Una delle più belle descrizioni che abbia sentito del Perù del 1970 l'ha fatta uno dei protagonisti di quella squadra, il mediano Ramón Mifflin, in
quest'intervista.
In pratica era una squadra tipo la Lazio del 1974, con uno spogliatoio diviso in tante fazioni rivali e con parecchi giocatori dal carattere non facile. Il vero artefice del capolavoro mundial fu il c.t. Didi, che riuscì a tenere unito il gruppo facendosi amare da tutti un po' come Tommaso Maestrelli.
Secondo Mifflin, Didi era uno che parlava pochissimo, ma in quanto a conoscenze tattiche non aveva rivali. Si piazzava in campo e spiegava ai suoi giocatori come muoversi e come sfruttare i punti deboli dell'avversario, sempre con poche parole ma con concetti semplici e chiari. Già da giocatore Didi era stato un allenatore in campo per sapienza tattica e carisma; logico che diventasse un grande stratega anche come "treinador".
In quest'altra intervista, esattamente
qui, Teófilo Cubillas racconta che lo stesso Didi gli insegnò i trucchi per calciare le punizioni “a foglia secca”, specialità nella quale anche Cubillas eccelleva.
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