Per me siamo lì, Iniesta ha saputo forse esaltarsi in più momenti chiave e risultare più eclettico: regista aggiunto (oggi a volte gioca proprio nel ruolo di Pirlo in pratica, causa ridotta mobilità), mezzala, ala a inizio carriera.
Entrambi con doti assurde e qualche limite:
Pirlo: tecnica eccellente, lancio di prima spaventoso, visione di gioco da primi posti all time, abilità incredibile sui calci da fermo, fantasia, capacità di cambiare marcia a una squadra da solo, personalità da leader. Limiti: zero cambio di passo, corre tanto ma sempre piano, qualche distrazione in fase difensiva, poco dribbling e solo da fermo, qualche stagione così-così, legato a doppio filo alla squadra come tutti i grandi registi.
Iniesta: tecnica superlativa, straordinario nella verticalizzazione, abile nel lancio lungo ma meno di Pirlo, dribbling secco e pulito alla Laudrup, eclettismo, ottima corsa e velocità (almeno negli anni migliori), personalità cubica, uomo-sistema ma anche solista in grado di esaltarsi quando le cose non vanno; limiti: a parte poche stagioni non è mai andato oltre i 5-6 globali gol all'anno e questo è un limite per una mezzala, scarso sui calci da fermo e nel gioco aereo, non eccellente nel tiro da fuori.
Dipende un po' da cosa serve alla squadra, posso premiare di pochissimo Andrés per partite e stagioni memorabili in Champions, competizione dove Pirlo ha brillato un po' meno: possiamo iniziare dalla semifinale del 2006 di San Siro (migliore in campo con Ronaldinho) e finire con l'ultima partita con il PSG, di per sé appena passabile ma impreziosita da giocate da Iniesta. In mezzo, ci sono Bayern, Chelsea a United 2009 (dove un 8 è quasi riduttivo), Arsenal-Real-Shaktar 2011, Milan-Chelsea 2012, Milan 2013, City-Atletico 2014, PSG e finale 2015. Tutte partite dove o ha giocato in modo eccellente o ha comunque dato un contributo discreto/buono realizzando in più giocate pesantissime.
In nazionale sono più vicini, per me il mondiale 2006 di Pirlo vale l'europeo 2012 di Iniesta.
_________________ Il buon gusto è la morte dell'arte.
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