Aveva vinto due campionati da protagonista con i Busby Babes, aveva raggiunto per due anni consecutivi le semifinali di coppa campioni, ma nella seconda occassione non la potra' piu' giocare.
Quello United era considerato la squadra che avrebbe messo fine al dominio del real Madrid.
A livello internazionale sia con lo United sia con la nazionale piscia in testa a tutta la carriera internazionale di Mazzola.

Non si parla solo di quello che avrebbe potuto essere ma di quello che e' stato, nonostante sia morto a 21 anni, quell'Edwards e' uno dei piu' forti centrocampisti della storia, se non il migliore in assoluto, se lo neghi non lo conosci.

Edwards a parte poter ricoprire vari ruoli sempre al meglio, dal difensore centrale alla mezzala sinistra fino al centravanti , prediligeva su tutti il ruolo di mediano sinistro, in quello che era il sistema, come mediano eccelleva sia nella fase difensiva che in quella offensiva.
Nei due mediani del sistema, il mediano sinistro era quello che di solito accompagnava anche la fase offensiva.
In definitiva Duncan Edwards poteva esprimere il massimo del suo potenziale non come mediano difensivo ma come mediano che in fase di non possesso difendeva e in fase di possesso sosteneva l'attacco, questo doppio ruolo era quello che gli consentiva di esprimere tutto il suo devastante arsenale.
Era il miglior giocatore dello United e della nazionale sia nella fase di non possesso che in quella di possesso.
A suo dire le partite si decidevano a centrocampo e lui amava giocare li perche' era sempre coinvolto nel giuoco.

Una chicca: l'esordio in Nazionale di Duncan Edwards raccontato dal quotidiano scozzese The Glasgow Herald del 4 aprile 1955.

“Edwards, who is not yet 19, has far more “smeddum” than our seasoned Internationalists”. “Edwards, che non ha ancora compiuto 19 anni, possiede un vigore ben superiore e quello dei nostri veterani”.

E per par condicio, l'esordio in Nazionale di Valentino Mazzola dalle pagine de "Il Littoriale" di lunedì 6 aprile 1942:

“Da Mazzola, invece, si voleva un lavoro da artista, quel lavoro che non di rado gli riusciva in campionato, lavoro fatto di slanci, di smarcamenti e precise imbeccate in corsa e di riprese al volo in rete. Oggi nulla di tutto questo.”