità di sostituire un giocatore del calibro di Platini; e, soprattutto, parliamo pur sempre del primo calciatore sovietico trasferitosi in Europa occidentale... Era UN ALTRO MONDO...), ma che era indiscutibilmente un grande talento.

Alejnikov non credo si possa considerare un bidone della Serie A di quegli anni, alla Juve disputò due stagioni più che discrete, così come al Lecce a fine carriera.

Deluse sicuramente anche Mikhailichenko (secondo miglior giocatore di EURO '88, quarto nella classifica del Pallone d'Oro di quello stesso anno), centrocampista completissimo ed estremamente moderno che pareva 20 anni avanti, ma che non riuscii ad ambientarsi alla Samp, pur vincendo lo scudetto da titolare.

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Reg. il: ven 23 nov 2012
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Non ho detto che erano delle pippe ma semplicemente che in quell'URSS era il collettivo la vera forza e non il talento dei singoli...


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il famoso laboratorio di Lobanovsky.

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GULLIT:"Quando vedo Messi penso che è un grande calciatore ma è protetto: dagli arbitri, dalle telecamere, dal regolamento. Messi può limitarsi a dribblare. Diego doveva saltare alto così, non per fare dribbling ma perché volevano spezzargli le gambe".


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MessaggioInviato: lun 17 dic 2012, 16:39 
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Reg. il: gio 6 lug 2006,
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Ehm, rileggendo il messaggio mi sono accorto solo adesso dell'indegna svista... Ovviamente intendevo COPPA DELLE COPPE, non Coppa Uefa :ops

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MessaggioInviato: lun 17 dic 2012, 17:53 
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ciccio graziani ha scritto:
perché quell'Olanda eccetto il trio Van Basten-Rjkaard-Gullit non era granché. Che dire una grande incompiuta...

..


aggiungerei Ronald Koeman.

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GULLIT:"Quando vedo Messi penso che è un grande calciatore ma è protetto: dagli arbitri, dalle telecamere, dal regolamento. Messi può limitarsi a dribblare. Diego doveva saltare alto così, non per fare dribbling ma perché volevano spezzargli le gambe".


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futre c'è?


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Kerzhakov91 ha scritto:

La fantasia e l'impredivibilità la offriva proprio Zavarov, che floppò alla Juve, è vero (troppo grande la responsabilità di sostituire un giocatore del calibro di Platini; e, soprattutto, parliamo pur sempre del primo calciatore sovietico trasferitosi in Europa occidentale.


Aleksandr Zavarov non fu il primo sovietico a trasferirsi in Europa occidentale. Prima di lui, nel 1987/88, Oleg Blokhin era approdato in Austria al Vorwärts Steyr.


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