ciccio graziani ha scritto:
Marco Bode ha scritto:
Sì, ma l'atteggiamento di quel Milan, rispetto alle formazioni italiane dell'epoca - e anche di quelle precedenti - era diverso, direi opposto. Quel Milan non speculava mai, cercava sempre il risultato pieno,ovunque si fosse.
Sul resto sono d'accordo con te, ma io non sono affatto un adulatore del Vate, anzi! Se leggerai certi miei post, soprattutto del passato, noterai che io sono tutto fuorché un sacchiano convinto. Qui dentro te lo possono confermare un po' tutti. Però cerco di riconoscere anche dei meriti all'Arrigo nella costruzione di quella squadra. Ne ha avuti anche lui comunque.
Anche se di base sono pure io d'accordo con epico sul fatto che quel Milan avesse uno squadrone sul piano individuale. Da lì nascevano i successi, come sempre, perché per vincere occorrono i grandi giocatori, prima delle idee.
Non volevo assolutamente dire che sei un adulatore di Sacchi (non c'è niente di male nel esserlo è solo che odio gli adulatori come categoria di persone!), quel Milan giocava in maniera poco speculativa è vero, però vincere 2 partite in trasferta in 4 anni è comunque una miseria, il Milan di Capello invece ha vinto vagonate di partite in trasferta ed era una squadra molto più utilitaristica...
in realtà nel 1988-89 avremmo fatto l'en plein di vittorie in trasferta (vedasi Belgrado, Brema e Madrid), se solo ci avessero concesso la grazia di vedere palloni in porta di mezzo metro o anche più

comunque è, a mio avviso, un discorso molto poco significativo. Il Milan di Sacchi giocava gare a eliminazione diretta, che per definizione sono più complicate di quelle della fase a gironi. Nella fase a eliminazione diretta, andando a memoria, del Milan di Capello ricordo solo una culosissima vittoria in extremis al Parco dei Principi nel 1995
