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 Oggetto del messaggio: Re: Italia 1990 vs Italia 2006.
MessaggioInviato: ven 12 lug 2013, 17:42 
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Non sempre vince il piu' forte , Franco Rossi ci ha scritto un libro sui Mondiali intitolato << PERDA IL MIGLIORE >> .
Squadre come il Brasile del 1950 ( sarebbe considerata tra le squadre oggi piu' forti mai esistite se non avesse perso ) , L'ungheria del 1954 , L' Olanda del 1974 , il Brasile del 1982 sono l'emblema che spesso chi perde e' il migliore.

Immagine

In quindici edizioni dei Mondiali di calcio solo quattro volte ha vinto la squadra migliore, quella che ha portato qualcosa di nuovo: quasi sempre il gioco piu' spettacolare ed elettrizzante ne e' uscito mortificato, almeno in termini di puro risultato.
Perda il migliore tenta di spiegare le ragioni di questa verita' paradossale esplorando il mito dei grandi protagonisti del passato (da Meazza a Pelè, da Luisito Monti a Paolo Rossi, da Garrincha a Romario) e delle squadre che hanno fatto la storia del calcio (dal Brasile di Pelè all'Italia di Bearzot, dall'Uruguay di Varela all'Argentina di Maradona). Un affascinante cammino attraverso mille storie che raccontano anche i retroscena, oltre che sportivi, sociali e politici di questa manifestazione.
La lezione che viene dal passato puo' contribuire senz'altro a darci uno sguardo meno ovvio sullo sport piu' popolare.

http://www.liminaedizioni.it/libri/dt/1 ... liore.html


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 Oggetto del messaggio: Re: Italia 1990 vs Italia 2006.
MessaggioInviato: ven 12 lug 2013, 17:51 
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Per Franco Rossi nel Perda il Migliore la squadra piu' forte nel 1990 era L'Argentina , concordate ? e nel 94 Italia ed Argentina ( con Maradona ).


Ultima modifica di epico il ven 12 lug 2013, 17:59, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: Italia 1990 vs Italia 2006.
MessaggioInviato: ven 12 lug 2013, 17:58 
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Ma per nulla, nel 90 le più forti erano Italia e Germania.


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 Oggetto del messaggio: Re: Italia 1990 vs Italia 2006.
MessaggioInviato: ven 12 lug 2013, 18:00 
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Nicolas80 ha scritto:
Ma per nulla, nel 90 le più forti erano Italia e Germania.



Franco Rossi spiega bene nel suo libro perche' L' Argentina era la migliore nel 90.


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 Oggetto del messaggio: Re: Italia 1990 vs Italia 2006.
MessaggioInviato: ven 12 lug 2013, 18:01 
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epico ha scritto:
Per Franco Rossi nel Perda il Migliore la squadra piu' forte nel 1990 era L'Argentina , concordate ? Nel 98 dice Brasile e nel 94 Italia ed Argentina ( con Maradona ).

Se nel 1990 Maradona fosse stato sano, l'Argentina sarebbe stata la squadra più forte del lotto, ma con Diego a mezzo servizio credo ci fossero delle squadre più forti, la stessa Germania Ovest, l'Olanda (che però arrivò al Mondiale con van Basten e Gullit totalmente fuori forma) e l'Italia.
Nel 1998 ritengo che la Francia fosse superiore al Brasile.


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 Oggetto del messaggio: Re: Italia 1990 vs Italia 2006.
MessaggioInviato: ven 12 lug 2013, 18:03 
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Van Basten disse che nel 1990 tutta la squadra ebbe problemi con il preparatore atletico , a nessun giocatore piacevano i suoi metodi.
Gullit nel 1990 era ormai post infortuni , quello era , ma fece contro L'eire una gran partita.


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 Oggetto del messaggio: Re: Italia 1990 vs Italia 2006.
MessaggioInviato: ven 12 lug 2013, 18:06 
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letture meno ovvie e meno populiste e superficiali quelle di Franco Rossi.


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 Oggetto del messaggio: Re: Italia 1990 vs Italia 2006.
MessaggioInviato: ven 12 lug 2013, 18:13 
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DAL MIO LIBRO “PERDA IL MIGLIORE” IL CAPITOLO DEDICATO ALLA VITTORIA DELL’URUGUAY NEL 1950 E AL SUO CAPITANO OBDULIO VARELA.

DI FRANCO ROSSI.

“Non riesco a capire perchè voi italiani avete mitizzato Schiaffino…In quella squadra i veri autentici fenomeni erano altri”.

