Consapevole che probabilmente questo post verrà rapidamente cestinato e potrà fare la gioia solo di pochi fortunati che si sono ritrovati a navigare nel posto giusto al momento giusto, ecco il mio resoconto, per quanto annebbiato, delle avventure vissute dal sottoscritto e dal pampa AE.
IL POST-EVENTO
Già qualche ora prima dei fatti che vado a raccontare, passando accanto ad un malfamato bar sul naviglio, diretti al ristorante, AE aveva espresso il proprio compiacimento per l'odore di fumo che avevamo potuto annusare di passaggio.
Non essendo io un grande fan dell'hashish avevo fatto presente ad AE che quanto stavano fumando quei tipi non era certo il meglio, suggerendo che avevo forse qualcosa che poteva fare al caso nostro. Sapevo del vizietto di AE per via di qualche post birbantello lasciatosi scappare qua e là. Andavo sul sicuro.
Il problema, uscendo dal locale, è come porsi nei confronti degli altri tre compagni di avventure. Capitano deve tornare dalla famiglia e Arres a Bergamo, tendo quindi ad escluderli a priori (e se ho sbagliato me ne pento). Proviamo ad approcciare Bartoli che rinuncia poichè ci sono molti controlli in giro. Scusa barbina. E' un impostore.
Sorge un problema inaspettato non da poco: AE deve andare a dormire da un suo amico, Capitano è di passaggio e si è gentilmente proposto di accompagnarlo. Fortunatamente un'ulteriore chiamata all'amico ci rivela che stavamo per abbandonare AE dall'altro lato della città: com'è ormai noto, il tizio sta vicino P.zza Napoli, abbastanza di strada per me.
Fotografati e congedati, acquistate sigarette ed accendino, ci possiamo finalmente avviare alla ricerca di una panchina adatta ai nostri scopi. Arriviamo alla fermata della circolare, che con sommo stupore di AE passa all'1.55 come esattamente riportato sul cartello. Lassù un paio di rovinati gira ed accende una canna di hashish. Purtroppo arriviamo a P.zza Napoli e siamo costretti a scendere.
Scelto il luogo più congeniale ("Come vedi Pisapia tiene illuminati i parchi per noi tossici"), eccezion fatta per un filtro di AE che sono costretto a gettare facendogli notare che per un aborto del genere qualche mio amico l'avrebbe picchiato, siamo in quattro e quattr'otto spaparanzati a fumarci la nostra meritata cannetta.
Premetto che quell'erba l'avevo presa pochi giorni prima ed ancora mai sperimentata, ho voluto esagerare per trattare bene il nostro amico arrivato da Caltanissetta per l'occasione, inoltre avevamo bevuto abbastanza tra pub e ristorante. Fatto sta che sulle prime non ci fa tanto effetto, la seconda non viene girata solo perchè si è fatto tardi ed AE non vuole tenere troppo sveglio l'amico. Ma una volta in piedi ed in marcia, lo sballo entra in circolo.
Procediamo uno a fianco all'altro per questo enorme viale, senza sapere troppo bene dove dobbiamo andare, e lì AE inizia a sclerare: comincia un lunghissimo ripetitivo monologo giustificandosi del comportamento adottato con Capitano, dicendo che non ci si può dir nulla, perchè noi abbiamo detto che ce ne saremmo andati "di là" e quindi non ci si può dire che non l'avevamo detto, non l'avessimo detto saremmo stati da biasimare. "Non sono stato molto chiaro, vero?". No.
Non sappiamo più dove andare: sostiamo ad una fermata dell'autobus e consultiamo la cartina alla ricerca della leggendaria via. Lì mi rendo conto dell'assurdità della questione ed esclamo: "Ma ti rendi conto che io sono Poncio e tu AE?!". E lui: "Sì, la strana coppia".
Un'ulteriore grande prova per i nostri eroi: Michele, che era per me ormai a quel punto come un fratello, ha il cellulare completamente scarico. Fortunatamente la soluzione era stata trovata prima del fattaccio, basta invertire le schede e chiamerà col mio telefono. Operiamo la sostituzione, io come se nulla fosse mi metto il cellulare in tasca e continuiamo a discutere per due o tre minuti dei massimi sistemi, prima che AE mi faccia notare che il cellulare con cui deve chiamare è il mio e sta inspiegabilmente nella mia tasca. Purtroppo non ho parole degne di esprimere il suo "Dicevo: siamo qua!".
Per tutta la sera avevo notato come AE assomigliasse ad un mio amico. Il punto è che, dopo aver fumato, AE era diventato ai miei occhi esattamente quel mio amico lì.
Bene: ora immaginate di essere con un vostro amico ad una fermata dell'autobus di un enorme viale sconosciuto e deserto, avvolto nella nebbia. Ed immaginate che questo vostro amico parli al telefono con un timbro diverso, un accento diverso, muovendosi in modo diverso. Da ogni parte del mio cervello squagliato proveniva l'eco delle parole di Raoul Duke: "Nessuno dovrebbe mai provare uno sballo del genere".
AE parla a quel #@*§ di telefono, o meglio annuisce mentre l'altro parla, per cinque minuti buoni. Il tutto per spiegargli che doveva semplicemente girare l'angolo, mentre io distrutto pensavo dovessimo camminare fino a Piacenza o giù di lì. Solo una volta che l'amico in questione compare alla porta io realizzo che è finita. Devo tornare a casa.
Tre chilometri a piedi, in quelle condizioni, temendo che dei ninja comparissero per affettarmi dietro ogni angolo, non li auguro a nessuno.
Alle quattro di notte sono finalmente nel letto: dopo otto gloriose ore il raduno è definitivamente finito.
_________________ Purtroppo il mondo non ci ha compreso. epico
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