ciccio graziani ha scritto:
Marco Bode ha scritto:
Ha insegnato alle nostre formazioni ad andare in trasferta a imporre il proprio gioco, alcune sfuriate di gioco resteranno impresse per sempre, ha segnato un'epoca, è stata cmq l'ultima squadra a vincere 2 coppe Campioni di fila. Detto questo, anche io penso che nella storia ci siano state squadre più grandi, più influenti, più variegate sul piano tattico. Ma quel Milan è comunque Storia con la S maiuscola.
Tu dici che le avversarie di quel Milan non valevano quelle della Grande Inter. Io penso che a parte il Benfica di Eusebio, le altre avversarie dell'Inter non è che fossero squadroni.
Vediamo i cammini.
L'Inter nel 63-64 ha eliminato Everton, Monaco, Partizan, Borussia Dortmund e in finale ha battuto un Real Madrid oramai alla frutta, con Di Stefano e Puskas sui 40 anni (comunque ancora capaci di certi numeri da cineteca, soprattutto l'ungherese)!
Nel 64-65 ha sbattuto fuori Dinamo Bucarest, Rangers, Liverpool e Benfica.
Il Milan ha eliminato nell'88-89 Sofia, Stella Rossa, Werder Brema, Real Madrid e Steaua.
Nell'89-90, i rossoneri hanno superato Real Madrid, Mechelen, Bayern Monaco e Benfica.
Allora: per me, l'unico squadrone vero - all'altezza della futura vincitrice - era il Benfica nel caso dell'Inter. Ma come qualità media ritengo che le formazioni affrontate e superate dal Milan di Sacchi fossero più forti. Non di un abisso, ma superiori...
E daje con sto imporre il gioco: quel Milan vinse 2 partite in trasferta in 4 anni di campagne europee, il Milan imponeva il suo gioco semplicemente perchè nessuno giocava come Sacchi, poi tutti si sono messi a giocare il suo gioco e non mi risulta che la sua Nazionale o il suo Atletico andassero su tutti i campi a fare bottino pieno o che il Milan contro il Medellin (che giocava lo stesso calcio di quel Milan) abbia giocato all'attacco, per giocare a calcio bisogna essere in due diceva un mio vecchio allenatore... Dire che quel Milan giocasse in maniera più propositiva rispetto ad altre formazioni di scuola italiana è assolutamente vero, ma dire che andasse a cercare di vincere in trasferta su tutti i campi mi sembra un'esagerazione messa in piedi dai soliti adulatori del Vate!
Ritorno a ripeterlo, quel Milan era straordinerio perchè disponeva di 7 giocatori che erano i migliori nei loro rispettivi ruoli in quel particolare momento storico. Questo è stato un unicum in tutta la storia del calcio perchè ad esempio nel Grande Torino, nella Grande Inter anche nel Grande Real, nella Grande Ajax i giocatori veramente forti e dominanti erano sempre i soliti 3-4. Quel Milan invece aveva qualcosa come sette giocatori in più tutti sotto i trent'anni, particolare non da sottovalutare. C'è stata solo la Juve del 1982/83 che come qualità complessiva poteva insidiare il Milan sacchiano (Platini, Boniek, Bettega, più sei campioni del mondo) ma se ci pensate Zoff, Gentile e Bettega erano a fine carriera quindi...eppure anche uqella Juve, come quel grande Milan, regalava spettacolo sia in casa che in trasferta (non mi risulta ci fosse Sacchi o Zeman nella partita vinta 2-1 a Birmingham o in quella pareggiata a Lodz dove la Juve regalò spettacolo), poi però davanti ad Ernst Happel anche gli extraterrestri devono inchinarsi!
Sì, ma l'atteggiamento di quel Milan, rispetto alle formazioni italiane dell'epoca - e anche di quelle precedenti - era diverso, direi opposto. Quel Milan non speculava mai, cercava sempre il risultato pieno,ovunque si fosse.
Sul resto sono d'accordo con te, ma io non sono affatto un adulatore del Vate, anzi! Se leggerai certi miei post, soprattutto del passato, noterai che io sono tutto fuorché un sacchiano convinto. Qui dentro te lo possono confermare un po' tutti. Però cerco di riconoscere anche dei meriti all'Arrigo nella costruzione di quella squadra. Ne ha avuti anche lui comunque.
Anche se di base sono pure io d'accordo con epico sul fatto che quel Milan avesse uno squadrone sul piano individuale. Da lì nascevano i successi, come sempre, perché per vincere occorrono i grandi giocatori, prima delle idee.