E’ la sera del 14 marzo del 1981 e chi parla è Gaston Roque Maspoli, tranquillamente secduto al bar del Leonardo da Vinci a Rozzano vicino Milano.

E’ il cittì dell’Uruguay e ventun anni prima era il portiere di quella squadra che fece piombare nel lutto un’intera nazione, il Brasile. Ha la faccia rotonda, tranquilla e distesa, i capelli bianchi. Corposa la simpatia, nitidi i ricordi. “Juan Alberto era un freddo, uno che non aveva particolare grinta. Grande, grandissimo giocatore, ma quel sedici luglio del 1950 per battere quel Brasile, forse la più grande squadra di ogni epoca, la bravura tecnica da sola non sarebbe bastata. Serviva anche il talento, ma c’era bisogno di grinta, di grinta e ancora di grinta. I veri eroi eroi di quella storica gara sono stati altri…”

Maspoli riprende fiato, si versa acqua minerale in un bicchiere, la sorseggia come fosse cognac d’annata, con religiosa lentezza e gesti misurati.

Quando riprende a parlare la voce cambia tono: è quasi tremula, intrisa di nostalgia e commozione. “Noi avevamo vinto ancor prima di scendere in campo, quando l’arbitro tirò in alto la monetina per far decidere chi doveva dare il calcio d’inizio, Varela la prese con una mano e, davanti agli sbigottiti brasiliani la riconsegnò all’inglese Reader. Noi saremo campioni del mondo, disse il nostro capitano, ai brasiliani gli dia la consolazione di battere il calcio d’inizio o di scegliere in quale metà campo giocare il primo tempo…Varela…Ah, Obdulio, lui era la nostra anima. Ricordo che nell’intervallo, sullo zero a zero, appiccicò proprio Schiaffino contro il muro degli spogliatoi e gli rifilò un ceffone: il calcio è per uomini, non continuare a far la signorina…”

Obdulio Varela, il vero autentico Mito per gli uruguayani.

L’ho conosciuto qualche anno più tardi a Montevideo, quasi ridotto in miseria, posteggiatore abusivo in uno spiazzo vicino allo stadio del Centenario. Distrutto dall’alcol e dalla miseria, ridotto a un rottame. Quasi uno zombie, privo di reattività, lui che era stato l’incarnazione della voglia di vincere, di superare ogni avversità.

“La partita con il Brasile? Mi chiedono di parlarne dieci volte al giorno, ormai quasi è sparita dalla memoria…Mi offriresti una birra?” chiede speranzoso.

Anche due, rispondo con gli occhi pieni di lacrime. Penso, chissà perchè, a mio padre e le mani, quando tiro fuori i soldi dal portafogli, mi prendono a tremare.

Poi la voce di Varela mi riporta alla realtà. “Sai, i brasiliani avevano paura di noi. Dopo un minuto Zizinho superò in dribbling Gambetta e andò sul fondo a crossare. Andai dal mio compagno mostrandogli i pugni. Poco più tardi lo stesso Zizinho tentò di fare il bis. Gambetta fece un’entrata da matto e il povero brasiliano finì diversi metri oltre la linea del fallo laterale ricadendo a terra con un pacco flaccido. L’arbitro fischiò il fallo e Gambetta andò verso Zizinho per aiutarlo a rimettersi in piedi. Con i gesti sembrava chiedergli scusa. Con la voce gli sussurrò all’orecchio: la prossima vez te mato…E il brasiliano da quel momento ha cominciato a liberarsi subito della palla per evitare ogni contatto. Era pauroso. Uno così non poteva diventare campione del mondo. No che non poteva…”

Gli occhi di Obdulio riacquistano luminosità, pieni d’orgoglio di rituffano nei ricordi di quell’indimenticabile pomeriggio.

“Negli spogliatoi, prima di entrare in campo l’allenatore Lopez dopo aver spiegato come avremmo dovuto affrontare i brasiliani sul piano tattico: contenerli a centrocampo, palleggiare per procurarci gli spazi e poi partire in contropiede con Miguez, Schiaffino e il velocissimo Ghiggia, dopo aver spiegato tutto questo sul muro con un gessetto, mi lasciò la parola. Dissi soltanto che non potevamo perdere con gente che giocava solo con i piedi, senza cuore e senza cervello. Loro vincerebbero sicuramente se la partita si giocasse sulla spiaggia di Copacabana. Sanno tutto del pallone, noi sappiamo tutto del calcio. Diamogli una lezione. Chi si tira indietro lo meno…”

E’ vero che nell’intervallo mise le mani addosso a Schiaffino? Obdulio Varela si impettisce, si guarda attorno, beve un sorso di birra e mi mostra le mani. “Non ricordo se le ho usate per picchiare Juan Alberto, non ricordo”.

