Pecci in una sua autobiografia si è definito una mezzala pura, non un regista. Il regista gioca il pallone a uno/due tocchi, mentre la mezzala è più portata al contrasto e a portare palla.

scusa, non vorrei annoiarti, ma che pecci non giocava regista lo sa solo lui:
giudizio di Radice, da storie di calcio: Eraldo Pecci: centrocampista, regista, sapeva correre e impostare, piedi e cervello. Indispensabile, come lo era Claudio Sala...".
Dal dizionario del calcio italiano:

Ma infatti, nel Torino giocava da regista, però Pecci (ho ricontrollato il passo e dice proprio così) si è sempre definito una mezzala, un numero 8. La mezzala, fino agli anni '70 era comunque un giocatore tecnico, per cui la differenza con il ruolo di regista è sottile.

Pecci ha ricoperto tutti i ruoli del centrocampo,regista,interno,mediano.Poi bisogna vedere cosa si intende per regista.Antognoni era un regista?Pecci ha giocato in nazionale e nella Fiorentina accanto ad Antognoni,certo che nel Toro,quello col cervello era lui

L'ottima rivista spagnola "Don Balón" numero 82 del maggio 1977 propone alcune interessanti interviste a proposito della finale tra Athletic Bilbao e Juventus.

Interessante quanto detto da Roberto Bettega: «In Italia siamo tutti teorici, parliamo molto, però non vogliamo prendere in considerazione l'idea di cambiare la nostra mentalità. Si vuole il bel gioco, però, alla fin della fiera, il risultato è sempre il fattore più condizionante, l'unica cosa che ha davvero valore. Quando vedo giocare le squadre spagnole, polacche o inglesi, dico tra me e me che queste hanno davvero un gioco diverso dal nostro, più moderno. Mi divertono molto le loro partite, soprattutto i "numeri" che fanno gli assi stranieri in Spagna. E così rifletto: anche noi in Italia dovremmo giocare così. Però lo faccio davanti al televisore, perché poi la domenica quando arriva il momento di scendere in campo e magari giocare il derby con il Torino, lì cambia tutto, nel senso che scendo in campo e me ne infischio del bel gioco o dei numeri che vedo fare in Spagna, perché lì subentra solo la voglia di vincere in un modo o nell'altro».