Francesco82 ha scritto:
Ronaldinho come Ronaldo secondo me è stato un brasiliano sui generis, perché in realtà anche atleta completo e fortissimo fisicamente. Neymar è molto più brasiliano vecchio stampo.
In generale comunque non capisco il discorso sull'estetica sobria, io parlavo di uso del pallone e non di movenze.
Ciò che rende (o rendeva) speciale il Brasile era la naturalezza. Noi ci organizziamo, ci preoccupiamo di difenderci, di essere equilibrati, di inserire i giocatori che rispettino lo schema, la Germania si preoccupa in sostanza di essere più organizzata e più in forma degli altri, loro non si preoccupavano di molto che non fosse "Mettiamo in campo i giocatori più bravi".
Ovviamente c'era dietro un disegno e un'idea anche organizzativa, non voglio sposare una visione romantica e ingenua. Ma si trattava di schemi dalle maglie molto più larghe.
La loro mentalità dipende molto anche da questa qualità: vinciamo solo perché siamo più bravi a usare il pallone, ma questo a volte ci porta ad autocompiacerci, a non giocare con la giusta cattiveria. Però ecco quando la mentalità supporta un minimo la cosa o la qualità diventa sublime non c'è modo di fermarci.
Il fascino dipende anche dalle possibilità economiche e organizzative di gran lunga minori: il Brasile per tanto tempo è stato uno schiaffo alla storia che provava ad annientarne le qualità, e in parte ce l'ha anche fatta.
L'Italia ha certamente un fascino eroico superiore e una mentalità diversa, se i brasiliani avessero avuto la nostra testa avrebbero almeno un paio di mondiali in più, ma non sarebbero stati i brasiliani. La storia dell'Italia può comunque essere altrettanto affascinante da un punto di vista diverso e appunto più di "cuore", più eroico.
La Germania rimane rispettabilissima e di gran lunga la più continua, certo raramente ha regalato momenti di arte naturaliistica pura come i brasiliani o di eroismo come gli italiani, ha vinto con altre armi.
Questo discorso si può anche fare riguardo Pelè, però il Gaucho riprende e applica (o da l'idea) di entrare in campo per divertirsi. Il divertimento come obiettivo principe del gioco, anche in una finale di Champions o mondiali. Ronaldinho ha voluto trasmettere il concetto di Joga bonito dell'incarnazione della forma. Poi, certo, ha dalla sua le qualità fisiche, ma chi non ce le ha? Dovremmo considerarlo un minus per questo? Come Pelè? E le movenze del Gaucho sono state irripetibili o quasi, estranee anche al calcio brasiliano, ma, se qualcuno avesse dovuto accomunarlo a una nazione, tutti l'avrebbero affibbiato ai verdeoro. E se Ronaldo fosse stato solo potenza, senza i dribbling nello stesso, senza quel controllo e i doppi passi, forse era pure giusto dubitare di lui.
Poi, certo, c'è un vecchio detto che sintetizza bene la differenza tra Garrincha (l'angelo dalle gambe storte) e Pelè: "«Ancora oggi, se chiedi a un vecchio brasiliano chi è Pelè, il vecchio si toglie il cappello, in segno di ammirazione e di gratitudine. Ma se gli parli di Garrincha, il vecchio chiede scusa, abbassa gli occhi e piange»".
Se possiamo considerare Garrincha il brasiliano, perché è stato un giocatore tanto spettacolare quanto poco longevo è corretto. Però avere fisicità è nella natura dei brasiliani.