Francesco82 ha scritto:
Simili i pregi, simili i difetti, simile la filosofia totale (mentre per il Milan il discorso è diverso e più tradizionale, anche se come titolari è forse la formazione più forte in assoluto fra tutte e tre), simili anche le critiche ricevute dai contestatori, allora come oggi soprattutto i fedeli al calcio concreto e pragmatico dell'Italia (e non solo), i Breriani divenuti Mourinhani-Lippiani & C. (basti pensare all'interista che ha scritto "Odio il Barcellona" o qualcosa del genere).
In questa filosofia olandese e catalana a mio avviso emerge un atteggiamento vagamente presuntoso, spocchioso e anche poco rispettoso dell'avversario. (E del gioco stesso.)
Perché mettere l'accento sul "giuoco" e sulla sua bellezza significa sminuire le vittorie altrui, se ottenute "giocando male".
Cioé badando al sodo, magari difendendosi e colpendo con un unico contropiede.
Ma "giocare bene" è un concetto del tutto soggettivo e arbitrario, mentre il risultato è oggettivo e uguale per tutti gli osservatori.
Quindi attribuirsi vittorie morali, perché si è giocato "bene", è in fondo una mancanza di rispetto per l'avversario e anche per il gioco stesso.
Perché le regole del gioco non fanno il minimo cenno al giocare più o meno bene, o al dare spettacolo.
Dicono solo che l'obiettivo è fare in modo che il pallone oltrepassi la linea di porta. Punto.
La filosofia olandese-catalana invece ha introdotto una nuova regola, del tutto estranea al regolamento (e allo spirito) del gioco.
Ma neanche c'è scritto che si debba giocare tutti arroccati dietro ed essere ipercinici in contropiede. In che modo sia "mancare di rispetto al gioco" dare anche una valenza estetica al calcio non lo capisco.
Peraltro proprio perchè si modifica continuamente il gioco è bello, sennò faremmo ancora a gara a chi è migliore a giocare col sistema...