Sì ma è una questione di mentalità. L'ha ribadito anche Figo oggi sulla gazzetta, uno che ha giocato in Portogallo, Spagna e Italia. Da noi si segna di meno perché la priorità è non prendere gol e ingabbiare gli avversari, in questo siamo i numeri uno per distacco, in Spagna ti spingono a cercare sempre la giocata e a imporre il tuo gioco, questo concede spazi maggiori agli avversari.

Altro dato interessante: squadre italiane che tra la seconda metà degli anni 80 e la prima metà degli anni 90 sono arrivate almeno una volta in una semifinale europea:
Juventus
Torino
Milan
Inter
Atalanta
Genoa
Sampdoria
Parma
Fiorentina
Roma
Napoli
Cagliari

12 squadre diverse in 10 anni (forse anche meno).
Se estendiamo il concetto al 1999 si aggiungono Bologna, Lazio e Vicenza.

Credo che sia un dato impressionante. Come diceva il pampa Accì (mi pare): la Coppa Uefa sembrava quasi la coppa Italia. Quando nel 1995/96 le italiane non sono andate oltre ai quarti per me fu un mezzo shock.

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Anche questa volta ci rialzeremo, non più a testa alta, ma con il cuore.
Ma di spirito, voi, miserrimo furfante,
mai non ne aveste un´oncia, e di lettere tante
quante occorrono a far la parola: cretino!

La differenza tra quella Stella Rossa e quel Real Madrid la fece... il Milan. Il Milan che affrontò la Stella Rossa a novembre era un Milan totalmente diverso da quello che in primavera travolse il Real Madrid. Dopo la sconfitta di Cesena dell'8 gennaio 1989 il Milan mise il turbo e divenne inarrestabile atleticamente grazie soprattutto a Vincenzo Pincolini e ai suoi preparatori.



Belodedici era ancora nella Steaua e non giocò in Coppa dei Campioni 1988-89 con la Stella Rossa.