Fa una pausa, forse per farmi capire che sta mentendo, che non può sputtanare uno che l’ha aiutato a diventare campione del mondo, poi riprende: “Se fosse stato necessario per vincere una partita, in campo avrei picchiato anche mia madre. Poi dopo le avrei chiesto perdono in ginocchio piangendo, ma quando c’è da vincere esiste solo un obbiettivo: fare qualcosa più di tutto, qualsiasi cosa per superare l’avversario. E noi al Maracanà facemmo tutto, qualcosa più di tutto e di più ancora”.

E quando i brasiliano andarono in vantaggio non s’insinuò il dubbio che non avreste potuto farcela? “Ma stai scherzando? Sapevamo che quel gol avrebbe moltiplicato la loro presunzione, la loro stupidaggine calcistica. Al Brasile bastava pareggiare e dopo il gol di Friaca si buttarono tutti nella nostra metà campo. Il Maracanà, con oltre duecentomila persone impazzite di gioia, rappresentò il nostro doping. Difendevamo ogni centimetro della nostra metà campo con il cuore, con i denti, con il sangue. Quando Schiaffino pareggiò sapevamo che loro non si sarebbero fermati, anzi…E così accadde. Sembravano invasati, Ademir strepitava ai compagni che gli passassero il pallone, Chico si intestardiva in dribbling provocatori…” E’ vero che a un certo punto Schiaffino prese la palla, la fermò sotto il destro e aspettò Jair dicendogli: “Leccami la palla, negro di #@*§…”.

Il brasiliano chiese aiuto ai compagni e ne venne fuori una rissa gigante. E’ vero? “Se l’ha fatto veramente la stima che ho di Schiaffino aumenta a dismisura. Si, ad un certo punto i brasiliani sembravano tutti invasati. Persero la testa, smarrirono ogni elementare prudenza e fu sin troppo facile segnare il secondo gol, ancora in contropiede. Con Ghiggia a dieci minuti i poco più dalla fine”.

E poi cosa accadde? “Mi ricordo due cose, i lacci delle mie scarpe e il brindisi di Gambetta con lo champagne dentro la Coppa. I lacci delle scarpe perchè per almeno cinque minuti, cinque minuti che non sono mai passati, ho chinato la testa guardandomi e piedi e rivedendo, all’infinito, gli episodi di quei novanta minuti. Ero campione del mondo, sapevo da giorni che lo sarei diventato, eppure rimasi sorpreso egualmente”

Il vecchio Obdulio è commosso e l’espressione diventa dolorosa, come l’ultima frase. “Sarebbe bello che i sogni non si avverassero mai. Si continuerebbe a sognare all’infinito…Così invece…”

Diventa muto all’improvviso, mi dà una fugace stretta di mano, forte, forte, forte quasi a stritolare la mia, mi gira le spalle e si allontana tristemente senza voltarsi indietro.

L’andatura ingobbita e l’impossibilità di sognare ancora perchè il sogno non esiste più.

Franco Rossi

http://www.francorossi.com/2012/09/mond ... ssero-mai/


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 Oggetto del messaggio: Italia 1990 vs Italia 2006.
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per me nel '90 le europee - Italia, Germania e Olanda - erano nettamente superiori alle sudamericane.

nel '94 l'Italia era la squadra migliore, anche se purtroppo ci mancava un centravanti (o, meglio, Sacchi non riuscì a far convivere adeguatamente Baggio e Signori).

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 Oggetto del messaggio: Re: Italia 1990 vs Italia 2006.
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noodles ha scritto:
per me nel '90 le europee - Italia, Germania e Olanda - erano nettamente superiori alle sudamericane.

nel '94 l'Italia era la squadra migliore, anche se purtroppo ci mancava un centravanti (o, meglio, Sacchi non riuscì a far convivere adeguatamente Baggio e Signori).



Da un sondaggio della Fifa le 3 favorite erano date Italia Olanda e Brasile , La Germania era data al quarto posto , era ritenuta inferiore all'Olanda , sia ad Euro 88 sia nelle qualificazioni mOndiali ( dove erano nello stesso girone ) ebbe la meglio L'Olanda.


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