Max_ ha scritto:
il calcio totale dell'olanda che tutti gli intenditori di calcio attribuiscono a Crujf e compagni, ora scopro che è nato in una zona del sud america, mi sembra una tua leggerezza marco bode. Vediti qualche partita del Milan di Van Basten, tipo finali di intercontinentale e rimani con gli occhi sbarrati per il gioco, per Baresi ancora oggi rimane l'amarezza per il pallone d'oro non dato, stessa cosa per Maldini. Finalmente un riconoscimento al calcio italiano con il Milan di Sacchi.
Guarda che “matrice magiara” significa in Ungheria... ho scritto che la difesa a zona è nata in Sudamerica, come risposta al modulo a Diagonal che all’epoca imperava nel continente.
Ricordo benissimo il Milan di Sacchi, una squadra stellare ricca di tanti campioni ma ti ripeto, non ha innovato nulla sul piano tattico né del modulo utilizzato. Ritengo personalmente che ci siano formazioni che hanno rivoluzionato il gioco ben di più, penso alla Honved di Puskas, al Grande Torino, all’Arsenal di Chapman, questo anche perché proprie di un'epoca in cui le tattiche si sviluppavano. Quanto a Baresi, ci sono stati difensori in Italia e all'estero che meritavano di vincere il Pallone d'oro come se non più di lui... Secondo me, ad esempio, Scirea gli è stato superiore, così pure Maldini, e mi sono limitato al calcio itaiano degli ultimi 30 anni...
Il calcio totale non è stato inventato dagli olandesi negli Anni '70 ma viene pensato per la prima volta nell'impero danubiano, all'interno di una cultura che prevedeva armonia, grazia, eleganza e che trasmetteva queste caratteristiche anche nello sport. Il tecnico dell'Austria Wunderteam Hugo Meisl descrive in un articolo del 1935 il gioco secondo lui ideale in una squadra, che deve essere intessuto di passaggi rasoterra che coinvolgano tutti i giocatori da un'area all'altra, e di scambi e movimenti continui. E' la teorizzazione di un football che poi si sarebbe detto “totale”. Negli Anni '50, all'indomani del secondo conflitto mondiale, il ct della Grande Ungheria Gusztav Sebes unisce all'irripetibile estro degli interpreti concezioni altamente rivoluzionarie sul piano tattico, il fuorigioco sistematico, la palla negli spazi vuoti, il pressing (già sperimentato con successo dal Grande Torino), la sovrapposizione e gli scambi continui. Gli unici giocatori fissi nei loro ruoli sono il centrale difensivo Lorant e i mediani Zakarias e Bozsik (come nell'Olanda Anni '70 erano i centrali difensivi Hann e Rijsbergen e i mediani Jansen e Van Hanegem): gli altri si muovono di continuo, non danno mai punti di riferimento agli avversari, si trovano ad occhi chiusi con passaggi al volo (presente in piccolo il primo Chievo di Del Neri?). E' il calcio totale.
Rinus Michels, patriarca dell’Olanda Anni ‘70, non fa altro che innervare su questo tipo di calcio di scuola danubiana e più specificatamente magiara, una preparazione atletica massacrante che permette di correre il doppio rispetto agli avversari. Ma che alla lunga logora moltissimo. E infatti la carriera degli olandesi, dai gregari ai dotati Cruyff, Neeskens e Rep durano meno rispetto a quella degli altri assi stranieri dell'epoca.
Il modulo base di Michels, il 4-3-3 era già stato provato con successo per la prima volta da Moreira, ct del Brasile al Mondiale '62, che arretrò, rispetto al 4-2-4 del '58, Zagallo sulla linea dei centrocampisti per garantire una miglior copertura al 37enne terzino sinistro Nilton Santos.
Così pure il pressing, i fuorigiochi sistematici, la zona (dagli Anni ‘40 in avanti una costante dell’intero calcio sudamericano, e utilizzata con profitto pure in Inghilterra).
Sacchi al Milan arriva addirittura un ventennio dopo Michels. Ed esattamente come lui, assembla questi diversi cocci già in atto, plasmandoli su giocatori dotatissimi sul piano individuale. E come Michels, opta per una preparazione durissima, sul piano fisico e tattico. Un calcio reddittizio sul piano del gioco ma altamente dispendioso. Nel giro di un paio di stagioni i senatori della squadra (Van Basten in testa), fiaccati da questo tipo di preparazione estenuante, chiedono e ottengono al presidente Berlusoni la testa dell’allenatore di Fusignano. Un allenatore meno intransigente come Capello riuscirà poi, allentando le briglie sul collo dei giocatori e favorendo le individualità rispetto alla rigorosa applicazione degli schemi, a spremere ancora strepitosi risultati da un gruppo che era ritenuto finito.
Da ultimo, per tutti: non siamo qui per credere in affermazioni assolutistiche del tipo “questo è il migliore senza discussioni” “questa è la squadra più forte senza discussioni” o simili... L'uomo su questa terra nasce relativo, non esistono verità bibliche, le opinioni possono sempre essere oggetto di discussione.