Un po' deve enfatizzare, tipo quando dice che dopo l'1-1 i brasiliani tornano a metacampo con sufficienza e con "60 di battito" (non sarà andata proprio così immagino, parliamo di una finale mondiale).

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Il buon gusto è la morte dell'arte.

O Rey , Gianni Mura di calcio ne sa come mia sorella , che scriva bene dal punto di vista letterario ci sta ,ma ecco non e' uno storico calcistico .

Brasile del '70 grande squadra perché - che lo si ammette o no - è riuscita far coesistere diversi giocatori offensivi in maniera armonica e sublime. Lo stesso clodoaldo, formalmente un mediano, aveva una tecnica sopraffina ed era più bravo nel saltare l'uomo che nel recuperare palla. Avrebbe giocato dappertutto come centrocampista offensivo, viste le sue caratteristiche particolari. Gérson, Rivelino, Pelé, Jairzinho e Tostao erano comunque tutti giocatori di stampo offensivo, poche chiacchiere. Avevano caratteristiche diverse in linea di massima, ma il loro genio gli ha permesso di coesistere all'interno dello stesso undici senza pestarsi i piedi. Pensare che noi non siamo riusciti a far coesistere Sandro Mazzola e Rivera fa sorridere, però :

Ah, che quel Brasile non è stato il più forte in senso assoluto della propria storia è risaputo. Come già detto giustamente la nazionale del '58 è stata sicuramente più forte nel complesso, specie da un punto di vista difensivo (dove l'unico che se la gioca è Carlos Alberto con Djalma, che però non era più giovanissimo, mentre gli altri difensori del '58 sono tutti decisamente superiori, ma anche negli altri reparti, più o meno)

Il trequartista è un ruolo che sta a metà tra centrocampo e attacco. Sinceramente Rivellino non mi sembra avesse qualcosa del centrocampista. Lui e Jairzinho erano due giocatori offensivi.

Tostao era proprio classico trequartista che più classico non si può.

Saltare l'uomo è una caratteristica che possono avere tutti, non stabilisce il ruolo. Comunque Clodoaldo più che saltare l'uomo, aveva il dribling. Non sono esattamente la stessa cosa. Oriali invece saltava l'uomo in progressione. Clodoaldo avrebbe giocato nel medesimo ruolo in un'altra squadra. Centrocampista di posizione.

Rivelino era un 10 classico, un trequartista purissimo che per esigenze tattiche ha giocato in altri ruoli (ala o esterno sx in quel brasile), pur svariando.

Tostao era una seconda punta o un centravanti di manovra, visto che a doti di regia univa anche un grandissimo senso del goal e movimenti offensivi di un centravanti vero.

Giocatori polivalenti.

Sta di fatto che tra Rivelino e Tostao il secondo si trovava meglio da trequartista, indipendentemente dal fatto che Rivelino fosse mancino.

Ritengo sia Rivelino che Tostao due trequartisti. Sebbene il secondo facesse la prima punta di ruolo in quel Brasile, il suo gioco si sviluppava sulla trequarti, pur avendo notevoli capacità realizzative. La seconda punta gioca più a ridosso dell'area, svariando più di un finalizzatore di manovra e contribuendo alla creazione di gioco sempre più rispetto a quest'ultimo.

A onor del vero va detto che il grande Gianni Brera prese una piccola “cantonata” su Storia Critica del Calcio Italiano. Scrisse che dopo il 4-1 per il Brasile, una parte dei brasiliani avrebbe voluto umiliarci “inscenando una irridente melina. Si oppongono i compagni di sangue italiano, che sono Félix, Piazza e Rivelino”. In realtà Félix non aveva origini italiane. Molto tempo fa scambiai qualche mail con sua figlia, che mi spiegò che aveva invece origini francesi e portoghesi.
Lo so, sono una leggenda e mi autoapplaudo

Brasile fortissimo ma c'è da dire che fino alla mezzora del secondo tempo le squadre stavano ancora 1-1, i 120 minuti della partita del secolo si fecero sentire poi.


Avrebbero vinto lo stesso?


Forse si, ma non certo in quel modo.

Non credo che la semifinale pur estenuante con la Germania Ovest sia stata determinante sul risultato.
Il Brasile tra l' altro gioco' tutte le partite a Guadalajara, in pianura, trovandosi solo in finale e senza potersi acclimatare ai 2500 metri di Citta' del Messico.